Alle 13 in punto del 12 maggio 1905, il magnate e filantropo americano Andrew Carnegie omaggiava la Corona Britannica, gli amministratori e gli scienziati del British Museum di Londra con il calco di un dinosauro che portava il suo nome, Diplodocus carnegiei. Il magnifico scheletro, lungo 26 metri e alto quasi cinque all’altezza del bacino, era stato preparato assemblando repliche perfette delle ossa rinvenute sei anni prima nella pianure del Wyoming, poco lontano dal tracciato della linea ferroviaria transcontinentale della Union Pacific. Nel 1898, nel cuore di un periodo passato alla storia per la “Guerra delle ossa” tra Othniel Marsh e Edward Cope e la scoperta di migliaia di ossa di dinosauri nell’ovest americano, la notizia del ritrovamento di un animale di dimensioni colossali aveva spinto Carnegie ad allestire una spedizione per collezionarne i resti fossili. Negli anni a seguire, il colosso del Wyoming sarebbe divenuto uno dei dinosauri più famosi di sempre e l’icona di prestigiose istituzioni di tutto il mondo. Dopo Londra, calchi gemelli realizzati da esperte mani italiane con iuta, gesso e colorante a base di pece, vennero donate dallo stesso Carnegie ai musei di storia naturale di Berlino (1908), Parigi (1908), Bologna (1909), Vienna (1909), La Plata (1911), Mosca (1913) e Madrid (1913/14). Dopo la morte del filantropo, la fondazione che porta il suo nome ne fece dono anche ai musei di Mexico City (1930), Monaco di Baviera (1934), e Vernal (1957). Ancora oggi lo scheletro originale è il fiore all’occhiello del Carnegie Museum di Pittsbourgh.
Fanti F. (2009). Il centenario del Diplodocus carnegii Bologna, 1909-2009. GEOITALIA, 27, 34-36.
Il centenario del Diplodocus carnegii Bologna, 1909-2009
FANTI, FEDERICO
2009
Abstract
Alle 13 in punto del 12 maggio 1905, il magnate e filantropo americano Andrew Carnegie omaggiava la Corona Britannica, gli amministratori e gli scienziati del British Museum di Londra con il calco di un dinosauro che portava il suo nome, Diplodocus carnegiei. Il magnifico scheletro, lungo 26 metri e alto quasi cinque all’altezza del bacino, era stato preparato assemblando repliche perfette delle ossa rinvenute sei anni prima nella pianure del Wyoming, poco lontano dal tracciato della linea ferroviaria transcontinentale della Union Pacific. Nel 1898, nel cuore di un periodo passato alla storia per la “Guerra delle ossa” tra Othniel Marsh e Edward Cope e la scoperta di migliaia di ossa di dinosauri nell’ovest americano, la notizia del ritrovamento di un animale di dimensioni colossali aveva spinto Carnegie ad allestire una spedizione per collezionarne i resti fossili. Negli anni a seguire, il colosso del Wyoming sarebbe divenuto uno dei dinosauri più famosi di sempre e l’icona di prestigiose istituzioni di tutto il mondo. Dopo Londra, calchi gemelli realizzati da esperte mani italiane con iuta, gesso e colorante a base di pece, vennero donate dallo stesso Carnegie ai musei di storia naturale di Berlino (1908), Parigi (1908), Bologna (1909), Vienna (1909), La Plata (1911), Mosca (1913) e Madrid (1913/14). Dopo la morte del filantropo, la fondazione che porta il suo nome ne fece dono anche ai musei di Mexico City (1930), Monaco di Baviera (1934), e Vernal (1957). Ancora oggi lo scheletro originale è il fiore all’occhiello del Carnegie Museum di Pittsbourgh.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.