Annibale Ranuzzi (1810-1866) è un autore sul quale non esistono studi approfonditi, eppure ci sembra che il suo ruolo nello sviluppo storico della geografia italiana non sia da sottovalutare. L’esperienza del suo Ufficio di corrispondenza geografica, attivo a Bologna negli anni Quaranta del XIX secolo, è riconosciuta dai pochi che l’hanno citata come una delle prime sedi in cui si tenta di dare vita, in Italia, a un sodalizio nazionale dei cultori di geografia (Gambi, 1973, p. 15; Luzzana Caraci, 1987, p. 54; Petrella, 2006, pp. 144-147), compito che sarà definitivamente realizzato solo dalle società geografiche postunitarie. Nessuno poi ha ancora messo in evidenza il suo ruolo nelle vicende risorgimentali, che lo hanno visto partecipare, sia pure su posizioni moderate, ad alcune delle loro tappe più importanti, come i moti del 1848 e i primi anni dell’Unità, durante i quali Ranuzzi intraprende la carriera prefettizia in collegamento con uomini politici di primo piano come Marco Minghetti. Ma qual è l’importanza della sua geografia in termini di apporti scientifici? Quali sono i riferimenti e i transfer che intervengono nella formazione delle sue idee geografiche? Qual è infine il legame fra interesse geografico, causa risorgimentale e unità nazionale in Annibale Ranuzzi? Abbiamo tentato di rispondere analizzando, anche alla luce della poca letteratura critica disponibile, il complesso della sua opera e della sua corrispondenza dai moti del 1831, che vedono la sua prima presa di coscienza politica documentata, fino alla morte avvenuta nel 1866.

Corrispondenze geografiche: Annibale Ranuzzi fra ‘geografia pura’ e Risorgimento

Federico Ferretti
2011

Abstract

Annibale Ranuzzi (1810-1866) è un autore sul quale non esistono studi approfonditi, eppure ci sembra che il suo ruolo nello sviluppo storico della geografia italiana non sia da sottovalutare. L’esperienza del suo Ufficio di corrispondenza geografica, attivo a Bologna negli anni Quaranta del XIX secolo, è riconosciuta dai pochi che l’hanno citata come una delle prime sedi in cui si tenta di dare vita, in Italia, a un sodalizio nazionale dei cultori di geografia (Gambi, 1973, p. 15; Luzzana Caraci, 1987, p. 54; Petrella, 2006, pp. 144-147), compito che sarà definitivamente realizzato solo dalle società geografiche postunitarie. Nessuno poi ha ancora messo in evidenza il suo ruolo nelle vicende risorgimentali, che lo hanno visto partecipare, sia pure su posizioni moderate, ad alcune delle loro tappe più importanti, come i moti del 1848 e i primi anni dell’Unità, durante i quali Ranuzzi intraprende la carriera prefettizia in collegamento con uomini politici di primo piano come Marco Minghetti. Ma qual è l’importanza della sua geografia in termini di apporti scientifici? Quali sono i riferimenti e i transfer che intervengono nella formazione delle sue idee geografiche? Qual è infine il legame fra interesse geografico, causa risorgimentale e unità nazionale in Annibale Ranuzzi? Abbiamo tentato di rispondere analizzando, anche alla luce della poca letteratura critica disponibile, il complesso della sua opera e della sua corrispondenza dai moti del 1831, che vedono la sua prima presa di coscienza politica documentata, fino alla morte avvenuta nel 1866.
2011
Federico Ferretti
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