L’educazione liberale di Benjamin si misura con l’ebraismo in un confronto che indica la fiducia del giovane Benjamin nell’ebraismo tedesco laico e liberale. Su queste premesse si fonda il confronto con le idee di Martin Buber. La Sprachtheologie di Benjamin, che considera la lingua umana un riflesso del Verbo, della lingua assolutamente creatrice, nella quale non esiste distinzione tra significante e significato, tra ciò che designa e ciò che viene designato avrà un peso nella teoria benjaminiana della traduzione, espressa in Il compito del traduttore. È il primo contributo a quella interrogazione filosofica delle opere d’arte e della loro «verità» che animerà il saggio sulle Affinità elettive di Goethe e il lavoro sul dramma barocco tedesco e che poi si intersecherà con la prospettiva marxista dando luogo ad altri fondamentali contributi. L’Origine del dramma barocco tedesco rappresenta una decisa valorizzazione di quelli che Bloch ha definito «particolari marginali significativi», mostrando l’attenzione di Benjamin per il «metodo micrologico» e per l’allegoresi barocca. Dopo aver esposto in una densa ed ardua Premessa gnoseologica la propria originale ripresa della filosofia come ricerca intorno alla parola e alla «struttura discontinua del mondo delle idee», Benjamin costruisce la sua analisi dell’idea della forma del Trauerspiel in antitesi alla forma tragica: laddove la tragedia ha origine nel mito, il Trauerspiel ha origine nella storia intesa come lutto. Negli anni successivi, quelli del rapporto con Brecht e della collaborazione alla «Zeitschrift für Sozialforschung», Benjamin approfondisce la propria ricerca intorno al rapporto tra arte, società e politica, sia nelle pagine del Passagenwerk, sia in quelle de L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Riprodotta in serie, l’opera d’arte è oggetto nella contemporaneità di una fruizione di massa: il riprodotto si sottrae all’ambito della tradizione e dell’aura, come accade esemplarmente nel cinema, che non prevede una fruizione di tipo contemplativo, legata al rituale. Nato dallo sforzo di rispondere all’esigenza di una teoria materialistica e dialettica, il saggio deve essere letto all’interno del dialogo che intrattiene con le pagine dell’incompiuta opera su Parigi. Uno dei punti qualificanti delle parti introduttive del libro su Parigi è l’osservazione di come la tecnica e la tecnologia contribuiscano alla ristrutturazione in epoca moderna del sistema percettivo umano. Le modalità di riproduzione emergenti nel moderno assetto dell’industria sono destinate ad avere un impatto decisivo sulle forme secondo le quali l’uomo organizza la percezione del mondo che lo circonda. Al Passagenwerk sono connesse anche le riflessioni sulla storia dell’incompiuto Sul concetto di storia. Muovendo dai «rifiuti della storia», dai materiali di scarto, strappando il frammento al continuum pseudologico, Benjamin tenta nella sua opera incompiuta di «costruire» un nuova immagine della modernità che sorga dall’incontro dialettico di presente e passato decisivo per entrambi, e non soltanto dal punto di vista della comprensione, ma anche da quello della prassi. La riflessione benjaminiana sul concetto di storia nasce dalla complessiva rilettura della modernità, della sua preistoria e della sua storia condotta in tutti gli scritti degli ultimi anni, dove riflessione sull’arte, sulla storia, sulla tecnica e sulla politica si compenetrano.

G. Benvenuti (2009). Ritratto di Walter Benjamin. NUOVA INFORMAZIONE BIBLIOGRAFICA, 1, 9-34.

Ritratto di Walter Benjamin

BENVENUTI, GIULIANA
2009

Abstract

L’educazione liberale di Benjamin si misura con l’ebraismo in un confronto che indica la fiducia del giovane Benjamin nell’ebraismo tedesco laico e liberale. Su queste premesse si fonda il confronto con le idee di Martin Buber. La Sprachtheologie di Benjamin, che considera la lingua umana un riflesso del Verbo, della lingua assolutamente creatrice, nella quale non esiste distinzione tra significante e significato, tra ciò che designa e ciò che viene designato avrà un peso nella teoria benjaminiana della traduzione, espressa in Il compito del traduttore. È il primo contributo a quella interrogazione filosofica delle opere d’arte e della loro «verità» che animerà il saggio sulle Affinità elettive di Goethe e il lavoro sul dramma barocco tedesco e che poi si intersecherà con la prospettiva marxista dando luogo ad altri fondamentali contributi. L’Origine del dramma barocco tedesco rappresenta una decisa valorizzazione di quelli che Bloch ha definito «particolari marginali significativi», mostrando l’attenzione di Benjamin per il «metodo micrologico» e per l’allegoresi barocca. Dopo aver esposto in una densa ed ardua Premessa gnoseologica la propria originale ripresa della filosofia come ricerca intorno alla parola e alla «struttura discontinua del mondo delle idee», Benjamin costruisce la sua analisi dell’idea della forma del Trauerspiel in antitesi alla forma tragica: laddove la tragedia ha origine nel mito, il Trauerspiel ha origine nella storia intesa come lutto. Negli anni successivi, quelli del rapporto con Brecht e della collaborazione alla «Zeitschrift für Sozialforschung», Benjamin approfondisce la propria ricerca intorno al rapporto tra arte, società e politica, sia nelle pagine del Passagenwerk, sia in quelle de L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Riprodotta in serie, l’opera d’arte è oggetto nella contemporaneità di una fruizione di massa: il riprodotto si sottrae all’ambito della tradizione e dell’aura, come accade esemplarmente nel cinema, che non prevede una fruizione di tipo contemplativo, legata al rituale. Nato dallo sforzo di rispondere all’esigenza di una teoria materialistica e dialettica, il saggio deve essere letto all’interno del dialogo che intrattiene con le pagine dell’incompiuta opera su Parigi. Uno dei punti qualificanti delle parti introduttive del libro su Parigi è l’osservazione di come la tecnica e la tecnologia contribuiscano alla ristrutturazione in epoca moderna del sistema percettivo umano. Le modalità di riproduzione emergenti nel moderno assetto dell’industria sono destinate ad avere un impatto decisivo sulle forme secondo le quali l’uomo organizza la percezione del mondo che lo circonda. Al Passagenwerk sono connesse anche le riflessioni sulla storia dell’incompiuto Sul concetto di storia. Muovendo dai «rifiuti della storia», dai materiali di scarto, strappando il frammento al continuum pseudologico, Benjamin tenta nella sua opera incompiuta di «costruire» un nuova immagine della modernità che sorga dall’incontro dialettico di presente e passato decisivo per entrambi, e non soltanto dal punto di vista della comprensione, ma anche da quello della prassi. La riflessione benjaminiana sul concetto di storia nasce dalla complessiva rilettura della modernità, della sua preistoria e della sua storia condotta in tutti gli scritti degli ultimi anni, dove riflessione sull’arte, sulla storia, sulla tecnica e sulla politica si compenetrano.
2009
G. Benvenuti (2009). Ritratto di Walter Benjamin. NUOVA INFORMAZIONE BIBLIOGRAFICA, 1, 9-34.
G. Benvenuti
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/83902
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact