“Trovo quello che unisce, quello che può avviare […] all’incontro. Trovo qualcosa che è – come la lingua – immateriale, eppure è terrestre, planetario, qualcosa di circolare, che ritorna a se stesso attraverso entrambi i poli e facendo questo interseca – è divertente – persino i tropici: trovo … un Meridiano” (Celan, trad.it. 2008, p. 21) . Così scrive Paul Celan al termine della ricerca cartografica sulla verità - dei luoghi e della poesia - che promette “una svolta del respiro” (Celan, trad. it. 2008, p. 13). Su questo termine geografico si coglie tutta la suggestione della consonanza dell’incontro, svolta o unione tra la topologia di Celan e quella che, sulla scorta di Baudrillard, possiamo definire la fase virale del capitalismo, o della globalizzazione – il che è lo stesso. Perché il Meridiano di Celan ricorda come, in lingua tedesca, i tropi della retorica e i tropici della geografia condividono nella forma plurale il medesimo significante – in fondo sono entrambi deputati a rivestire o circondare un altro contenuto. Il meridiano si connette così al linguaggio dei media e delle comunicazioni ufficiali che utilizza il termine mappa per mettere in immagine la diffusione del Covid-19. Termine che per i geografi significa tecnicamente panno del mondo, ossia qualcosa che avvolge e circonda il mondo con pieghe e intensità in un registro temporale di crisi irriducibile alla ragione reticolare e allo spazio sincronico contemporaneo (Olsson, 2007). Ed è esattamente la proiezione di una simile “mappamundi virale” a ridisegnare il contenuto del globo attuale. Il rapporto tra i due globi – analoghi nella loro natura di ibridi capricci metafisici – è stabilito da una linea di margine o di crisi che, intersecando due proiezioni e due immaginazioni geografiche, rinegozia la promessa dei limiti immunitari dell’attuale fase della globalizzazione (Sloterdijk, 2007). Ed è questo il margine che l'articolo rileva.
Alessandra Bonazzi (2021). Geografie marginali: la mappa e il tempo del piccolo globo virale. (Dialogo tra AB e GdS). SEMESTRALE DI STUDI E RICERCHE DI GEOGRAFIA, 33(2 SUP), 95-103 [10.13133/2784-9643/17643].
Geografie marginali: la mappa e il tempo del piccolo globo virale. (Dialogo tra AB e GdS)
Alessandra Bonazzi
Co-primo
2021
Abstract
“Trovo quello che unisce, quello che può avviare […] all’incontro. Trovo qualcosa che è – come la lingua – immateriale, eppure è terrestre, planetario, qualcosa di circolare, che ritorna a se stesso attraverso entrambi i poli e facendo questo interseca – è divertente – persino i tropici: trovo … un Meridiano” (Celan, trad.it. 2008, p. 21) . Così scrive Paul Celan al termine della ricerca cartografica sulla verità - dei luoghi e della poesia - che promette “una svolta del respiro” (Celan, trad. it. 2008, p. 13). Su questo termine geografico si coglie tutta la suggestione della consonanza dell’incontro, svolta o unione tra la topologia di Celan e quella che, sulla scorta di Baudrillard, possiamo definire la fase virale del capitalismo, o della globalizzazione – il che è lo stesso. Perché il Meridiano di Celan ricorda come, in lingua tedesca, i tropi della retorica e i tropici della geografia condividono nella forma plurale il medesimo significante – in fondo sono entrambi deputati a rivestire o circondare un altro contenuto. Il meridiano si connette così al linguaggio dei media e delle comunicazioni ufficiali che utilizza il termine mappa per mettere in immagine la diffusione del Covid-19. Termine che per i geografi significa tecnicamente panno del mondo, ossia qualcosa che avvolge e circonda il mondo con pieghe e intensità in un registro temporale di crisi irriducibile alla ragione reticolare e allo spazio sincronico contemporaneo (Olsson, 2007). Ed è esattamente la proiezione di una simile “mappamundi virale” a ridisegnare il contenuto del globo attuale. Il rapporto tra i due globi – analoghi nella loro natura di ibridi capricci metafisici – è stabilito da una linea di margine o di crisi che, intersecando due proiezioni e due immaginazioni geografiche, rinegozia la promessa dei limiti immunitari dell’attuale fase della globalizzazione (Sloterdijk, 2007). Ed è questo il margine che l'articolo rileva.File | Dimensione | Formato | |
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