Le narrazioni brevi di Millás presentano l’abbattimento simbolico della barriera che separa la logica dall’emozione, ciò che si conosce da ciò che si ignora e quindi la vita dalla morte. Tra morte e vita esiste una continuità che nessuna logica escludente può interrompere. La morte entra a far parte della vita, così come la vita interferisce nelle persone morte. Inoltre, Millás continuamente raffigura il fallimento del concetto di identità, cartesianamente intesa, che non è altro che una protesi, un elemento posticcio attribuito convenzionalmente e arbitrariamente, un oggetto appunto, che ha smesso di rappresentare il senso profondo della condizione umana.
L. Contadini (2009). Recensione a Los objetos nos llaman di Juan José Millás. CONFLUENZE, 1, n. 2, 316-318.
Recensione a Los objetos nos llaman di Juan José Millás
CONTADINI, LUIGI
2009
Abstract
Le narrazioni brevi di Millás presentano l’abbattimento simbolico della barriera che separa la logica dall’emozione, ciò che si conosce da ciò che si ignora e quindi la vita dalla morte. Tra morte e vita esiste una continuità che nessuna logica escludente può interrompere. La morte entra a far parte della vita, così come la vita interferisce nelle persone morte. Inoltre, Millás continuamente raffigura il fallimento del concetto di identità, cartesianamente intesa, che non è altro che una protesi, un elemento posticcio attribuito convenzionalmente e arbitrariamente, un oggetto appunto, che ha smesso di rappresentare il senso profondo della condizione umana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.