La politica linguistica della Francia ha avuto nei secoli e continua ad avere un carattere del tutto particolare. La creazione e la divulgazione della lingua francese sono state fin dall’inizio atti politici voluti e sostenuti fortemente dalla monarchia assoluta inizialmente (XVII secolo) e dai governi che l’hanno seguita, repubblicani o monarchici (dal XVIII ad oggi). Parlare di lingua di un popolo equivale, come sappiamo, a parlare della sua identità (cfr. Maalouf, Les identités meurtrières, 1998) ma nel contesto francese questo binomio si rivela ancora più stretto e particolarmente inscindibile. Le numerose attività promosse nei secoli dalla Francia per espandere la propria lingua (dalla creazione ottocentesca dell’Alliance française (1883) alla più moderna Délégation à la langue française(1999) hanno favorito nel XX secolo la nascita della francofonia, fenomeno di cooperazione e solidarietà nato tra paesi ayant en partage la langue française. A questa apertura a mondi e culture diverse ha corrisposto d’altra parte una costante difesa e riproposta della “qualità” della lingua nazionale (Eloy, La qualité de la langue, 1995; Le français dans tous ses états, 2000), la lingua peraltro della scuola, della cultura e non quella della pratica quotidiana e della comunicazione mediatica che tende a contrapporre ad un code élaboré difeso strenuamente dagli organismi politici un code restreint più vicino alla pratica quotidiana e sicuramente di maggior interesse per i linguisti (cfr. Klinkenberg, La langue et le citoyen, 2001 e Gadet, Le français ordinaire, 1996). L’enorme riflesso che queste polemiche attorno alla lingua continuano a suscitare da decenni nella società francese sono forse il segno di un’identità che si sente vulnerabile e che teme di mettersi in gioco accettando di mescolarsi con altre lingue o varietà linguistiche?
A.M.Mandich (2009). La Francia tra apertura all’altro e difesa di sé: la lingua francese come modello di integrazione o strumento di esclusione?. BOLOGNA : s.n.
La Francia tra apertura all’altro e difesa di sé: la lingua francese come modello di integrazione o strumento di esclusione?
MANDICH, ANNA MARIA
2009
Abstract
La politica linguistica della Francia ha avuto nei secoli e continua ad avere un carattere del tutto particolare. La creazione e la divulgazione della lingua francese sono state fin dall’inizio atti politici voluti e sostenuti fortemente dalla monarchia assoluta inizialmente (XVII secolo) e dai governi che l’hanno seguita, repubblicani o monarchici (dal XVIII ad oggi). Parlare di lingua di un popolo equivale, come sappiamo, a parlare della sua identità (cfr. Maalouf, Les identités meurtrières, 1998) ma nel contesto francese questo binomio si rivela ancora più stretto e particolarmente inscindibile. Le numerose attività promosse nei secoli dalla Francia per espandere la propria lingua (dalla creazione ottocentesca dell’Alliance française (1883) alla più moderna Délégation à la langue française(1999) hanno favorito nel XX secolo la nascita della francofonia, fenomeno di cooperazione e solidarietà nato tra paesi ayant en partage la langue française. A questa apertura a mondi e culture diverse ha corrisposto d’altra parte una costante difesa e riproposta della “qualità” della lingua nazionale (Eloy, La qualité de la langue, 1995; Le français dans tous ses états, 2000), la lingua peraltro della scuola, della cultura e non quella della pratica quotidiana e della comunicazione mediatica che tende a contrapporre ad un code élaboré difeso strenuamente dagli organismi politici un code restreint più vicino alla pratica quotidiana e sicuramente di maggior interesse per i linguisti (cfr. Klinkenberg, La langue et le citoyen, 2001 e Gadet, Le français ordinaire, 1996). L’enorme riflesso che queste polemiche attorno alla lingua continuano a suscitare da decenni nella società francese sono forse il segno di un’identità che si sente vulnerabile e che teme di mettersi in gioco accettando di mescolarsi con altre lingue o varietà linguistiche?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.