Il contributo esamina la letteratura dietetica bassomedievale, indagando in essa la relazione tra regime alimentare, abitudini di vita e gusto dell'individuo. Emerge come l’assunto “ciò che piace fa bene”, che il pensiero medievale aveva accolto da quello antico, sia stato progressivamente oscurato, alla fine del Medioevo, da un principio opposto sebbene anch'esso mutuato dalla dietetica antica, ovvero la classificazione aprioristica dei diversi cibi in salubri e insalubri, adatti ai lavoratori manuali e dannosi per i signori o viceversa. Tale suddivisione era operata dal medico sulla base delle qualità intrinseche del cibo, in relazione alle esigenze e alla classe sociale del soggetto. A una dietetica tendenzialmente soggettiva, molto legata ai gusti dell’individuo, il basso Medioevo ne aveva ormai sostituita una che non poteva prescindere dalla figura del professionista, esperto consigliere in fatto di regime alimentare: un presupposto per l'affermarsi, nel Cinquecento, dell'idea di buongusto, ovvero di un gusto non spontaneo ma culturalmente costruito.
Filippo Ribani (2021). Il sapore della dieta. Gusto, natura e abitudini di vita secondo i medici del basso Medioevo. Roma : Viella.
Il sapore della dieta. Gusto, natura e abitudini di vita secondo i medici del basso Medioevo
Filippo Ribani
2021
Abstract
Il contributo esamina la letteratura dietetica bassomedievale, indagando in essa la relazione tra regime alimentare, abitudini di vita e gusto dell'individuo. Emerge come l’assunto “ciò che piace fa bene”, che il pensiero medievale aveva accolto da quello antico, sia stato progressivamente oscurato, alla fine del Medioevo, da un principio opposto sebbene anch'esso mutuato dalla dietetica antica, ovvero la classificazione aprioristica dei diversi cibi in salubri e insalubri, adatti ai lavoratori manuali e dannosi per i signori o viceversa. Tale suddivisione era operata dal medico sulla base delle qualità intrinseche del cibo, in relazione alle esigenze e alla classe sociale del soggetto. A una dietetica tendenzialmente soggettiva, molto legata ai gusti dell’individuo, il basso Medioevo ne aveva ormai sostituita una che non poteva prescindere dalla figura del professionista, esperto consigliere in fatto di regime alimentare: un presupposto per l'affermarsi, nel Cinquecento, dell'idea di buongusto, ovvero di un gusto non spontaneo ma culturalmente costruito.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.