L’articolo si propone di utilizzare la tecnica della flânerie come valore aggiunto nello studio di un’area periferica nel quartiere Savena, nella parte sud-est di Bologna. Si tratta di una delle zone di maggior pregio della città fin dalle sue origini, un quartiere-giardino nel primo piano urbanistico della città approvato dallo Stato nel 1889 che prevedeva la realizzazione di insediamenti «a medio-bassa densità nella zone comprese tra la via Emilia e la collina» (Evangelisti, Manaresi, 2020, p. 15). L’area è in effetti caratterizzata da una presenza capillare di servizi e risorse per i cittadini, come le numerosissime aree verdi. Al tempo stesso, però, ci sono parti del quartiere in cui si concentrano visibili segni di degrado abitativo e sociale. Dopo una riflessione sulla persistente importanza della dimensione di quartiere, che parte dalla Scuola di Chicago e ricorda alcuni autori che l’hanno approfondita negli ultimi decenni, il contributo introduce il valore aggiunto del camminare e della flânerie rispetto ad altri strumenti di ricerca territoriale passando per i contributi di Walter Benjamin e arrivando alla ripresa di questa tecnica in tempi più recenti, nel dibattito italiano e in quello internazionale (Featherstone, 1998; Leontidou, 2006; Nuvolati, 2013 e 2020; Campa, 2016; Carrera, 2018). La ricerca si focalizza poi sul suddetto quartiere, mostrando alcune fasi preliminari ed il successivo il ricorso alla flânerie per approfondire due parti del territorio ritenute di particolare interesse: Via G.C. Abba e Piazzetta San Ruffillo. L’uso di questa tecnica si propone non solo e di evidenziare le criticità di queste aree ma anche l’eventuale presenza, percezione ed uso delle sue “risorse latenti".
Manella Gabriele, Lo Buono Barbara (2021). Flânerie in periferia. Uno studio nel quartiere Savena di Bologna. FUORI LUOGO, 10, 73-87.
Flânerie in periferia. Uno studio nel quartiere Savena di Bologna
Manella Gabriele
;
2021
Abstract
L’articolo si propone di utilizzare la tecnica della flânerie come valore aggiunto nello studio di un’area periferica nel quartiere Savena, nella parte sud-est di Bologna. Si tratta di una delle zone di maggior pregio della città fin dalle sue origini, un quartiere-giardino nel primo piano urbanistico della città approvato dallo Stato nel 1889 che prevedeva la realizzazione di insediamenti «a medio-bassa densità nella zone comprese tra la via Emilia e la collina» (Evangelisti, Manaresi, 2020, p. 15). L’area è in effetti caratterizzata da una presenza capillare di servizi e risorse per i cittadini, come le numerosissime aree verdi. Al tempo stesso, però, ci sono parti del quartiere in cui si concentrano visibili segni di degrado abitativo e sociale. Dopo una riflessione sulla persistente importanza della dimensione di quartiere, che parte dalla Scuola di Chicago e ricorda alcuni autori che l’hanno approfondita negli ultimi decenni, il contributo introduce il valore aggiunto del camminare e della flânerie rispetto ad altri strumenti di ricerca territoriale passando per i contributi di Walter Benjamin e arrivando alla ripresa di questa tecnica in tempi più recenti, nel dibattito italiano e in quello internazionale (Featherstone, 1998; Leontidou, 2006; Nuvolati, 2013 e 2020; Campa, 2016; Carrera, 2018). La ricerca si focalizza poi sul suddetto quartiere, mostrando alcune fasi preliminari ed il successivo il ricorso alla flânerie per approfondire due parti del territorio ritenute di particolare interesse: Via G.C. Abba e Piazzetta San Ruffillo. L’uso di questa tecnica si propone non solo e di evidenziare le criticità di queste aree ma anche l’eventuale presenza, percezione ed uso delle sue “risorse latenti".File | Dimensione | Formato | |
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