Nel saggio si riprende in esame il tema dei rapporti fra trasporto ed uso dei suoli alla luce delle nuove condizioni al loro dispiegarsi sintetizzate dal termine “mobilità sostenibile” e a fronte di una situazione in cui la città e le sue forme cambiano continuamente e si registra un consistente incremento della mobilità delle persone e delle merci e della mobilità erratica con le indotte esternalità negative. Le considerazioni, di natura prevalentemente metodologica, si sono concentrate su alcuni temi che riguardano: • la valorizzazione dello spazio urbano nei suoi frammenti e nella sua tessitura da ricostruire in una logica di coerenza dell’organizzazione urbana, • la creazione di garanzie di qualità temporale ai luoghi nel loro intersecarsi con le dinamiche del mutamento, • la traduzione di queste acquisizioni in strategie e procedure per la produzione di uno spazio urbano (aperto/chiuso, pubblico/privato) che risponda alle molteplici esigenze dei suoi fruitori (nelle loro caratterizzazioni tipologiche:l’abitante, il city user, il turista, etc.), ivi compresi quelli che nella fruizione sono affetti da limitazioni (i bambini, gli anziani, i disabili,etc.). Le riflessioni svolte portano ad affermare che la mobilità sostenibile sia perseguibile nell’ambito di un processo di riqualificazione della realtà urbana e territoriale attraverso un piano ed un progetto particolarmente attenti al ruolo dello spazio pubblico. La strada costituisce la componente dominante dello spazio pubblico e la sua progettazione, unitamente a quella degli spazi che si affacciano su di essa, diviene un passaggio fondamentale per la riqualificazione dello spazio fisico e per la risposta ai problemi dello spostamento di varie tipologie di utenti, ma anche ai problemi della sosta e della riappropriazione della strada da parte dei cittadini. Alla scala urbana si oggettiva il concetto di “strada plurale” che è moderata, per quanto attiene la velocità dello spostamento, abitata per quanto attiene gli usi sociali/relazionali, civica per quanto attiene il ritorno ad un vissuto centrato sull’accoglienza e la convivialità presupposto alla riscoperta della cittadinanza e delle tradizioni civiche. Nel saggio si motiva la necessità di un’azione su tre fronti per conseguire riqualificazione urbana e mobilità sostenibile e cioè concertazione istituzionale, integrazione funzionale ed innovazione organizzativa e tecnologica; questo fatto porta ad indicare la necessità di una governance per la mobilità sostenibile attraverso la responsabilizzazione degli attori operanti in questo ambito. Vengono infine indicate alcune linee di indirizzo per la realizzazione di condizioni di mobilità sostenibile con riferimento alla configurazione dell’assetto alla scala urbana (con riferimento alla città di Senigallia) ed alla scala territoriale (con riferimento all’area vasta gravitante su Senigallia).

Secondini P. (2009). Mobilità sostenibile e assetto del territorio. BOLOGNA : Centro interdipartimentale L. Galvani.

Mobilità sostenibile e assetto del territorio

SECONDINI, PIERO
2009

Abstract

Nel saggio si riprende in esame il tema dei rapporti fra trasporto ed uso dei suoli alla luce delle nuove condizioni al loro dispiegarsi sintetizzate dal termine “mobilità sostenibile” e a fronte di una situazione in cui la città e le sue forme cambiano continuamente e si registra un consistente incremento della mobilità delle persone e delle merci e della mobilità erratica con le indotte esternalità negative. Le considerazioni, di natura prevalentemente metodologica, si sono concentrate su alcuni temi che riguardano: • la valorizzazione dello spazio urbano nei suoi frammenti e nella sua tessitura da ricostruire in una logica di coerenza dell’organizzazione urbana, • la creazione di garanzie di qualità temporale ai luoghi nel loro intersecarsi con le dinamiche del mutamento, • la traduzione di queste acquisizioni in strategie e procedure per la produzione di uno spazio urbano (aperto/chiuso, pubblico/privato) che risponda alle molteplici esigenze dei suoi fruitori (nelle loro caratterizzazioni tipologiche:l’abitante, il city user, il turista, etc.), ivi compresi quelli che nella fruizione sono affetti da limitazioni (i bambini, gli anziani, i disabili,etc.). Le riflessioni svolte portano ad affermare che la mobilità sostenibile sia perseguibile nell’ambito di un processo di riqualificazione della realtà urbana e territoriale attraverso un piano ed un progetto particolarmente attenti al ruolo dello spazio pubblico. La strada costituisce la componente dominante dello spazio pubblico e la sua progettazione, unitamente a quella degli spazi che si affacciano su di essa, diviene un passaggio fondamentale per la riqualificazione dello spazio fisico e per la risposta ai problemi dello spostamento di varie tipologie di utenti, ma anche ai problemi della sosta e della riappropriazione della strada da parte dei cittadini. Alla scala urbana si oggettiva il concetto di “strada plurale” che è moderata, per quanto attiene la velocità dello spostamento, abitata per quanto attiene gli usi sociali/relazionali, civica per quanto attiene il ritorno ad un vissuto centrato sull’accoglienza e la convivialità presupposto alla riscoperta della cittadinanza e delle tradizioni civiche. Nel saggio si motiva la necessità di un’azione su tre fronti per conseguire riqualificazione urbana e mobilità sostenibile e cioè concertazione istituzionale, integrazione funzionale ed innovazione organizzativa e tecnologica; questo fatto porta ad indicare la necessità di una governance per la mobilità sostenibile attraverso la responsabilizzazione degli attori operanti in questo ambito. Vengono infine indicate alcune linee di indirizzo per la realizzazione di condizioni di mobilità sostenibile con riferimento alla configurazione dell’assetto alla scala urbana (con riferimento alla città di Senigallia) ed alla scala territoriale (con riferimento all’area vasta gravitante su Senigallia).
2009
Mare Nostrum. Atti del convegno su turismo e mobilità
34
49
Secondini P. (2009). Mobilità sostenibile e assetto del territorio. BOLOGNA : Centro interdipartimentale L. Galvani.
Secondini P.
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