Il saggio considera vari aspetti della relazione tra politica e violenza, con una attenzione particolare alla mediazione linguistica. Più specificamente, attraverso un esame del pensiero di Frantz Fanon, si intende mostrare il modo in cui il potere impiega sempre la violenza in e attraverso un determinato linguaggio, una grammatica, una sintassi. Si vuole inoltre mettere in evidenza il modo in cui il linguaggio è tuttavia anche, al contempo, il nucleo fondamentale dell’espressione di una resistenza vitale al potere, sia sul piano ontologico, che politico. La violenza del potere, anche nelle sue forme più estreme, passa sempre attraverso un atto linguistico. Ciò nonostante, alcuni filosofi politici hanno offerto una diversa prospettiva sulla relazione tra linguaggio e potere: definendo la resistenza come la caratteristica fondamentale della politica, essi hanno evidenziato il fatto che il conflitto con il potere ha luogo anche dentro il linguaggio. Questo diventa così un vero e proprio luogo di battaglia teorico, rendendo in tal modo possibile pensare un diverso ruolo e un diverso significato della violenza. Grazie agli scritti teorici e politici di Fanon, possiamo definire una diversa concezione della violenza. Mediante un’analisi delle sue opere, si espongono e il carattere “mostruoso” che assume per il potere la resistenza ad esso, e la sua relazione con il linguaggio della violenza.
Del Lucchese F (2010). The Language of Monsters: Fanon on power and violence. ISONOMIA, 2010, 1-15.
The Language of Monsters: Fanon on power and violence
Del Lucchese F
2010
Abstract
Il saggio considera vari aspetti della relazione tra politica e violenza, con una attenzione particolare alla mediazione linguistica. Più specificamente, attraverso un esame del pensiero di Frantz Fanon, si intende mostrare il modo in cui il potere impiega sempre la violenza in e attraverso un determinato linguaggio, una grammatica, una sintassi. Si vuole inoltre mettere in evidenza il modo in cui il linguaggio è tuttavia anche, al contempo, il nucleo fondamentale dell’espressione di una resistenza vitale al potere, sia sul piano ontologico, che politico. La violenza del potere, anche nelle sue forme più estreme, passa sempre attraverso un atto linguistico. Ciò nonostante, alcuni filosofi politici hanno offerto una diversa prospettiva sulla relazione tra linguaggio e potere: definendo la resistenza come la caratteristica fondamentale della politica, essi hanno evidenziato il fatto che il conflitto con il potere ha luogo anche dentro il linguaggio. Questo diventa così un vero e proprio luogo di battaglia teorico, rendendo in tal modo possibile pensare un diverso ruolo e un diverso significato della violenza. Grazie agli scritti teorici e politici di Fanon, possiamo definire una diversa concezione della violenza. Mediante un’analisi delle sue opere, si espongono e il carattere “mostruoso” che assume per il potere la resistenza ad esso, e la sua relazione con il linguaggio della violenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.