Riferendosi ai giardini come alla più strabiliante espressione della produzione architettonica presente sulla Terra, lo storico francese Pierre Grimal nel suo volume del 1974, L’arte dei giardini, li definisce come «la forma più alta di vita, quella che Dio promette nel suo Paradiso, luogo di tutte le felicità, di ogni santità, di tutta l’intelligenza e di saggezza». Infatti, nella storia dell’intera evoluzione umana, ogni periodo è stato caratterizzato da un proprio giardino frutto di una volontà che ha vincolato lo spirito e l’agire dell’umanità. Con il trascorrere dei secoli sono stati progettati e sviluppati svariati tipi di giardini, intesi come icone della creazione, luoghi di felicità perduta, luoghi di sfida continua tra uomo e natura, luoghi consacrati alla vita che devono essere conservati, curati, gestiti e apprezzati. Il giardino come spazio in cui il progetto diventa realtà e la realtà è rispecchiata nel progetto stesso, il giardino come luogo in cui i sentimenti e lo spirito trovano la loro vera e viva espressione. Marco Venturi Ferriolo considera quest’espressione architettonica come metafora della vivibilità stessa per gli esseri umani sulla Terra; la filosofia dei giardini, unita a quella dell’abitare, scaturisce dalla moderna convergenza tra natura e cultura e viene ritenuta in continua evoluzione, per una visione globale della vita intesa come unione tra il mondo, la natura e la cultura. Il giardino, riferito a qualsiasi epoca storica, può essere considerato un sistema ambientale e culturale che presenta un delicato equilibrio dinamico, frutto di relazioni fra le componenti antropiche e naturali, accomunate dalla cultura del tempo. In questo studio ci proponiamo di analizzare il giardino rinascimentale nella trattatistica di due tra i più rilevanti scrittori e agronomi del XVI secolo: Francesco Colonna e Agostino Gallo.

Il giardino rinascimentale nella trattatistica di Francesco Colonna e Agostino Gallo: analisi letteraria e stilistica della produzione umanistico-agraria nell’Italia del XVI secolo

Simona Rinaldi
2021

Abstract

Riferendosi ai giardini come alla più strabiliante espressione della produzione architettonica presente sulla Terra, lo storico francese Pierre Grimal nel suo volume del 1974, L’arte dei giardini, li definisce come «la forma più alta di vita, quella che Dio promette nel suo Paradiso, luogo di tutte le felicità, di ogni santità, di tutta l’intelligenza e di saggezza». Infatti, nella storia dell’intera evoluzione umana, ogni periodo è stato caratterizzato da un proprio giardino frutto di una volontà che ha vincolato lo spirito e l’agire dell’umanità. Con il trascorrere dei secoli sono stati progettati e sviluppati svariati tipi di giardini, intesi come icone della creazione, luoghi di felicità perduta, luoghi di sfida continua tra uomo e natura, luoghi consacrati alla vita che devono essere conservati, curati, gestiti e apprezzati. Il giardino come spazio in cui il progetto diventa realtà e la realtà è rispecchiata nel progetto stesso, il giardino come luogo in cui i sentimenti e lo spirito trovano la loro vera e viva espressione. Marco Venturi Ferriolo considera quest’espressione architettonica come metafora della vivibilità stessa per gli esseri umani sulla Terra; la filosofia dei giardini, unita a quella dell’abitare, scaturisce dalla moderna convergenza tra natura e cultura e viene ritenuta in continua evoluzione, per una visione globale della vita intesa come unione tra il mondo, la natura e la cultura. Il giardino, riferito a qualsiasi epoca storica, può essere considerato un sistema ambientale e culturale che presenta un delicato equilibrio dinamico, frutto di relazioni fra le componenti antropiche e naturali, accomunate dalla cultura del tempo. In questo studio ci proponiamo di analizzare il giardino rinascimentale nella trattatistica di due tra i più rilevanti scrittori e agronomi del XVI secolo: Francesco Colonna e Agostino Gallo.
2021
Simona Rinaldi
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/872117
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact