Uno degli aspetti più evidenti del lavoro di Gramsci è l'approccio analitico a ciò che adesso si chiama "sociologia della cultura". Tale aspetto era già molto sviluppato nell'attività svolta come critico teatrale per i giornali "L'Avanti!" e "Il grido del popolo". Questi scritti sono ben noti e da trovare, ad esempio, nei volumi "Letteratura e vita nazionale" (prima edizione 1950) e, in inglese, in "Selections from Cultural Writings" (1985). Il saggio "Partendo di quaderni: i linguaggi non-verbali", contenuto nel volume, si basa non su tali aspetti ma raccoglie e analizza i diversi paragrafi dei "Quaderni del carcere" gramsciani in cui il prigioniero tratta dei linguaggi non-verbali e della comunicazione metaverbale. Si prende nota sia del potenziale di tali linguaggi di trascendere le barriere linguistiche e di fornire elementi di unificazione culturale tra popoli di lingue naturali diverse, sia dei limiti di tale comunicazione. Attenzione è prestata alla funzione unificatrice dell'ideogramma cinese, comprensibile a popoli e ad etnie diverse, che parlano dialetti e lingue molto diversi tra di loro. Si nota, sotto l'aspetto dei linguaggi come fenomeni sociali e culturali, che essi svolgono un ruolo anche ideologico (in diversi sensi di tale termine). In questo contesto si prova a ricostruire il pensiero di Gramsci sulla funzione sociale e ideologica non solo della musica, con particolare riguardo alla produzione Ottocentesca, ma anche quella che nasce del nesso architettura-urbanistica-toponomastica.
Partendo dai Quaderni: i linguaggi non-verbali / D. Boothman. - STAMPA. - (2009), pp. 73-88. (Intervento presentato al convegno Considerazioni su Gramsci tenutosi a Ossi (SS) nel 18 giugno 2008).
Partendo dai Quaderni: i linguaggi non-verbali
BOOTHMAN, DEREK
2009
Abstract
Uno degli aspetti più evidenti del lavoro di Gramsci è l'approccio analitico a ciò che adesso si chiama "sociologia della cultura". Tale aspetto era già molto sviluppato nell'attività svolta come critico teatrale per i giornali "L'Avanti!" e "Il grido del popolo". Questi scritti sono ben noti e da trovare, ad esempio, nei volumi "Letteratura e vita nazionale" (prima edizione 1950) e, in inglese, in "Selections from Cultural Writings" (1985). Il saggio "Partendo di quaderni: i linguaggi non-verbali", contenuto nel volume, si basa non su tali aspetti ma raccoglie e analizza i diversi paragrafi dei "Quaderni del carcere" gramsciani in cui il prigioniero tratta dei linguaggi non-verbali e della comunicazione metaverbale. Si prende nota sia del potenziale di tali linguaggi di trascendere le barriere linguistiche e di fornire elementi di unificazione culturale tra popoli di lingue naturali diverse, sia dei limiti di tale comunicazione. Attenzione è prestata alla funzione unificatrice dell'ideogramma cinese, comprensibile a popoli e ad etnie diverse, che parlano dialetti e lingue molto diversi tra di loro. Si nota, sotto l'aspetto dei linguaggi come fenomeni sociali e culturali, che essi svolgono un ruolo anche ideologico (in diversi sensi di tale termine). In questo contesto si prova a ricostruire il pensiero di Gramsci sulla funzione sociale e ideologica non solo della musica, con particolare riguardo alla produzione Ottocentesca, ma anche quella che nasce del nesso architettura-urbanistica-toponomastica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.