L’imposizione dell’abbigliamento come simbolo di civilizzazione forzata è parte del genocidio culturale messo in atto in tutti i paesi che hanno subìto il dominio coloniale. E anche se oggi si comincia a riconoscere la validità di tradizioni vestimentarie "altre", l’impronta coloniale nella moda è ancora ben presente in tutti gli ambiti: dall'estetica al linguaggio, dalle scelte economiche alle ricadute ambientali. Decolonizzare la moda equivale a metterne in discussione ogni aspetto, per ridefinirla come fenomeno culturale universale che nasce con pari dignità, da tempi lontanissimi, in tutte le culture del mondo. Per i nativi americani, l’abito è un veicolo per raccontare storie che vanno narrate, per resistere, per guarire dalle ferite ancora aperte della colonialità, e per dichiarare la bellezza delle proprie culture. L’attuale esplosione creativa degli stilisti nativi merita attenzione anche per la loro funzione di “attivatori” del cambiamento attraverso la capacità di coniugare tradizione e novità, motivi antichi e urgenze contemporanee. In Italia, colonizzazione e decolonizzazione della moda sono temi poco esplorati, e la stessa percezione della scorrettezza di fenomeni cruciali come quello dell’appropriazione tarda ad affermarsi. È per colmare un grande vuoto di consapevolezza e di civiltà che questo libro è stato ideato, con l’intento di costruire una partecipazione appassionata a una rinnovata idea di moda: più rispettosa, più equa, più sostenibile, più umana.
lorusso mariella (2021). La decolonizzazione della moda – lingua, appropriazione e sostenibilità nelle culture native nordamericane. Milano, Torino : Pearson Italia Bruno Mondadori.
La decolonizzazione della moda – lingua, appropriazione e sostenibilità nelle culture native nordamericane
lorusso mariella
2021
Abstract
L’imposizione dell’abbigliamento come simbolo di civilizzazione forzata è parte del genocidio culturale messo in atto in tutti i paesi che hanno subìto il dominio coloniale. E anche se oggi si comincia a riconoscere la validità di tradizioni vestimentarie "altre", l’impronta coloniale nella moda è ancora ben presente in tutti gli ambiti: dall'estetica al linguaggio, dalle scelte economiche alle ricadute ambientali. Decolonizzare la moda equivale a metterne in discussione ogni aspetto, per ridefinirla come fenomeno culturale universale che nasce con pari dignità, da tempi lontanissimi, in tutte le culture del mondo. Per i nativi americani, l’abito è un veicolo per raccontare storie che vanno narrate, per resistere, per guarire dalle ferite ancora aperte della colonialità, e per dichiarare la bellezza delle proprie culture. L’attuale esplosione creativa degli stilisti nativi merita attenzione anche per la loro funzione di “attivatori” del cambiamento attraverso la capacità di coniugare tradizione e novità, motivi antichi e urgenze contemporanee. In Italia, colonizzazione e decolonizzazione della moda sono temi poco esplorati, e la stessa percezione della scorrettezza di fenomeni cruciali come quello dell’appropriazione tarda ad affermarsi. È per colmare un grande vuoto di consapevolezza e di civiltà che questo libro è stato ideato, con l’intento di costruire una partecipazione appassionata a una rinnovata idea di moda: più rispettosa, più equa, più sostenibile, più umana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.