Riassunto Il Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali Alma Mater Studiorum Università di Bologna (sede di Ravenna) da diversi anni ha allestito un Laboratorio Diagnostico per lo studio sul “sistema: bene culturale/ambiente di conservazione”. Nel presente lavoro sono riportati i risultati di alcune indagini relative all’impiego della colorimetria su diverse tipologie di manufatti: • documenti grafici; • dipinti ad olio su tavola e tela; • dipinti murali; • materiali lapidei consolidati con silicati di etile. Le misurazioni dei parametri cromatici, che fanno riferimento al diagramma di cromaticità CIE L*a*b* ed alla Normativa UNI 8941 Superfici colorate. Colorimetria, sono state effettuate con il colorimetro spettrofotometrico Minolta modello CM-2600 D. A tal proposito, per tutte le tipologie di manufatti sono state effettuate misure di riferimento (target). Tali target, memorizzati nello strumento o nel computer, possono essere richiamati per effettuare un confronto, nel tempo, della stessa superficie oggetto di indagine. È possibile così controllare e quantificare l’andamento dell’alterazione cromatica quale effetto dell’interazione dell’ambiente di collocazione-conservazione sul manufatto e, conseguentemente, risalire alle cause ovvero ai fattori-agenti ambientali. Inoltre per i documenti grafici e per i dipinti murali le misure dei parametri cromatrici hanno anche permesso di stabilire se le modificazioni, a causa dell’ambiente non idoneo, sono da ricondursi ad effetti di carattere irreversibile o reversibile e, quindi, con la possibilità di essere rimossi. Per i dipinti murali inoltre è stato verificato il rispetto della “patina nobile”, stabilito dalle Carte del Restauro, attraverso la misurazione del parametro + b* (grado di giallo). Le indagini sui manufatti lapidei sono state rivolte alla valutazione delle alterazioni cromatiche sui manufatti consolidati con vari prodotti a base di silicati di etile: sono stati registrati risultati diversi in base al diverso grado di coesione della pietra, all'anisotropia dei materiali e alle differenti condizioni espositive dei manufatti. Tali ricerche possono fornire un valido contributo alle applicazioni della colorimetria nel settore dei beni culturali

Colorimetria e beni culturali: alcuni casi di studio / S. Lorusso; A. Natali; C. Matteucci. - STAMPA. - 1:(2008), pp. 203-211. (Intervento presentato al convegno Colore e arte: storia e tecnologia del colore nei secoli tenutosi a Bologna nel 28 febbraio 2 marzo).

Colorimetria e beni culturali: alcuni casi di studio

LORUSSO, SALVATORE;NATALI, ANDREA;MATTEUCCI, CHIARA
2008

Abstract

Riassunto Il Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali Alma Mater Studiorum Università di Bologna (sede di Ravenna) da diversi anni ha allestito un Laboratorio Diagnostico per lo studio sul “sistema: bene culturale/ambiente di conservazione”. Nel presente lavoro sono riportati i risultati di alcune indagini relative all’impiego della colorimetria su diverse tipologie di manufatti: • documenti grafici; • dipinti ad olio su tavola e tela; • dipinti murali; • materiali lapidei consolidati con silicati di etile. Le misurazioni dei parametri cromatici, che fanno riferimento al diagramma di cromaticità CIE L*a*b* ed alla Normativa UNI 8941 Superfici colorate. Colorimetria, sono state effettuate con il colorimetro spettrofotometrico Minolta modello CM-2600 D. A tal proposito, per tutte le tipologie di manufatti sono state effettuate misure di riferimento (target). Tali target, memorizzati nello strumento o nel computer, possono essere richiamati per effettuare un confronto, nel tempo, della stessa superficie oggetto di indagine. È possibile così controllare e quantificare l’andamento dell’alterazione cromatica quale effetto dell’interazione dell’ambiente di collocazione-conservazione sul manufatto e, conseguentemente, risalire alle cause ovvero ai fattori-agenti ambientali. Inoltre per i documenti grafici e per i dipinti murali le misure dei parametri cromatrici hanno anche permesso di stabilire se le modificazioni, a causa dell’ambiente non idoneo, sono da ricondursi ad effetti di carattere irreversibile o reversibile e, quindi, con la possibilità di essere rimossi. Per i dipinti murali inoltre è stato verificato il rispetto della “patina nobile”, stabilito dalle Carte del Restauro, attraverso la misurazione del parametro + b* (grado di giallo). Le indagini sui manufatti lapidei sono state rivolte alla valutazione delle alterazioni cromatiche sui manufatti consolidati con vari prodotti a base di silicati di etile: sono stati registrati risultati diversi in base al diverso grado di coesione della pietra, all'anisotropia dei materiali e alle differenti condizioni espositive dei manufatti. Tali ricerche possono fornire un valido contributo alle applicazioni della colorimetria nel settore dei beni culturali
2008
Atti del convegno dell’associazione nazionale di Archeometria Firenze
203
211
Colorimetria e beni culturali: alcuni casi di studio / S. Lorusso; A. Natali; C. Matteucci. - STAMPA. - 1:(2008), pp. 203-211. (Intervento presentato al convegno Colore e arte: storia e tecnologia del colore nei secoli tenutosi a Bologna nel 28 febbraio 2 marzo).
S. Lorusso; A. Natali; C. Matteucci
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