Sono in molti – tra esperti e opinione pubblica – a condividere l’idea che l’attuale crisi della rappresentanza politica vada ben oltre la ridotta percezione di legittimità di partiti e organizzazioni sociali. Guardando alla sfera locale, tale crisi ha diverse ragioni. Da un lato, vi sono i tradizionali fattori socio-economici, il cui peso determinante nella differenziazione della partecipazione politica ed elettorale è amplificato dalla destrutturazione dei partiti e dalla «privatizzazione» della politica. Dall’altro, vi è una crescente stratificazione civica [Morris 2002], ovvero la compresenza nell’ambito di un medesimo territorio di individui caratterizzati da una varietà di statuti giuridici, a cui corrisponde una rilevante iniquità di accesso a diritti e garanzie. Assistiamo così a uno iato crescente fra la popolazione e suoi rappresentanti nelle istituzioni formali: sindaci e Consigli comunali sono scelti da elettorati sempre più ristretti per effetto sia della drastica riduzione dei livelli di partecipazione elettorale sia dell’esclusione dai diritti elettorali attivi e passivi di larghi settori della popolazione. Questa condizione di «democrazia limitata» ha effetti molto importanti sulla qualità, l’equità e l’inclusività delle politiche locali: la stessa riduzione dei divari sociali e spaziali è difficile a immaginarsi senza la partecipazione attiva di chi direttamente li subisce. Sui divari che riguardano la democrazia e la cittadinanza prevale un atteggiamento molto spesso fatalista e la stessa concezione di legalità oggi prevalente sembra escludere uno dei capisaldi essenziali di una democrazia costituzionale: il diritto a partecipare all’assunzione delle decisioni pubbliche e il dovere delle istituzioni di assicurare contesti entro i quali un numero sempre maggiore di persone possano esercitare tale diritto. Per questa ragione, crediamo vi sia il bisogno di un «approccio volontaristico» alla costruzione delle democrazie locali, che abbia come obiettivo la riduzione dei divari anche in questo campo e che muova da due principi generali dai quali discendano una serie di interventi concreti.

G. Allegretti, A.C. (2021). Sulla partecipazione: strumenti di attivazione e democrazia degli abitanti. Bologna : Il Mulino.

Sulla partecipazione: strumenti di attivazione e democrazia degli abitanti

E. Gargiulo;
2021

Abstract

Sono in molti – tra esperti e opinione pubblica – a condividere l’idea che l’attuale crisi della rappresentanza politica vada ben oltre la ridotta percezione di legittimità di partiti e organizzazioni sociali. Guardando alla sfera locale, tale crisi ha diverse ragioni. Da un lato, vi sono i tradizionali fattori socio-economici, il cui peso determinante nella differenziazione della partecipazione politica ed elettorale è amplificato dalla destrutturazione dei partiti e dalla «privatizzazione» della politica. Dall’altro, vi è una crescente stratificazione civica [Morris 2002], ovvero la compresenza nell’ambito di un medesimo territorio di individui caratterizzati da una varietà di statuti giuridici, a cui corrisponde una rilevante iniquità di accesso a diritti e garanzie. Assistiamo così a uno iato crescente fra la popolazione e suoi rappresentanti nelle istituzioni formali: sindaci e Consigli comunali sono scelti da elettorati sempre più ristretti per effetto sia della drastica riduzione dei livelli di partecipazione elettorale sia dell’esclusione dai diritti elettorali attivi e passivi di larghi settori della popolazione. Questa condizione di «democrazia limitata» ha effetti molto importanti sulla qualità, l’equità e l’inclusività delle politiche locali: la stessa riduzione dei divari sociali e spaziali è difficile a immaginarsi senza la partecipazione attiva di chi direttamente li subisce. Sui divari che riguardano la democrazia e la cittadinanza prevale un atteggiamento molto spesso fatalista e la stessa concezione di legalità oggi prevalente sembra escludere uno dei capisaldi essenziali di una democrazia costituzionale: il diritto a partecipare all’assunzione delle decisioni pubbliche e il dovere delle istituzioni di assicurare contesti entro i quali un numero sempre maggiore di persone possano esercitare tale diritto. Per questa ragione, crediamo vi sia il bisogno di un «approccio volontaristico» alla costruzione delle democrazie locali, che abbia come obiettivo la riduzione dei divari anche in questo campo e che muova da due principi generali dai quali discendano una serie di interventi concreti.
2021
Ricomporre i divari. Politiche e progetti territoriali contro le disuguaglianze e per la transizione ecologica
203
213
G. Allegretti, A.C. (2021). Sulla partecipazione: strumenti di attivazione e democrazia degli abitanti. Bologna : Il Mulino.
G. Allegretti, A. Coppola, E. Gargiulo, E. Ostanel, L. Saija, M. Secchi
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