La base di una buona didattica, non solo nelle scuole superiori e tantomeno per le sole scienze della Terra, è fondata sulla differenza che esiste tra un albero e un arbusto. “Cosa c’entra…” si domanderanno in molti. Potrei allora aggiungere che non essere consapevoli della differenza che discrimina i due tipi di piante può, nella peggiore delle ipotesi, invalidare l’efficacia della trasmissione dei contenuti nella filiera scibile-docenti-discenti. Il paragone concettuale dell’albero e dell’arbusto sfrutta le differenti geometrie risultanti dalle rispettive crescite. Nell’arbusto ogni ramo è uguale agli altri, nessuno acquista caratteri di dominanza né ha la possibilità di essere identificato in modo rapido e certo. Inoltre, ogni ramo cresce parallelamente agli altri senza produrre nuove e subordinate propaggini. Al contrario, un albero è identificato da un tronco che regge una serie limitata di rami principali. A loro volta questi hanno generato fitti insiemi di rami secondari. Infine, foglie ovunque, ma anch’esse raggruppabili e attribuibili a rami secondari ben precisi. Sta in questo la forza dell’esempio. Concretizza la necessità di trasmettere i contenuti didattici in modo gerarchico. Nel caso delle scienze della Terra, una materia in continua evoluzione (basti pensare ai capitoli Rischi e Risorse, Clima,….), questa scelta diventa irrinunciabile. Il ruolo fondamentale svolto dalla “gerarchizzazione del sapere trasmesso” può essere percepito compiutamente solo nel momento in cui è applicato al percorso didattico e ne diventa parte integrante. La didattica di ogni insegnamento si realizza attraverso la scelta - mai casuale ma sempre meditata e motivata - del percorso: l’ordine secondo il quale distribuire i contenuti della materia. Nel momento in cui si sceglie (o meglio si struttura) un ordine occorre anche avere già individuato i capisaldi del palinsesto portante sul quale innestare tutti i contenuti di dettaglio del corso. Questo modo di procedere prevede inoltre, ai fini didattici, che la strutturazione gerarchica non sia solo una semplice applicazione concettuale funzionale all’insegnante che imposta il proprio lavoro ma, in aggiunta, diventi per lo studente una chiave di lettura, di comprensione e di memorizzazione. Affinché questo si realizzi occorre che la stessa strutturazione gerarchica diventi, preliminarmente, oggetto di discussione in classe. La sua importanza dunque si rivela duplice: a) nei confronti dell’insegnante in quanto - come vedremo nell’esempio pratico - gli semplifica la navigazione nel mare magnum dei contenuti della materia; b) nei confronti dello studente al quale trasmette un’organizzazione logica del sapere e, indirettamente, fornisce un metodo di studio e apprendimento. Quanto segue si configura come una proposta di percorso didattico a struttura gerarchica interno alle scienze della Terra. E’ rivolto a insegnati e studenti liceali ed è il risultato di riflessioni e confronti sviluppati durante otto anni di insegnamento SSIS. Nel discuterne l’organizzazione sottolineo che non esiste un percorso didattico unico dotato di validità assoluta. A corollario di questo occorre però aggiungere che ogni percorso, per essere didatticamente produttivo, deve prevedere una meditata organizzazione gerarchica di primo livello. In tale ottica, le possibilità di elaborare un tracciato con queste caratteristiche si riducono notevolmente di numero.

Venturini C. (2009). Insegnare scienze della Terra nei licei: una proposta per un percorso didattico innovativo. LE SCIENZE NATURALI NELLA SCUOLA, 37/2, 36-38.

Insegnare scienze della Terra nei licei: una proposta per un percorso didattico innovativo

VENTURINI, CORRADO
2009

Abstract

La base di una buona didattica, non solo nelle scuole superiori e tantomeno per le sole scienze della Terra, è fondata sulla differenza che esiste tra un albero e un arbusto. “Cosa c’entra…” si domanderanno in molti. Potrei allora aggiungere che non essere consapevoli della differenza che discrimina i due tipi di piante può, nella peggiore delle ipotesi, invalidare l’efficacia della trasmissione dei contenuti nella filiera scibile-docenti-discenti. Il paragone concettuale dell’albero e dell’arbusto sfrutta le differenti geometrie risultanti dalle rispettive crescite. Nell’arbusto ogni ramo è uguale agli altri, nessuno acquista caratteri di dominanza né ha la possibilità di essere identificato in modo rapido e certo. Inoltre, ogni ramo cresce parallelamente agli altri senza produrre nuove e subordinate propaggini. Al contrario, un albero è identificato da un tronco che regge una serie limitata di rami principali. A loro volta questi hanno generato fitti insiemi di rami secondari. Infine, foglie ovunque, ma anch’esse raggruppabili e attribuibili a rami secondari ben precisi. Sta in questo la forza dell’esempio. Concretizza la necessità di trasmettere i contenuti didattici in modo gerarchico. Nel caso delle scienze della Terra, una materia in continua evoluzione (basti pensare ai capitoli Rischi e Risorse, Clima,….), questa scelta diventa irrinunciabile. Il ruolo fondamentale svolto dalla “gerarchizzazione del sapere trasmesso” può essere percepito compiutamente solo nel momento in cui è applicato al percorso didattico e ne diventa parte integrante. La didattica di ogni insegnamento si realizza attraverso la scelta - mai casuale ma sempre meditata e motivata - del percorso: l’ordine secondo il quale distribuire i contenuti della materia. Nel momento in cui si sceglie (o meglio si struttura) un ordine occorre anche avere già individuato i capisaldi del palinsesto portante sul quale innestare tutti i contenuti di dettaglio del corso. Questo modo di procedere prevede inoltre, ai fini didattici, che la strutturazione gerarchica non sia solo una semplice applicazione concettuale funzionale all’insegnante che imposta il proprio lavoro ma, in aggiunta, diventi per lo studente una chiave di lettura, di comprensione e di memorizzazione. Affinché questo si realizzi occorre che la stessa strutturazione gerarchica diventi, preliminarmente, oggetto di discussione in classe. La sua importanza dunque si rivela duplice: a) nei confronti dell’insegnante in quanto - come vedremo nell’esempio pratico - gli semplifica la navigazione nel mare magnum dei contenuti della materia; b) nei confronti dello studente al quale trasmette un’organizzazione logica del sapere e, indirettamente, fornisce un metodo di studio e apprendimento. Quanto segue si configura come una proposta di percorso didattico a struttura gerarchica interno alle scienze della Terra. E’ rivolto a insegnati e studenti liceali ed è il risultato di riflessioni e confronti sviluppati durante otto anni di insegnamento SSIS. Nel discuterne l’organizzazione sottolineo che non esiste un percorso didattico unico dotato di validità assoluta. A corollario di questo occorre però aggiungere che ogni percorso, per essere didatticamente produttivo, deve prevedere una meditata organizzazione gerarchica di primo livello. In tale ottica, le possibilità di elaborare un tracciato con queste caratteristiche si riducono notevolmente di numero.
2009
Venturini C. (2009). Insegnare scienze della Terra nei licei: una proposta per un percorso didattico innovativo. LE SCIENZE NATURALI NELLA SCUOLA, 37/2, 36-38.
Venturini C.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/86617
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