Il capitolo affronta il tema delle reinterpretazioni del concetto di intelligenza collettiva nell'ambito delle piattaforme digitali. La riflessione viene introdotta analizzando la narrazione della "disintermediazione", secondo la quale il Web costituirebbe uno spazio dove chiunque è libero/a di produrre e fruire di contenuti senza sottostare al filtro costituito dai mediatori culturali tradizionali (mass media scuole, partiti, istituzioni religiose, ecc.), e mostrando come tale visione venga in realtà fortemente ridimensionata dalla constatazione che è in atto una significativa "reintermediazione", per la quale le piattaforme digitali stanno assumendo il ruolo di mediatori. Ci si confronta in seguito con due visioni contrapposte dell'inteligenza collettiva in ambito digitale: quella di Lévy, che auspica la creazione di spazi di dialogo e di valorizzazione delle peculiarità individuali, e quella di Surowiecki, in cui il contributo dei singoli è subordinato agli obiettivi e ai meccanismi determinati da chi controlla le piattaforme. In contrapposizione a quest'ultima visione, che può essere definita con il termine "formicaio", verranno proposte alcune riflessioni provenienti dai modelli pedagogici sviluppati dalla "Philosophy for/with Children and Communities" e dalla pedagogia degli oppressi di Paulo Freire, attraverso le quali è possibile immaginare di strutturare l'intelligenza collettiva, anche in ambito digitale, come una "comunità di ricerca".
pietro corazza (2021). Come ripensare l'intelligenza collettiva nell'epoca digitale? Spunti di riflessione a partire da Philosophy for/with Children e pedagogia degli oppressi. Milano : FrancoAngeli.
Come ripensare l'intelligenza collettiva nell'epoca digitale? Spunti di riflessione a partire da Philosophy for/with Children e pedagogia degli oppressi
pietro corazza
2021
Abstract
Il capitolo affronta il tema delle reinterpretazioni del concetto di intelligenza collettiva nell'ambito delle piattaforme digitali. La riflessione viene introdotta analizzando la narrazione della "disintermediazione", secondo la quale il Web costituirebbe uno spazio dove chiunque è libero/a di produrre e fruire di contenuti senza sottostare al filtro costituito dai mediatori culturali tradizionali (mass media scuole, partiti, istituzioni religiose, ecc.), e mostrando come tale visione venga in realtà fortemente ridimensionata dalla constatazione che è in atto una significativa "reintermediazione", per la quale le piattaforme digitali stanno assumendo il ruolo di mediatori. Ci si confronta in seguito con due visioni contrapposte dell'inteligenza collettiva in ambito digitale: quella di Lévy, che auspica la creazione di spazi di dialogo e di valorizzazione delle peculiarità individuali, e quella di Surowiecki, in cui il contributo dei singoli è subordinato agli obiettivi e ai meccanismi determinati da chi controlla le piattaforme. In contrapposizione a quest'ultima visione, che può essere definita con il termine "formicaio", verranno proposte alcune riflessioni provenienti dai modelli pedagogici sviluppati dalla "Philosophy for/with Children and Communities" e dalla pedagogia degli oppressi di Paulo Freire, attraverso le quali è possibile immaginare di strutturare l'intelligenza collettiva, anche in ambito digitale, come una "comunità di ricerca".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.