Un andamento ciclico di crisi e rinascite segna la storia dello sviluppo e delle trasformazioni nel corso del Novecento dell’area del litorale romano, che con le sue dimensioni e per numero di abitanti costituisce a tutti gli effetti una “città nella città”. Con l’improvvisa accelerazione dello sviluppo edilizio a partire dagli anni del boom e per tutta la seconda metà del secolo, Ostia si trasforma in breve da centro balneare/città giardino con una riconoscibile identità e una chiara immagine architettonica, in una “periferia con il mare” cresciuta per interventi frammentari ed episodici, che circondano il nucleo compatto originario e si sfrangiano sia sul fronte litoraneo che verso l’entroterra. Il territorio tra Roma e il mare, oggi, offre l’immagine di un disordine generato dallo sprawl e dalla diffusione dell’edilizia — legale, legalizzata, fuori dalle leggi — che, come un tenace e pervasivo pulviscolo, ne ha saturato quasi tutti gli spazi. Una situazione ancora irrisolta, in attesa di trovare una struttura e un’identità all’altezza della sua dimensione e delle sue grandi potenzialità — il waterfront, il patrimonio archeologico, le reti idriche, la pineta — che possano essere i fattori trainanti per una rinascita che diverrebbe determinante per l’intera città di Roma.
“Un riflesso argentato sulla sabbia”. Ostia e il litorale romano nel secondo Novecento tra crisi e rinascite
Antonucci, Micaela
2021
Abstract
Un andamento ciclico di crisi e rinascite segna la storia dello sviluppo e delle trasformazioni nel corso del Novecento dell’area del litorale romano, che con le sue dimensioni e per numero di abitanti costituisce a tutti gli effetti una “città nella città”. Con l’improvvisa accelerazione dello sviluppo edilizio a partire dagli anni del boom e per tutta la seconda metà del secolo, Ostia si trasforma in breve da centro balneare/città giardino con una riconoscibile identità e una chiara immagine architettonica, in una “periferia con il mare” cresciuta per interventi frammentari ed episodici, che circondano il nucleo compatto originario e si sfrangiano sia sul fronte litoraneo che verso l’entroterra. Il territorio tra Roma e il mare, oggi, offre l’immagine di un disordine generato dallo sprawl e dalla diffusione dell’edilizia — legale, legalizzata, fuori dalle leggi — che, come un tenace e pervasivo pulviscolo, ne ha saturato quasi tutti gli spazi. Una situazione ancora irrisolta, in attesa di trovare una struttura e un’identità all’altezza della sua dimensione e delle sue grandi potenzialità — il waterfront, il patrimonio archeologico, le reti idriche, la pineta — che possano essere i fattori trainanti per una rinascita che diverrebbe determinante per l’intera città di Roma.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.