In questo contributo vengono proposte alcune considerazioni relative alle strategie comunicative messe in atto da attori istituzionali nella prima fase della pandemia, cercando, ove possibile, di stabilire correlazioni tra la natura dei testi prodotti dai vari 'agenti' (presidenza del consiglio, ministeri competenti, protezione civile, ecc.) e l’esposizione al contagio. In particolare, ci si soffermerà su due ambiti: la trasparenza della comunicazione istituzionale relativa al COVID-19 e l’accesso alle varie tipologie di informazioni da parte di un piccolo campione di persone che hanno contratto il virus. In sostanza ci si propone di rispondere, seppure in modo parziale, a due domande di ricerca: che tipo di informazioni hanno trasmesso le istituzioni durante le varie fasi della pandemia? E che tipo di informazioni hanno utilizzato, preferenzialmente, i cittadini? L'ipotesi di fondo è che anche la qualità delle informazioni, soprattutto la loro 'trasparenza', costituisca un fattore in grado di condizionare il contagio: i cittadini con compenza linguistica meno solida, o per effetto di un percorso di scolarizzazione precario o per analfabetismo di ritorno, hanno infatti accesso più problematico ai testi istituzionali e, per questo, tendono ad assumere poi comportamenti potenzialmente rischiosi più di chi, invece, ha competenze sufficienti per comprendere i testi istituzionali
Educazione linguistica e gestione del rischio: il caso della pandemia COVID-19 / Nicola Grandi. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 55-72. [10.17457/9788866803522_MH1]
Educazione linguistica e gestione del rischio: il caso della pandemia COVID-19
Nicola Grandi
2021
Abstract
In questo contributo vengono proposte alcune considerazioni relative alle strategie comunicative messe in atto da attori istituzionali nella prima fase della pandemia, cercando, ove possibile, di stabilire correlazioni tra la natura dei testi prodotti dai vari 'agenti' (presidenza del consiglio, ministeri competenti, protezione civile, ecc.) e l’esposizione al contagio. In particolare, ci si soffermerà su due ambiti: la trasparenza della comunicazione istituzionale relativa al COVID-19 e l’accesso alle varie tipologie di informazioni da parte di un piccolo campione di persone che hanno contratto il virus. In sostanza ci si propone di rispondere, seppure in modo parziale, a due domande di ricerca: che tipo di informazioni hanno trasmesso le istituzioni durante le varie fasi della pandemia? E che tipo di informazioni hanno utilizzato, preferenzialmente, i cittadini? L'ipotesi di fondo è che anche la qualità delle informazioni, soprattutto la loro 'trasparenza', costituisca un fattore in grado di condizionare il contagio: i cittadini con compenza linguistica meno solida, o per effetto di un percorso di scolarizzazione precario o per analfabetismo di ritorno, hanno infatti accesso più problematico ai testi istituzionali e, per questo, tendono ad assumere poi comportamenti potenzialmente rischiosi più di chi, invece, ha competenze sufficienti per comprendere i testi istituzionaliFile | Dimensione | Formato | |
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