Il volume esplora la cultura alimentare delle popolazioni contadine italiane del basso medioevo, riconoscendone la pluralità di espressioni sul territorio e il rapporto che legava ciascuna di esse alla cultura alimentare dei potenti. Punto di partenza è la prospettiva delle classi dominanti, più volte espressa nelle fonti letterarie: numerosi sono i testi, riconducibili al genere della “satira del villano”, che denigrano le pratiche alimentari dei rustici al fine di valorizzare per contrasto quelle di signori e cittadini. La mistificazione di tale immagine è svelata da molti indizi disseminati qua e là nella documentazione, che suggeriscono quantomeno di sfumarla, adattandola a un mondo contadino diversificato e stratificato. L’esame dei ricettari di alta cucina e delle descrizioni dei grandi banchetti signorili mostra inoltre come non ci fosse una rigida barriera tra la cultura alimentare dei contadini e quella degli strati sociali superiori, che anche nelle sue espressioni più raffinate accoglieva prodotti e ricette tipiche del mondo rusticale. Le differenze maggiori, tra i due ambiti, riguardavano la struttura del pasto e l’apparato del banchetto, e determinavano una diversa significazione di pratiche alimentari spesso condivise.
Filippo Ribani (2021). Cibi rustici per palati raffinati. Culture contadine e tavole aristocratiche nel Medioevo italiano. Spoleto : Fondazione Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo.
Cibi rustici per palati raffinati. Culture contadine e tavole aristocratiche nel Medioevo italiano
Filippo Ribani
2021
Abstract
Il volume esplora la cultura alimentare delle popolazioni contadine italiane del basso medioevo, riconoscendone la pluralità di espressioni sul territorio e il rapporto che legava ciascuna di esse alla cultura alimentare dei potenti. Punto di partenza è la prospettiva delle classi dominanti, più volte espressa nelle fonti letterarie: numerosi sono i testi, riconducibili al genere della “satira del villano”, che denigrano le pratiche alimentari dei rustici al fine di valorizzare per contrasto quelle di signori e cittadini. La mistificazione di tale immagine è svelata da molti indizi disseminati qua e là nella documentazione, che suggeriscono quantomeno di sfumarla, adattandola a un mondo contadino diversificato e stratificato. L’esame dei ricettari di alta cucina e delle descrizioni dei grandi banchetti signorili mostra inoltre come non ci fosse una rigida barriera tra la cultura alimentare dei contadini e quella degli strati sociali superiori, che anche nelle sue espressioni più raffinate accoglieva prodotti e ricette tipiche del mondo rusticale. Le differenze maggiori, tra i due ambiti, riguardavano la struttura del pasto e l’apparato del banchetto, e determinavano una diversa significazione di pratiche alimentari spesso condivise.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.