Nell'immaginario surrealista la rappresentazione del paesaggio e quella dei personaggi, per quanto ovviamente costituite da codici diversi tra loro, non cessano mai di rispondersi e comunicare a distanza. È il caso di due romanzi, uno marcatamente di impronta surrealista, Nadja (1928) di André Breton, l'altro invece di più difficile classificazione di genere, La pietra lunare (1939) di Tommaso Landolfi. Ciò che accomuna queste due rappresentazioni del paesaggio è appunto il legame tra esso e la natura della materia narrata e dei suoi protagonisti. Nel romanzo di Breton il paesaggio onirico urbano prende i contorni e le forme disegnate dallo sguardo, il profilo combina una serie di connotazioni antropomorfe che costituiscono, nel loro insieme, l'immagine di un corpo femminile: esempi sono la Senna, il Pont-Neuf e la rappresentazione di Place Dauphine, che diventa luogo di perdizione perché correlato a qualcosa di torbido e minaccioso. Nel romanzo di Landolfi invece il paesaggio naturale, attraversato dalla luce lunare, ha un aspetto rupestre e scomposto, colpito da una tempesta che prepara l'ambiente per la metamorfosi di Gurù: anche qui lo sconfinamento surrealista segna una relazione profonda e magica tra le mutazioni del corpo della protagonista e la natura.
Il paesaggio: componente fondamentale del romanzo surrealista. I casi di André Breton e Tommaso Landolfi / Matteo Moca. - STAMPA. - (2018), pp. 133-142.
Il paesaggio: componente fondamentale del romanzo surrealista. I casi di André Breton e Tommaso Landolfi
Matteo Moca
2018
Abstract
Nell'immaginario surrealista la rappresentazione del paesaggio e quella dei personaggi, per quanto ovviamente costituite da codici diversi tra loro, non cessano mai di rispondersi e comunicare a distanza. È il caso di due romanzi, uno marcatamente di impronta surrealista, Nadja (1928) di André Breton, l'altro invece di più difficile classificazione di genere, La pietra lunare (1939) di Tommaso Landolfi. Ciò che accomuna queste due rappresentazioni del paesaggio è appunto il legame tra esso e la natura della materia narrata e dei suoi protagonisti. Nel romanzo di Breton il paesaggio onirico urbano prende i contorni e le forme disegnate dallo sguardo, il profilo combina una serie di connotazioni antropomorfe che costituiscono, nel loro insieme, l'immagine di un corpo femminile: esempi sono la Senna, il Pont-Neuf e la rappresentazione di Place Dauphine, che diventa luogo di perdizione perché correlato a qualcosa di torbido e minaccioso. Nel romanzo di Landolfi invece il paesaggio naturale, attraversato dalla luce lunare, ha un aspetto rupestre e scomposto, colpito da una tempesta che prepara l'ambiente per la metamorfosi di Gurù: anche qui lo sconfinamento surrealista segna una relazione profonda e magica tra le mutazioni del corpo della protagonista e la natura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.