La “fusariosi del frumento” è la principale avversità che attualmente può colpire il cereale. Presenta una eziologia ed una epidemiologia molto complessa, è presente nei nostri areali cerealicoli da molto tempo. Sono note due sindromi: la “fusariosi del piede” e la “fusariosi della spiga”. Gli agenti causali sono i medesimi, alcuni appartengono al genere Fusarium (F. graminearum, F. culmorun, F. avenaceum, F. poae, ecc.) altri al genere Microdochium (M.nivale var. nivalis e var. majus). La diffusione e la virulenza delle infezioni, sono legati a fattori agronomici, pedoclimatici e alla sensibilità varietale. Gli effetti di questa sindrome sulla produzione sono di due tipi: quantitativi (riduzione del peso in mille semi e del peso elettrolitico, minor resa in granella) e qualitativi (produzione di granella con minor contenuto in amido e proteine, accumulo di micotossine –DON nelle cariossidi). Cosa si può fare per contenere la “fusariosi del frumento” dato che le due sindromi sono strettamente legate tra loro? Innanzitutto scegliere un determinato percorso agronomico che preveda l'impiego di mezzi tecnici adeguati, ma è importante conoscere se opero in una zona a rischio per condizioni climatiche favorevoli alla malattia per scegliere se seminare frumento tenero (più resistente) o frumento duro (più sensibile) e nell’ambito delle due specie una varietà di frumento più resistente, o tollerante. AL momento della semina è importante scegliere semente di qualità, certificata e conciata, ma soprattutto conciata dalla ditta sementiera con fungicidi di provata efficacia verso il genere Fusarium. Qualora, a fine inverno, siano state osservate fallanze nei seminati e successivamente in levata si riscontrino imbrunimenti diffusi alla base delle piante di frumento (tipici sintomi della “fusariosi del piede”) può essere conveniente intervenire con principi attivi a base di tebuconazolo o prochloraz ( in commercio da molto tempo) ed in prospettiva con prothioconazolo e prothioconazolo+tebuconazolo. Successivamente ci si deve preoccupare della “fusariosi della spiga” soprattutto se ho scelto un percorso agrotecnico a rischio. Il momento più opportuno di intervento è legato al periodo di massima sensibilità della pianta alla fusariosi che coincide con l’inizio della fioritura (15-20% antere visibili). Il cerealicoltore, comunque può intervenire qualche giorno prima o qualche giorno dopo rispetto a detto momento. I principi attivi a disposizione del cerealicoltore (tebuconazolo e prochloraz da solo o in miscela con diversi triazoli) garantiscono una un’efficacia, nel ridurre l’incidenza e la gravità della malattia che varia dal 40 al 60% e quindi incrementi in resa in granella significativi. Svariate esperienze hanno messo in evidenza che, pure, il contenuto di micotossine, quali deossinivalenolo (DON) e T-2 ed HT-2, riscontrabile sulla granella raccolta da piante trattate con i summenzionati principi attivi risulta, mediamente, inferiore del 35-60% (con punte attorno al 70%) rispetto a quello riscontrabile su granella raccolta da piante non trattate. Diverse esperienze di campo hanno evidenziato l’elevata capacità di protioconazolo e protioconazolo+tebuconazolo nel ridurre, l’incidenza e la gravità della “fusariosi della spiga” (efficacia media 50-70%), consentendo significativi incrementi di produzione, e contemporaneamente riduzione del livello di DON (mediamente 60-80%) nelle cariossidi.

D. Pancaldi (2009). I percorsi agronomici per combattere la fusariosi. INFORMATORE FITOPATOLOGICO, 10 supplemento 2, 26-28.

I percorsi agronomici per combattere la fusariosi

PANCALDI, DAVIDE
2009

Abstract

La “fusariosi del frumento” è la principale avversità che attualmente può colpire il cereale. Presenta una eziologia ed una epidemiologia molto complessa, è presente nei nostri areali cerealicoli da molto tempo. Sono note due sindromi: la “fusariosi del piede” e la “fusariosi della spiga”. Gli agenti causali sono i medesimi, alcuni appartengono al genere Fusarium (F. graminearum, F. culmorun, F. avenaceum, F. poae, ecc.) altri al genere Microdochium (M.nivale var. nivalis e var. majus). La diffusione e la virulenza delle infezioni, sono legati a fattori agronomici, pedoclimatici e alla sensibilità varietale. Gli effetti di questa sindrome sulla produzione sono di due tipi: quantitativi (riduzione del peso in mille semi e del peso elettrolitico, minor resa in granella) e qualitativi (produzione di granella con minor contenuto in amido e proteine, accumulo di micotossine –DON nelle cariossidi). Cosa si può fare per contenere la “fusariosi del frumento” dato che le due sindromi sono strettamente legate tra loro? Innanzitutto scegliere un determinato percorso agronomico che preveda l'impiego di mezzi tecnici adeguati, ma è importante conoscere se opero in una zona a rischio per condizioni climatiche favorevoli alla malattia per scegliere se seminare frumento tenero (più resistente) o frumento duro (più sensibile) e nell’ambito delle due specie una varietà di frumento più resistente, o tollerante. AL momento della semina è importante scegliere semente di qualità, certificata e conciata, ma soprattutto conciata dalla ditta sementiera con fungicidi di provata efficacia verso il genere Fusarium. Qualora, a fine inverno, siano state osservate fallanze nei seminati e successivamente in levata si riscontrino imbrunimenti diffusi alla base delle piante di frumento (tipici sintomi della “fusariosi del piede”) può essere conveniente intervenire con principi attivi a base di tebuconazolo o prochloraz ( in commercio da molto tempo) ed in prospettiva con prothioconazolo e prothioconazolo+tebuconazolo. Successivamente ci si deve preoccupare della “fusariosi della spiga” soprattutto se ho scelto un percorso agrotecnico a rischio. Il momento più opportuno di intervento è legato al periodo di massima sensibilità della pianta alla fusariosi che coincide con l’inizio della fioritura (15-20% antere visibili). Il cerealicoltore, comunque può intervenire qualche giorno prima o qualche giorno dopo rispetto a detto momento. I principi attivi a disposizione del cerealicoltore (tebuconazolo e prochloraz da solo o in miscela con diversi triazoli) garantiscono una un’efficacia, nel ridurre l’incidenza e la gravità della malattia che varia dal 40 al 60% e quindi incrementi in resa in granella significativi. Svariate esperienze hanno messo in evidenza che, pure, il contenuto di micotossine, quali deossinivalenolo (DON) e T-2 ed HT-2, riscontrabile sulla granella raccolta da piante trattate con i summenzionati principi attivi risulta, mediamente, inferiore del 35-60% (con punte attorno al 70%) rispetto a quello riscontrabile su granella raccolta da piante non trattate. Diverse esperienze di campo hanno evidenziato l’elevata capacità di protioconazolo e protioconazolo+tebuconazolo nel ridurre, l’incidenza e la gravità della “fusariosi della spiga” (efficacia media 50-70%), consentendo significativi incrementi di produzione, e contemporaneamente riduzione del livello di DON (mediamente 60-80%) nelle cariossidi.
2009
D. Pancaldi (2009). I percorsi agronomici per combattere la fusariosi. INFORMATORE FITOPATOLOGICO, 10 supplemento 2, 26-28.
D. Pancaldi
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