Per i versi conservati da P.Qaṣr Ibrîm 78 3-11/1 è proposta la ricostruzione : « quamuis non uid]eatur idem tibi, non ego, Visce, / nunc ia]m placato iudice te uereor ». Il poeta non ha ormai più nulla da temere dai critici poiché il vero giudice della poesia si è placato : l'amante-poeta ha ormai conseguito l'amore della « domina ». Un parallelo di tale motivo è offerto da Prop. 2, 13a, 13-14
Tommaso Ricchieri (2012). Nota a Cornelio Gallo, fr. c, vv. 8-9. MATERIALI E DISCUSSIONI PER L'ANALISI DEI TESTI CLASSICI, 69, 191-197.
Nota a Cornelio Gallo, fr. c, vv. 8-9
Tommaso Ricchieri
2012
Abstract
Per i versi conservati da P.Qaṣr Ibrîm 78 3-11/1 è proposta la ricostruzione : « quamuis non uid]eatur idem tibi, non ego, Visce, / nunc ia]m placato iudice te uereor ». Il poeta non ha ormai più nulla da temere dai critici poiché il vero giudice della poesia si è placato : l'amante-poeta ha ormai conseguito l'amore della « domina ». Un parallelo di tale motivo è offerto da Prop. 2, 13a, 13-14File in questo prodotto:
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