Nell’epitaffio liviano di Cicerone, citato da Seneca il Vecchio nella suasoria 6, 22, si dice che la morte dell’oratore, proscritto da Antonio, non fu del tutto indigna poiché egli, se fosse stato vincitore, si sarebbe comportato verso i vinti con la stessa crudelitas. Con questo ragionamento di “storia controfattuale” che ipotizza un Cicerone victor di Antonio, Livio sembra guardare a uno specifico precedente della vita di Cicerone in cui egli diede prova di crudelitas: la congiura di Catilina. Il contributo indaga una serie di fonti da cui emerge come l’immaginario della proscriptio fosse applicato alla congiura di Catilina sia dagli ammiratori di Cicerone, per i quali Antonio, proscrivendo Cicerone, attuò esattamente quello che Catilina avrebbe compiuto se avesse vinto, sia dai suoi avversari, per i quali Cicerone fu a tutti gli effetti proscriptor dei Catilinari e si comportò durante il suo consolato alla stregua di un “nuovo Silla”. Nella sua velata accusa di crudelitas, Livio sembra rifarsi proprio a questa immagine di un Cicero proscriptor dei Catilinari (che si ritrova ad esempio nell’invectiva in Ciceronem pseudo-sallustiana), il che porta a dubitare che nella sua trattazione sui fatti del 63 a.C. lo storico aderisse pienamente alla linea adottata da Cicerone nella repressione della congiura.
Tommaso Ricchieri (2021). Cicero proscriptor. Proscrizioni e counterfactual history a partire dal frammento de morte Ciceronis di Tito Livio (Seneca il Vecchio suas. 6, 22). BOLLETTINO DI STUDI LATINI, 51(1), 22-38.
Cicero proscriptor. Proscrizioni e counterfactual history a partire dal frammento de morte Ciceronis di Tito Livio (Seneca il Vecchio suas. 6, 22)
Tommaso Ricchieri
2021
Abstract
Nell’epitaffio liviano di Cicerone, citato da Seneca il Vecchio nella suasoria 6, 22, si dice che la morte dell’oratore, proscritto da Antonio, non fu del tutto indigna poiché egli, se fosse stato vincitore, si sarebbe comportato verso i vinti con la stessa crudelitas. Con questo ragionamento di “storia controfattuale” che ipotizza un Cicerone victor di Antonio, Livio sembra guardare a uno specifico precedente della vita di Cicerone in cui egli diede prova di crudelitas: la congiura di Catilina. Il contributo indaga una serie di fonti da cui emerge come l’immaginario della proscriptio fosse applicato alla congiura di Catilina sia dagli ammiratori di Cicerone, per i quali Antonio, proscrivendo Cicerone, attuò esattamente quello che Catilina avrebbe compiuto se avesse vinto, sia dai suoi avversari, per i quali Cicerone fu a tutti gli effetti proscriptor dei Catilinari e si comportò durante il suo consolato alla stregua di un “nuovo Silla”. Nella sua velata accusa di crudelitas, Livio sembra rifarsi proprio a questa immagine di un Cicero proscriptor dei Catilinari (che si ritrova ad esempio nell’invectiva in Ciceronem pseudo-sallustiana), il che porta a dubitare che nella sua trattazione sui fatti del 63 a.C. lo storico aderisse pienamente alla linea adottata da Cicerone nella repressione della congiura.File | Dimensione | Formato | |
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