Gli ebrei residenti a Modena, nel 1938 sede di una delle principali comunità ebraiche dell’Emilia Romagna e del nord Italia, sono stati colpiti inaspettatamente dopo anni di integrazione e di ricco scambio culturale con la città. Tanti erano anche i bambini e i ragazzi che, sul finire degli anni Trenta, frequentavano le scuole cittadine e che nel settembre del 1938 furono allontanati di colpo dalle aule, e privati della possibilità di continuare a studiare con i compagni. Nell’archivio della locale comunità ebraica sono conservate le carte che ricostruiscono la costituzione delle classi, sia attraverso le richieste degli scolari improvvisamente espulsi sia attraverso le domande di assunzione che arrivarono da docenti ebrei di tutta Italia. Il fitto carteggio con il provveditorato, e con le istituzioni locali, permette di comprendere lo sforzo e l’impegno che la comunità affrontò per dare vita internamente a classi che fossero il più possibile simili a quelle che il regime aveva appena smembrato. La ricerca dei locali adatti, la strutturazione dei programmi, la scelta del personale e le peripezie burocratiche che dovette affrontare la comunità, chiamata a ricostruire in fretta un’apparente normalità per i propri ragazzi, permettono di comprendere l’impatto profondo che l’espulsione dal sistema scolastico ha avuto nella diffusione e nell’affermazione della persecuzione razziale. Modena diventa così un caso di studio interessante per analizzare lo stravolgimento del sistema educativo che le leggi razziali hanno imposto agli studenti ed ai docenti ebrei, ma anche per mettere in luce la capacità di reazione delle vittime, e delle istituzioni ebraiche in genere, che in poco tempo hanno dato vita ad un sistema scolastico “parallelo”. I carteggi dell’epoca, conservati presso l’archivio della comunità e scampati alla razzia persecutoria, sono una fonte ancora inesplorata per ricostruire i mesi che seguirono l’introduzione della normativa razziale. Attraverso gli scambi e le comunicazioni tra gli enti politici e scolastici locali e nazionali è possibile studiare l’impatto che la legislazione ebbe sulla componente ebraica del mondo della scuola e dell’educazione, ma anche sulla vita dei ragazzi, degli insegnanti e delle loro famiglie, improvvisamente costretti a stravolgere la propria vita e le proprie prospettive future.
Giulia Dodi (2019). In classi separate. L'istituzione della scuola ebraica nelle carte dell'archivio della Comunità ebraica di Modena. RIVISTA DI STORIA DELL'EDUCAZIONE, 6(2), 153-172 [10.4454/rse.v6i2.222].
In classi separate. L'istituzione della scuola ebraica nelle carte dell'archivio della Comunità ebraica di Modena.
Giulia Dodi
2019
Abstract
Gli ebrei residenti a Modena, nel 1938 sede di una delle principali comunità ebraiche dell’Emilia Romagna e del nord Italia, sono stati colpiti inaspettatamente dopo anni di integrazione e di ricco scambio culturale con la città. Tanti erano anche i bambini e i ragazzi che, sul finire degli anni Trenta, frequentavano le scuole cittadine e che nel settembre del 1938 furono allontanati di colpo dalle aule, e privati della possibilità di continuare a studiare con i compagni. Nell’archivio della locale comunità ebraica sono conservate le carte che ricostruiscono la costituzione delle classi, sia attraverso le richieste degli scolari improvvisamente espulsi sia attraverso le domande di assunzione che arrivarono da docenti ebrei di tutta Italia. Il fitto carteggio con il provveditorato, e con le istituzioni locali, permette di comprendere lo sforzo e l’impegno che la comunità affrontò per dare vita internamente a classi che fossero il più possibile simili a quelle che il regime aveva appena smembrato. La ricerca dei locali adatti, la strutturazione dei programmi, la scelta del personale e le peripezie burocratiche che dovette affrontare la comunità, chiamata a ricostruire in fretta un’apparente normalità per i propri ragazzi, permettono di comprendere l’impatto profondo che l’espulsione dal sistema scolastico ha avuto nella diffusione e nell’affermazione della persecuzione razziale. Modena diventa così un caso di studio interessante per analizzare lo stravolgimento del sistema educativo che le leggi razziali hanno imposto agli studenti ed ai docenti ebrei, ma anche per mettere in luce la capacità di reazione delle vittime, e delle istituzioni ebraiche in genere, che in poco tempo hanno dato vita ad un sistema scolastico “parallelo”. I carteggi dell’epoca, conservati presso l’archivio della comunità e scampati alla razzia persecutoria, sono una fonte ancora inesplorata per ricostruire i mesi che seguirono l’introduzione della normativa razziale. Attraverso gli scambi e le comunicazioni tra gli enti politici e scolastici locali e nazionali è possibile studiare l’impatto che la legislazione ebbe sulla componente ebraica del mondo della scuola e dell’educazione, ma anche sulla vita dei ragazzi, degli insegnanti e delle loro famiglie, improvvisamente costretti a stravolgere la propria vita e le proprie prospettive future.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.