L’ABUSO DEL DIRITTO NELLA DIRETTIVA MADRE FIGLIA TRA PRINCIPI EUROPEI E ISTITUTI CONVENZIONALI

The changes recently made by Directive 2015/121 / EU within the motherdaughter Directive have significantly innovated the anti-abuse regulations contained therein by introducing, in addition to a general definition of the concept of abuse, a real obligation for the national States., to combat and eliminate the abusive use of the tax neutrality regime provided for by the Directive. Based on this changed regulatory context, there are two questions that need to be answered. In the first place, it is necessary to ask whether this anti-abuse rule constitutes a new prohibition of abuse of the right or whether this is only an expression of the general principle of prohibition of abuse of the right which has long been established in the European Union. Secondly, it is necessary to assess what are the limits today that the rules, both national and conventional, must respect when ascertaining the abuse in order not to violate fundamental principles of European law such as that of proportionality and the freedom of establishment. It is therefore necessary to reconstruct the jurisprudential orientation of the Court of Justice of the European Union on the subject of abuse of the right in order to determine with certainty what is, to date, the content and scope of the prohibition of abuse of the right contained in the parent Directive parent-subsidiary.

Le modifiche recentemente apportate dalla Direttiva 2015/121/UE all’interno della Direttiva madre-figlia hanno significativamente innovato la disciplina antiabuso ivi contenuta introducendo, oltre ad una generale definizione del concetto di abuso, un vero e proprio obbligo, in capo agli Stati nazionali, di contrastare ed eliminare l’utilizzo abusivo del regime di neutralità fiscale previsto dalla Direttiva. Sulla base di questo mutato contesto normativo, due sono gli interrogativi a cui occorre fornire risposta. In primo luogo, è necessario domandarsi se tale norma antiabuso costituisca un nuovo divieto di abuso del diritto oppure se questa sia solo una espressione del generale principio di divieto di abuso del diritto da tempo affermatosi in sede eurounionale. In secondo luogo, occorre valutare quali siano oggi i limiti che le norme, sia nazionali che convenzionali, devono rispettare in sede di accertamento dell’abuso al fine di non violare principi fondamentali del diritto europeo quali quello di proporzionalità e la libertà di stabilimento. Si rende quindi necessario ricostruire l’orientamento giurisprudenziale della Corte di Giustizia dell’Unione europea in tema di abuso del diritto al fine di determinare con certezza quale sia, ad oggi, il contenuto e la portata del divieto di abuso del diritto contenuto nella Direttiva madre-figlia.