L’avvento della rete ha aperto come noto scenari inediti di partecipazione democratica, divenendo strumento tramite cui la società civile può diffondere informazioni, dibattere, organizzarsi. Se tuttavia la rete è innegabile strumento di potenziamento di alcune libertà, essa, allo stesso tempo, in ragione della sua diffusività, è in grado di pregiudicare l’esercizio di diritti quale quello all'autodeterminazione informativa e interessi di rango costituzionale riconducibili alla dignità della persona (come nel caso dell'hate speech). Ma non solo. Alla prova dei fatti, ad essere offuscata (nella «rete» e dalla «rete») sembra essere non solo la protezione di alcuni diritti e interessi individuali sacrificati sull’altare dell’agorà digitale: con una parziale eterogenesi dei fini appare a tratti compromessa la stessa immagine di «piazza virtuale», del web come luogo aperto di informazione, discussione e partecipazione democratica. La rappresentazione di Internet quale luogo di sviluppo del marketplace of ideas, del libero «mercato di idee» in cui «il miglior test per la verità è la capacità del pensiero di essere accettato nella competizione del mercato» sembra essere in realtà in parte compromessa, soprattutto in riferimento al confronto politico, nel quale invece maggiormente avrebbe dovuto realizzarsi l’auspicata funzione democratizzante della rete. SOMMARIO: 1. Internet, diritti e partecipazione. – 2. Quale partecipazione? Profilazione, bolle informative e fake news. – 3. Hate speech e «democrazia digitale protetta»? – 4. Democrazia protetta da chi? Limiti ai «nuovi governanti» tra decisore pubblico e Drittwirkung.
Chiara Bologna (2021). Libertà di espressione e riservatezza «nella rete»? Alcune osservazioni sul mercato delle idee nell’agorà digitale. GRUPPO DI PISA, 3(Quaderno Terzo, Fascicolo monografico abbinato al n. 2/2021), 67-79.
Libertà di espressione e riservatezza «nella rete»? Alcune osservazioni sul mercato delle idee nell’agorà digitale
Chiara Bologna
2021
Abstract
L’avvento della rete ha aperto come noto scenari inediti di partecipazione democratica, divenendo strumento tramite cui la società civile può diffondere informazioni, dibattere, organizzarsi. Se tuttavia la rete è innegabile strumento di potenziamento di alcune libertà, essa, allo stesso tempo, in ragione della sua diffusività, è in grado di pregiudicare l’esercizio di diritti quale quello all'autodeterminazione informativa e interessi di rango costituzionale riconducibili alla dignità della persona (come nel caso dell'hate speech). Ma non solo. Alla prova dei fatti, ad essere offuscata (nella «rete» e dalla «rete») sembra essere non solo la protezione di alcuni diritti e interessi individuali sacrificati sull’altare dell’agorà digitale: con una parziale eterogenesi dei fini appare a tratti compromessa la stessa immagine di «piazza virtuale», del web come luogo aperto di informazione, discussione e partecipazione democratica. La rappresentazione di Internet quale luogo di sviluppo del marketplace of ideas, del libero «mercato di idee» in cui «il miglior test per la verità è la capacità del pensiero di essere accettato nella competizione del mercato» sembra essere in realtà in parte compromessa, soprattutto in riferimento al confronto politico, nel quale invece maggiormente avrebbe dovuto realizzarsi l’auspicata funzione democratizzante della rete. SOMMARIO: 1. Internet, diritti e partecipazione. – 2. Quale partecipazione? Profilazione, bolle informative e fake news. – 3. Hate speech e «democrazia digitale protetta»? – 4. Democrazia protetta da chi? Limiti ai «nuovi governanti» tra decisore pubblico e Drittwirkung.File | Dimensione | Formato | |
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