La ricerca ritmica in Ritorno a Planaval di Stefano Dal Bianco

Among the most recent works in prose poetry, Ritorno a Planaval (2001) by Stefano Dal Bianco is one of the most interesting, since the poet doesn't found a new correlation between two literary forms - that is, a different conventionality - but aims at reaching a writing that is both prose and poetry at the same time. Rhythm has therefore the priority over compositions' form, because it represents the essential property of poetry itself. The rhythmical movement of the book - an account of a grieving process - proceeds in accordance with the topic's development: in the first part there is a wider metrical and prosodical variation, while in the second correspondences between verses and stresses are more common, to signify the nearer comprehension of the loss. Dal Bianco's rhythmical research focuses above all on slowing down verse's scansion - that is one of the main points of his poetry - and therefore the reactivation of poetical word's sense itself; there are also cases of acceleration, but they seem to be limited to some specific occurrences.

Tra le opere recenti in poesia in prosa, Ritorno a Planaval (2001) di Stefano Dal Bianco è tra le più interessanti, dacché l’autore non istituisce una nuova correlazione tra le due modalità letterarie – ossia una diversa convenzionalità – mirando ad una scrittura che sia prosa e poesia allo stesso tempo. Il ritmo, pertanto, è preminente rispetto all’impalcatura formale, rappresentando il valore essenziale della poesia stessa. L’andamento ritmico del libro, resoconto dell’elaborazione di un lutto, è accordato all’evoluzione della materia: se nella prima metà si assiste ad un’ampia oscillazione metrico-prosodica, nella seconda il dettato più piano e le corrispondenze accentuali più fitte rendono a livello melodico l’avvicinamento alla comprensione della perdita. La ricerca ritmica di Dal Bianco si impegna specialmente nello sviluppo di strategie volte al rallentamento – caposaldo della sua poetica – che permettono una sosta autoriflessiva del verso e quindi la riattivazione del senso della parola poetica; pure l’accelerazione è sperimentata nell’opera, ma rimane vincolata a specifiche occorrenze.