Achille Ardigò è stato il fondatore della sociologia della salute in Italia. Di questa materia egli fu infaticabile promotore, divulgatore, teorico e ricercatore sin dai primi anni Settanta. La peculiarità della sociologia della salute di Ardigò, a nostro avviso, è consistita, anzi consiste, visto che è viva e vegeta presso i suoi allievi, nella tensione verso un approccio multidimensionale, senza precedenze tra attenzione per gli aspetti soggettivi e consapevolezza delle influenze delle tendenze strutturali. Questa multidimensionalità, o come avrebbe detto lui “ambivalenza”, deriva da quello che potremmo definire una doppio eclettismo vincolato. Cosa intendiamo con questa espressione? Semplicemente, il fatto che nell’insegnamento del nostro maestro convivono più aspetti. Achille Ardigò fu un teorico raffinatissimo della sociologia della salute, tuttavia accanto al pensiero “riflesso”, così lo chiamava, convivevano l’Ardigò appassionato suggeritore istituzionale (come presidente della prima sezione del Consiglio Superiore di Sanità) e l’Ardigò amministratore (come Commissario straordinario degli Istituti Ortopedici Rizzoli), oltre che, ovviamente, l’Ardigò ricercatore empirico. Ma come abbiamo detto, si tratta di un doppio eclettismo. Il secondo eclettismo riguarda il fatto che Ardigò, in primis fu un docente di sociologia generale. Non fu un “generalista”, ma uno studioso che attraversò tutti i campi della sociologia. Dunque la sua consapevolezza interdisciplinare tra le specializzazioni sociologiche lo rendeva un unicum costituito dal/sul molteplice. Se è vero che la parola health, salute in inglese, derivi da holos, “tutto” in greco, la sociologia della salute di Ardigò “respira” di sociologie dell’ambiente, della famiglia, dell’organizzazione, del lavoro, della comunicazione e delle (nuove) tecnologie. Se pensiamo inoltre che la salus latina indicava la salvezza dell’anima, forse potremmo far rientrare anche una dimensione religiosa – nel senso di persona “ri-legata” con il resto della comunità – nella teoresi ardigoiana. Dicevamo però che il suo doppio eclettismo era sottoposto a un vincolo ovvero all’imperativo epistemologico del rigore sociologico. Il discorso sociologico di Ardigò, benché maturato dalle esperienze più eterogenee, rimane fedelmente avvinto al rispetto della norme che caratterizzano la nostra disciplina. In altri termini, Ardigò non fa sociologia nella medicina, non fa health service research, non fa filosofia sociale del benessere. Ardigò fonda e si vincola alla sociologia della salute .

A. Maturo (2009). La sociologia della malattia in Achille Ardigò e nei classici della sociologia della salute. SALUTE E SOCIETÀ, 2/2009 Suppl., 57-73.

La sociologia della malattia in Achille Ardigò e nei classici della sociologia della salute

MATURO, ANTONIO FRANCESCO
2009

Abstract

Achille Ardigò è stato il fondatore della sociologia della salute in Italia. Di questa materia egli fu infaticabile promotore, divulgatore, teorico e ricercatore sin dai primi anni Settanta. La peculiarità della sociologia della salute di Ardigò, a nostro avviso, è consistita, anzi consiste, visto che è viva e vegeta presso i suoi allievi, nella tensione verso un approccio multidimensionale, senza precedenze tra attenzione per gli aspetti soggettivi e consapevolezza delle influenze delle tendenze strutturali. Questa multidimensionalità, o come avrebbe detto lui “ambivalenza”, deriva da quello che potremmo definire una doppio eclettismo vincolato. Cosa intendiamo con questa espressione? Semplicemente, il fatto che nell’insegnamento del nostro maestro convivono più aspetti. Achille Ardigò fu un teorico raffinatissimo della sociologia della salute, tuttavia accanto al pensiero “riflesso”, così lo chiamava, convivevano l’Ardigò appassionato suggeritore istituzionale (come presidente della prima sezione del Consiglio Superiore di Sanità) e l’Ardigò amministratore (come Commissario straordinario degli Istituti Ortopedici Rizzoli), oltre che, ovviamente, l’Ardigò ricercatore empirico. Ma come abbiamo detto, si tratta di un doppio eclettismo. Il secondo eclettismo riguarda il fatto che Ardigò, in primis fu un docente di sociologia generale. Non fu un “generalista”, ma uno studioso che attraversò tutti i campi della sociologia. Dunque la sua consapevolezza interdisciplinare tra le specializzazioni sociologiche lo rendeva un unicum costituito dal/sul molteplice. Se è vero che la parola health, salute in inglese, derivi da holos, “tutto” in greco, la sociologia della salute di Ardigò “respira” di sociologie dell’ambiente, della famiglia, dell’organizzazione, del lavoro, della comunicazione e delle (nuove) tecnologie. Se pensiamo inoltre che la salus latina indicava la salvezza dell’anima, forse potremmo far rientrare anche una dimensione religiosa – nel senso di persona “ri-legata” con il resto della comunità – nella teoresi ardigoiana. Dicevamo però che il suo doppio eclettismo era sottoposto a un vincolo ovvero all’imperativo epistemologico del rigore sociologico. Il discorso sociologico di Ardigò, benché maturato dalle esperienze più eterogenee, rimane fedelmente avvinto al rispetto della norme che caratterizzano la nostra disciplina. In altri termini, Ardigò non fa sociologia nella medicina, non fa health service research, non fa filosofia sociale del benessere. Ardigò fonda e si vincola alla sociologia della salute .
2009
A. Maturo (2009). La sociologia della malattia in Achille Ardigò e nei classici della sociologia della salute. SALUTE E SOCIETÀ, 2/2009 Suppl., 57-73.
A. Maturo
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