Il volume raccoglie gli atti del Convegno conclusivo della ricerca COFIN 2005 ″Conoscenza delle tecniche costruttive storiche nelle regioni adriatiche: strutture murarie, coperture e finiture in Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Puglia". Il contributo presentato risulta parte di uno studio più ampio finalizzato alla conoscenza ed alla conservazione del patrimonio delle architetture fortificate tra Romagna e Montefeltro sempre più a rischio non solo da un punto di vista storico-artistico ma soprattutto tecnologico e materiale. Le architetture fortificate di epoca medievale sono, ancora oggi, un argomento di studio molto specialistico, a dispetto invece della vasta pubblicistica di settore d’oltralpe. Eppure i castelli, le fortezze e le cinte murate risultano un corpus testimoniale di grande interesse. Segnano le vie di popolamento, raccontano le modalità di presidio ed occupazione di un territorio; costituiscono il luogo ideale per lo studio delle tecniche e dei materiali da costruzione nell’ambito della cultura materiale. L’architettura fortificata, come l’architettura in genere, è oramai accettato che non possa essere del tutto capita fermandosi solo all’aspetto visibile, alle geometrie, alle tipologie. Ci sono altre variabili che condizionano il risultato finale di una azione costruttiva, oltre alla intenzionalità formale, quale ad esempio, la disponibilità d’uso dei materiali. Esiste già da tempo una notevole letteratura che documenta quanto la trasmissione della cultura tecnica medievale sia generalmente di natura empirica ed avvenga con parole e gesti (i pochi trattati dell’epoca costituiscono traduzioni intellettuali che generalmente non insegnavano la pratica dei mestieri) Lo scritto è il frutto della ricognizione, fatta da chi scrive, in occasione di recenti lavori di restauro. Si tratta di dati appartenenti ad un contesto culturalmente e territorialmente omogeneo, i castelli dei territori malatestiani appunto, che pur non presentando per loro natura particolari peculiarità, ci permettono comunque di parlare di dettagli comuni a tanta architettura castellana, italiana e non, a cavallo tra il XIV ed il XV secolo: dai ponti levatoi ai cammini di ronda, dalle latrine alle tipologie dei fossati, dalle postazioni fisse per le armi da fuoco ai tipo di finitura dei paramenti.
A.Ugolini (2009). Dettagli costruttivi nelle fortificazioni malatestiane del XIV e del XV secolo tra Romagna e Montefeltro. FIRENZE : Alinea.
Dettagli costruttivi nelle fortificazioni malatestiane del XIV e del XV secolo tra Romagna e Montefeltro
UGOLINI, ANDREA
2009
Abstract
Il volume raccoglie gli atti del Convegno conclusivo della ricerca COFIN 2005 ″Conoscenza delle tecniche costruttive storiche nelle regioni adriatiche: strutture murarie, coperture e finiture in Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Puglia". Il contributo presentato risulta parte di uno studio più ampio finalizzato alla conoscenza ed alla conservazione del patrimonio delle architetture fortificate tra Romagna e Montefeltro sempre più a rischio non solo da un punto di vista storico-artistico ma soprattutto tecnologico e materiale. Le architetture fortificate di epoca medievale sono, ancora oggi, un argomento di studio molto specialistico, a dispetto invece della vasta pubblicistica di settore d’oltralpe. Eppure i castelli, le fortezze e le cinte murate risultano un corpus testimoniale di grande interesse. Segnano le vie di popolamento, raccontano le modalità di presidio ed occupazione di un territorio; costituiscono il luogo ideale per lo studio delle tecniche e dei materiali da costruzione nell’ambito della cultura materiale. L’architettura fortificata, come l’architettura in genere, è oramai accettato che non possa essere del tutto capita fermandosi solo all’aspetto visibile, alle geometrie, alle tipologie. Ci sono altre variabili che condizionano il risultato finale di una azione costruttiva, oltre alla intenzionalità formale, quale ad esempio, la disponibilità d’uso dei materiali. Esiste già da tempo una notevole letteratura che documenta quanto la trasmissione della cultura tecnica medievale sia generalmente di natura empirica ed avvenga con parole e gesti (i pochi trattati dell’epoca costituiscono traduzioni intellettuali che generalmente non insegnavano la pratica dei mestieri) Lo scritto è il frutto della ricognizione, fatta da chi scrive, in occasione di recenti lavori di restauro. Si tratta di dati appartenenti ad un contesto culturalmente e territorialmente omogeneo, i castelli dei territori malatestiani appunto, che pur non presentando per loro natura particolari peculiarità, ci permettono comunque di parlare di dettagli comuni a tanta architettura castellana, italiana e non, a cavallo tra il XIV ed il XV secolo: dai ponti levatoi ai cammini di ronda, dalle latrine alle tipologie dei fossati, dalle postazioni fisse per le armi da fuoco ai tipo di finitura dei paramenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.