In questo articolo mi propongo di esaminare alcuni volumi della Letteratura Italiana della Migrazione riflettendo sui fattori che potrebbero influire sulla significazione di un racconto: le dinamiche editoriali, le forme di autorappresentazione, la ricezione e l’orizzonte di attesa. Se negli studi postcoloniali queste scritture sono sempre state interpretate come uno spazio di resistenza e decostruzione delle strutture di potere dominante, sarà tuttavia necessario evidenziarne anche il grado di adesione ai paradigmi neocoloniali, attraverso l’analisi delle logiche del branding editoriale. In alcune opere, infatti - ad esempio in Educazione Siberiana di Nicolai Lilin -, l’esame testuale e paratestuale evidenzia un marcato sfruttamento dell’alterità culturale degli scrittori: trasformati in informanti nativi, il loro racconto risulta spesso caratterizzato dall’esibizione “etnica” della differenza e della lontananza, ottenuta mediante precise strategie di marketing identitario che mirano alla commercializzazione di ciò che, da transfer culturale, diviene inevitabilmente un’“alterità esotica postcoloniale”.

Il marketing identitario nella Letteratura Italiana della Migrazione

Giulia Molinarolo
2019

Abstract

In questo articolo mi propongo di esaminare alcuni volumi della Letteratura Italiana della Migrazione riflettendo sui fattori che potrebbero influire sulla significazione di un racconto: le dinamiche editoriali, le forme di autorappresentazione, la ricezione e l’orizzonte di attesa. Se negli studi postcoloniali queste scritture sono sempre state interpretate come uno spazio di resistenza e decostruzione delle strutture di potere dominante, sarà tuttavia necessario evidenziarne anche il grado di adesione ai paradigmi neocoloniali, attraverso l’analisi delle logiche del branding editoriale. In alcune opere, infatti - ad esempio in Educazione Siberiana di Nicolai Lilin -, l’esame testuale e paratestuale evidenzia un marcato sfruttamento dell’alterità culturale degli scrittori: trasformati in informanti nativi, il loro racconto risulta spesso caratterizzato dall’esibizione “etnica” della differenza e della lontananza, ottenuta mediante precise strategie di marketing identitario che mirano alla commercializzazione di ciò che, da transfer culturale, diviene inevitabilmente un’“alterità esotica postcoloniale”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/840455
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