La riflessione all’origine di questo articolo scaturisce, infatti, da quello che è accaduto nel sistema della magistratura italiana con il caso Palamara, esploso nel maggio del 2019. L’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), ed ex membro del Consiglio superiore della magistratura (CSM), Luca Palamara, è stato espulso dalla magistratura con l’accusa di aver interferito nell’esercizio delle attività di organi costituzionali, favorendo alcuni magistrati nelle progressioni di carriera e pilotando l’assegnazione degli incarichi direttivi. Questa vicenda getta luce sull’esistenza di pratiche di azione, relative al governo della magistratura, al funzionamento del CSM e, in particolare, al meccanismo delle carriere, che vanno ben oltre i fatti emersi e contestati. Si tratta di pratiche molto distanti da quanto prescritto dalla regolazione formale, ridotta a una sorta di paravento per logiche e prassi alternative e parallele governate principalmente dalle correnti interne all’ANM. Tale sistema di regolazione alternativa non solo prescinde dalla complessa e inefficiente architettura formale esistente, ma si fonda su logiche che si collocano, talvolta, ai limiti della trasparenza e dell’imparzialità: vale a dire, i valori che dovrebbero guidare il funzionamento delle istituzioni politico-democratiche, quali il sistema giudiziario.
Cristina Dallara, Maurizio Catino (2021). Le regole dell’apprendimento imperfetto. Norme e prassi nel Consiglio superiore della magistratura. STATO E MERCATO, 2, 235-269 [10.1425/102024].
Le regole dell’apprendimento imperfetto. Norme e prassi nel Consiglio superiore della magistratura
Cristina Dallara
Formal Analysis
;
2021
Abstract
La riflessione all’origine di questo articolo scaturisce, infatti, da quello che è accaduto nel sistema della magistratura italiana con il caso Palamara, esploso nel maggio del 2019. L’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), ed ex membro del Consiglio superiore della magistratura (CSM), Luca Palamara, è stato espulso dalla magistratura con l’accusa di aver interferito nell’esercizio delle attività di organi costituzionali, favorendo alcuni magistrati nelle progressioni di carriera e pilotando l’assegnazione degli incarichi direttivi. Questa vicenda getta luce sull’esistenza di pratiche di azione, relative al governo della magistratura, al funzionamento del CSM e, in particolare, al meccanismo delle carriere, che vanno ben oltre i fatti emersi e contestati. Si tratta di pratiche molto distanti da quanto prescritto dalla regolazione formale, ridotta a una sorta di paravento per logiche e prassi alternative e parallele governate principalmente dalle correnti interne all’ANM. Tale sistema di regolazione alternativa non solo prescinde dalla complessa e inefficiente architettura formale esistente, ma si fonda su logiche che si collocano, talvolta, ai limiti della trasparenza e dell’imparzialità: vale a dire, i valori che dovrebbero guidare il funzionamento delle istituzioni politico-democratiche, quali il sistema giudiziario.File | Dimensione | Formato | |
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