Archeologia preventiva e indagini non invasive rappresentano un binomio di sempre più frequente assonanza, ormai anche in Italia. Entrate nella normativa e nelle procedure con ritardo rispetto ad altri Paesi europei, le tecniche di remote sensing sono una componente spesso presente nelle più recenti esperienze italiane che, variamente, ne dimostrano l’efficacia nell’ottica della programmazione e della progettazione consapevole. Benché ormai da tempo acquisite le potenzialità dei più innovativi metodi di indagine conoscitiva del record sepolto, negli ultimi anni ci si è interrogati sul ruolo effettivo che le tecniche diagnostiche possono giocare all’interno dei processi di valutazione archeologica preventiva, specie se promossi da ambiziosi programmi di pianificazione urbanistica e territoriale. Il contributo affronta la questione, attraverso la rassegna di alcuni casi di studio e l’esperienza maturata negli ultimi quindici anni dall’Università di Bologna tra ricerca e didattica, dietro le quinte del più ampio dibattito internazionale sul tema e di importanti trascorsi nazionali.
Federica Boschi (2021). Archeologia preventiva e indagini non invasive. Stato dell’arte in Italia e casi di studio. ATTI E RASSEGNA TECNICA, LXXIV 2-3, 120-130.
Archeologia preventiva e indagini non invasive. Stato dell’arte in Italia e casi di studio
Federica Boschi
2021
Abstract
Archeologia preventiva e indagini non invasive rappresentano un binomio di sempre più frequente assonanza, ormai anche in Italia. Entrate nella normativa e nelle procedure con ritardo rispetto ad altri Paesi europei, le tecniche di remote sensing sono una componente spesso presente nelle più recenti esperienze italiane che, variamente, ne dimostrano l’efficacia nell’ottica della programmazione e della progettazione consapevole. Benché ormai da tempo acquisite le potenzialità dei più innovativi metodi di indagine conoscitiva del record sepolto, negli ultimi anni ci si è interrogati sul ruolo effettivo che le tecniche diagnostiche possono giocare all’interno dei processi di valutazione archeologica preventiva, specie se promossi da ambiziosi programmi di pianificazione urbanistica e territoriale. Il contributo affronta la questione, attraverso la rassegna di alcuni casi di studio e l’esperienza maturata negli ultimi quindici anni dall’Università di Bologna tra ricerca e didattica, dietro le quinte del più ampio dibattito internazionale sul tema e di importanti trascorsi nazionali.File | Dimensione | Formato | |
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