Quando, nella primavera del 1948, Jacques Maritain fornì a Giovanni Battista Montini una breve bibliografia relativa ai testi in cui era analizzato il significato dell’aggettivo «perfidus» e del sostantivo «perfidia» nella preghiera «pro perfidis Judaeis» del Venerdì Santo, il filosofo francese mise in cima alla lista la voce «Juifs et Chrétiens», comparsa nel 1915 sul «Dictionnaire apologétique de la foi catholique» a firma di Félix Vernet (1863-1942). Sacerdote e studioso quasi completamente trascurato dalla letteratura su questi temi, Vernet fece confluire in «Juifs et Chrétiens» le ricerche sulla storia degli Ebrei che egli aveva avviato nel corso del suo soggiorno a Roma alla fine degli anni ’80 dell’Ottocento, la Roma di età leonina in cui ferveva l’interesse per le indagini storiche. Attraverso un esame dei testi editi e della documentazione manoscritta (tra cui spicca il carteggio con il grande erudito Ulysse Chevalier) è stato possibile ricostruire il percorso intellettuale di Vernet, nella cui opera la parziale accettazione degli schemi mentali dell’antisemitismo a lui contemporaneo è posta al servizio dello scopo cui egli, storico cattolico, costantemente mira: la difesa dell’operato della Chiesa nel passato, nel quadro di una faticosa dialettica tra apologia e ricerca della verità “pura”.

Alle origini del ripensamento sulla «perfidia giudaica»: Ebrei, Cristiani e Chiesa nella storiografia di Félix Vernet (1863-1942)

Lorenzo Tabarrini
2014

Abstract

Quando, nella primavera del 1948, Jacques Maritain fornì a Giovanni Battista Montini una breve bibliografia relativa ai testi in cui era analizzato il significato dell’aggettivo «perfidus» e del sostantivo «perfidia» nella preghiera «pro perfidis Judaeis» del Venerdì Santo, il filosofo francese mise in cima alla lista la voce «Juifs et Chrétiens», comparsa nel 1915 sul «Dictionnaire apologétique de la foi catholique» a firma di Félix Vernet (1863-1942). Sacerdote e studioso quasi completamente trascurato dalla letteratura su questi temi, Vernet fece confluire in «Juifs et Chrétiens» le ricerche sulla storia degli Ebrei che egli aveva avviato nel corso del suo soggiorno a Roma alla fine degli anni ’80 dell’Ottocento, la Roma di età leonina in cui ferveva l’interesse per le indagini storiche. Attraverso un esame dei testi editi e della documentazione manoscritta (tra cui spicca il carteggio con il grande erudito Ulysse Chevalier) è stato possibile ricostruire il percorso intellettuale di Vernet, nella cui opera la parziale accettazione degli schemi mentali dell’antisemitismo a lui contemporaneo è posta al servizio dello scopo cui egli, storico cattolico, costantemente mira: la difesa dell’operato della Chiesa nel passato, nel quadro di una faticosa dialettica tra apologia e ricerca della verità “pura”.
2014
Lorenzo Tabarrini
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