Magical-religious objects in action for rehabilitation purposes. The case of Mnem Srl, a spin-off of the University of Bologna

The present paper introduces the initial stage of an entrepreneurial experimentation, which started last year and was approved as a University of Bologna spin-off. It is based on the creation of an objectual heritage, including magical-religious items in settings designed for elderly people and/or patients. The guests of these micro-spatialities talk about themselves not as «guests» but as subjects uprooted from their family context, referred to facilities/situations that, in their view, are totalitarian. These two aspects emerged from the field and highlighted the need to build active relationships and convivial occasions in these settings, as processes of playful participation and, above all, bottom-up sharing. The entrepreneurial project has already started in some care centers and has the aim to put together a multimedia heritage (interviews, photo reports, videos) linked to magical-religious objects. This heritage will be collected by young researchers who, with their presence and their research activities, will favor an active intersubjective bond both between the elderly people/patients and their families and between themselves and the other elderly/patients. It seems that magical-religious objects can be used for a twofold function: on the one hand, they become a means to provide support and recreational activities, able to value memory, along with its representational elaboration, and to preserve it, producing an exchange, dialogue, affective relationships and solidarity; on the other hand, they seem to activate concrete intellectual and/or motor improvements within the medical-diagnostic framework. Such a proposal opens up two theoretical issues in an explicit way: on one side, the issue of the applicability of ethnographic methods as a research tool and, at the same time, a therapeutic tool in clinical and healthcare settings; on the other side, the issue of the effectiveness of religious-devotional materiality and the need to archive it in a technological platform, making it possible to detect specific types and functions.

In questo articolo si presenta la fase iniziale di una sperimentazione imprenditoriale, avviata nel corso dell’ultimo anno e approvata come spin-off unibo, basata sulla costruzione di patrimonio oggettuale attivo di stampo magico-religioso in contesti di accoglienza pensati per anziani e/o malati. Gli ospiti di queste micro-spazialità parlano di se stessi non come «ospiti» ma come soggetti sradicati dal loro contesto familiare, sistemati in strutture/situazioni dal loro punto di vista totalitarie. Sono questi due aspetti emersi dal campo che hanno messo in luce la necessità di costruire, all’interno di questi luoghi, delle relazionalità attive di convivialità, da intendersi come processi di partecipazione giocosa e soprattutto condivisa dal basso. Il progetto imprenditoriale, già avviato in alcune strutture, prevede la costituzione di un patrimonio multimediale (interviste, dossier fotografici e video) legato a oggetti magico-religiosi, prodotto da giovani ricercatori che, attraverso la loro presenza e la loro attività di ricerca, agevolano un legame intersoggettivo attivo sia fra gli anziani/malati stessi e fra questi ultimi e le loro famiglie, sia soprattutto fra essi stessi e gli anziani/malati. Gli oggetti magico-religiosi sembrano poter essere utilizzati per una doppia funzione: da una parte, essi diventano strumento di supporto e di ricreatività, in grado di valorizzare il ricordo – e la sua rielaborazione rappresentazionale – e di conservarlo producendo scambio, dialogo, legami affettivi e solidarietà; dall’altro sembrano attivare degli effettivi miglioramenti intellettivi e/o motori all’interno del quadro medico-diagnostico. La proposta apre, in modo esplicito, due importanti questioni teoriche: da una parte quella dell’applicabilità delle metodologie etnografiche come strumento indagativo e, allo stesso tempo, terapeutico in ambito clinico-assistenziale; dall’altra quella dell’efficacia della materialità religioso-devozionale e della necessità di catalogarla in una piattaforma tecnologica, permettendo di individuarne tipologie e funzionalità specifiche.