La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro rappresentano oggi uno dei settori più ricchi di implicazioni e più importanti della politica sociale dell’Unione Europea e dell’Italia. Se a partire dalla revisione del Trattato dell’Unione Europea realizzato ad Amsterdam nel 1998, è stata rivolta particolare attenzione ai problemi occupazionali dei paesi comunitari e l’obiettivo è stato quello di promuovere politiche volte al raggiungimento di un elevato livello quantitativo di partecipazione al mercato del lavoro, in una seconda fase, avviata dal Consiglio Europeo di Lisbona nell’anno 2000, la meta che si è data l’Unione Europea e gli Stati membri fra cui l’Italia, è stata quella di dedicare particolare attenzione alla creazione di posti di lavoro di migliore qualità. E in riferimento a questo fine, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sono riconosciuti come elementi essenziali nell’ambito del miglioramento della qualità dei posti di lavoro e congruenti con l’obiettivo legato al rafforzamento dell’economia della conoscenza basata su processi di apprendimento e di innovazione. La rinnovata attenzione comunitaria al tema della qualità del lavoro, di cui la sicurezza rappresenta una dimensione essenziale, ha luogo contestualmente a dinamiche, che soprattutto negli ultimi decenni, hanno provocato un crescente dualismo nel mercato del lavoro e un innalzamento di condizioni di precarietà occupazionale, anche a causa di un’applicazione restrittiva del concetto di occupabilità (employability) con un passaggio, nelle politiche del lavoro, da obiettivi di de-mercificazione ad altri di ri-mercificazione. La sicurezza nei luoghi di lavoro ha assunto così, per effetto di queste tendenze contrapposte, tinte in chiaroscuro, caratterizzate da innegabili miglioramenti e la persistenza tuttavia di elementi di sofferenza, riferiti soprattutto al numero di infortuni, compresi quelli mortali, che tendono a concentrarsi in imprese di piccole dimensioni appaltatrici e fornitrici, nel contesto di settori specifici (costruzioni, industria, agricoltura), tra determinate categorie di lavoratori - in particolare donne, immigrati e lavoratori temporanei - nonché per la stabilità nel corso del tempo, seppure non rispecchiata dalle statistiche ufficiali, dell’elevato numero di morti causate da malattie professionali. Significativa, in proposito, una valutazione dell’Oil (Organizzazione Internazionale del Lavoro) che stima che, per ogni morto per infortunio sul lavoro, ce ne siano altri quattro deceduti per malattie professionali. Infine, va osservato che nelle società e nelle economie più evolute agiscono soprattutto fattori di rischio nuovi, di difficile misurazione, connessi all’organizzazione del lavoro piuttosto che all’introduzione di nuovi materiali o tecnologie. Mentre, infatti, fino a pochi anni fa, le patologie da lavoro erano a eziologia monofattoriale (per esposizione lavorativa abnorme a polveri, fumi, gas ecc…), più recentemente sono in aumento il disagio lavorativo e le patologie definite “stress lavoro correlato”, di tipo a-specifico a eziologia multifattoriale. Tali andamenti contrastanti e ambivalenti sia nella messa a punto delle politiche del lavoro, sia nelle acquisizioni in termini di miglioramento delle condizioni d’impiego possono essere meglio compresi se inquadrati nelle modalità in cui il lavoro è stato ed è attualmente tematizzato nell’argomentazione pubblica, facendo luce sulle grammatiche di giustificazione che lo descrivono e che prestrutturano le modalità di implicazione degli individui in ambito lavorativo, focalizzando contesti d’azione situati (le imprese, in cui il rapporto tra lavoro e sicurezza è concretamente agito) costituiti da attori, da processi organizzativi, da interventi istituzionali, da dispositivi di certificazione, e così via. E’ proprio all’interno di questa reciproca influenza tra organizzazione sociale del lavoro e argomentazione pubblica che va colto il modo in cui viene configurandosi il tem...

"Dall'occupabilità alla qualità e sicurezza del lavoro?" / R. Rizza. - In: LE ISTITUZIONI DEL FEDERALISMO. - ISSN 1126-7917. - STAMPA. - 1, 2009:(2009), pp. 49-65.

"Dall'occupabilità alla qualità e sicurezza del lavoro?"

RIZZA, ROBERTO
2009

Abstract

La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro rappresentano oggi uno dei settori più ricchi di implicazioni e più importanti della politica sociale dell’Unione Europea e dell’Italia. Se a partire dalla revisione del Trattato dell’Unione Europea realizzato ad Amsterdam nel 1998, è stata rivolta particolare attenzione ai problemi occupazionali dei paesi comunitari e l’obiettivo è stato quello di promuovere politiche volte al raggiungimento di un elevato livello quantitativo di partecipazione al mercato del lavoro, in una seconda fase, avviata dal Consiglio Europeo di Lisbona nell’anno 2000, la meta che si è data l’Unione Europea e gli Stati membri fra cui l’Italia, è stata quella di dedicare particolare attenzione alla creazione di posti di lavoro di migliore qualità. E in riferimento a questo fine, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sono riconosciuti come elementi essenziali nell’ambito del miglioramento della qualità dei posti di lavoro e congruenti con l’obiettivo legato al rafforzamento dell’economia della conoscenza basata su processi di apprendimento e di innovazione. La rinnovata attenzione comunitaria al tema della qualità del lavoro, di cui la sicurezza rappresenta una dimensione essenziale, ha luogo contestualmente a dinamiche, che soprattutto negli ultimi decenni, hanno provocato un crescente dualismo nel mercato del lavoro e un innalzamento di condizioni di precarietà occupazionale, anche a causa di un’applicazione restrittiva del concetto di occupabilità (employability) con un passaggio, nelle politiche del lavoro, da obiettivi di de-mercificazione ad altri di ri-mercificazione. La sicurezza nei luoghi di lavoro ha assunto così, per effetto di queste tendenze contrapposte, tinte in chiaroscuro, caratterizzate da innegabili miglioramenti e la persistenza tuttavia di elementi di sofferenza, riferiti soprattutto al numero di infortuni, compresi quelli mortali, che tendono a concentrarsi in imprese di piccole dimensioni appaltatrici e fornitrici, nel contesto di settori specifici (costruzioni, industria, agricoltura), tra determinate categorie di lavoratori - in particolare donne, immigrati e lavoratori temporanei - nonché per la stabilità nel corso del tempo, seppure non rispecchiata dalle statistiche ufficiali, dell’elevato numero di morti causate da malattie professionali. Significativa, in proposito, una valutazione dell’Oil (Organizzazione Internazionale del Lavoro) che stima che, per ogni morto per infortunio sul lavoro, ce ne siano altri quattro deceduti per malattie professionali. Infine, va osservato che nelle società e nelle economie più evolute agiscono soprattutto fattori di rischio nuovi, di difficile misurazione, connessi all’organizzazione del lavoro piuttosto che all’introduzione di nuovi materiali o tecnologie. Mentre, infatti, fino a pochi anni fa, le patologie da lavoro erano a eziologia monofattoriale (per esposizione lavorativa abnorme a polveri, fumi, gas ecc…), più recentemente sono in aumento il disagio lavorativo e le patologie definite “stress lavoro correlato”, di tipo a-specifico a eziologia multifattoriale. Tali andamenti contrastanti e ambivalenti sia nella messa a punto delle politiche del lavoro, sia nelle acquisizioni in termini di miglioramento delle condizioni d’impiego possono essere meglio compresi se inquadrati nelle modalità in cui il lavoro è stato ed è attualmente tematizzato nell’argomentazione pubblica, facendo luce sulle grammatiche di giustificazione che lo descrivono e che prestrutturano le modalità di implicazione degli individui in ambito lavorativo, focalizzando contesti d’azione situati (le imprese, in cui il rapporto tra lavoro e sicurezza è concretamente agito) costituiti da attori, da processi organizzativi, da interventi istituzionali, da dispositivi di certificazione, e così via. E’ proprio all’interno di questa reciproca influenza tra organizzazione sociale del lavoro e argomentazione pubblica che va colto il modo in cui viene configurandosi il tem...
2009
"Dall'occupabilità alla qualità e sicurezza del lavoro?" / R. Rizza. - In: LE ISTITUZIONI DEL FEDERALISMO. - ISSN 1126-7917. - STAMPA. - 1, 2009:(2009), pp. 49-65.
R. Rizza
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