L’articolo è incentrato su due note di possesso lasciate dal predicatore francescano Bartolomeo da Colle nel suo manoscritto delle Tragoediae di Seneca, il ms. Par. lat. 10312, qui dettagliatamente descritto. Tali postille si sono rivelate utili a ridefinire la biografia del colligiano. Nella prima, risalente al 1433, egli dichiara di essere già frate, di far parte dell’ordine dei Minori e di trovarsi a Capodistria in qualità di lector: notizie inedite, ma soprattutto inconciliabili con la data di nascita di Bartolomeo, sinora fissata al 1421 ma da anticiparsi al 1405. Stando a questa cronologia, si deve inoltre respingere l’appartenenza di Bartolomeo alla stirpe di Lippo del Porco, cui era stato finora ascritto, e far risalire il suo passaggio all’Osservanza (1440) al momento in cui egli si trovava a Perugia non come studente, ma come dottore del Gymnasium universale; ricostruzione, questa, che consente altresì di spiegare con una cronologia più convincente la nomina a guardiano dell’Aracoeli nel 1446. Nella seconda nota, Bartolomeo afferma di aver recuperato il codice di Seneca, prima smarrito, mentre era in Toscana nel 1465, anno per il quale le notizie sulla biografia del frate erano lacunose. Per quanto riguarda la separazione dal manoscritto, si è poi fissato il termine ante quem al 1461, poiché nel Tractatus de fide, redatto in quella data, Bartolomeo cita Herc. fur. 299-302 con lezioni in parte diverse rispetto al testo tramandato dal Parigino.
Sara Fazion (2020). Bartolomeo da Colle e il suo manoscritto di Seneca tragico. ITALIA MEDIOEVALE E UMANISTICA, 61, 179-206.
Bartolomeo da Colle e il suo manoscritto di Seneca tragico
Sara Fazion
2020
Abstract
L’articolo è incentrato su due note di possesso lasciate dal predicatore francescano Bartolomeo da Colle nel suo manoscritto delle Tragoediae di Seneca, il ms. Par. lat. 10312, qui dettagliatamente descritto. Tali postille si sono rivelate utili a ridefinire la biografia del colligiano. Nella prima, risalente al 1433, egli dichiara di essere già frate, di far parte dell’ordine dei Minori e di trovarsi a Capodistria in qualità di lector: notizie inedite, ma soprattutto inconciliabili con la data di nascita di Bartolomeo, sinora fissata al 1421 ma da anticiparsi al 1405. Stando a questa cronologia, si deve inoltre respingere l’appartenenza di Bartolomeo alla stirpe di Lippo del Porco, cui era stato finora ascritto, e far risalire il suo passaggio all’Osservanza (1440) al momento in cui egli si trovava a Perugia non come studente, ma come dottore del Gymnasium universale; ricostruzione, questa, che consente altresì di spiegare con una cronologia più convincente la nomina a guardiano dell’Aracoeli nel 1446. Nella seconda nota, Bartolomeo afferma di aver recuperato il codice di Seneca, prima smarrito, mentre era in Toscana nel 1465, anno per il quale le notizie sulla biografia del frate erano lacunose. Per quanto riguarda la separazione dal manoscritto, si è poi fissato il termine ante quem al 1461, poiché nel Tractatus de fide, redatto in quella data, Bartolomeo cita Herc. fur. 299-302 con lezioni in parte diverse rispetto al testo tramandato dal Parigino.File | Dimensione | Formato | |
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