Il recente alluvione di Genova, unitamente ad altri disastri naturali di tipo idrogeologico e alle violente ondate di calore che colpiscono ciclicamente il territorio nazionale, rendono gli effetti del cambiamento climatico tangibili a scala locale ed evidenziano la pericolosità degli impatti non solo sugli equilibri del sistema ecologico ma soprattutto sulla funzionalità stessa dei sistemi urbani, accrescendo in maniera esponenziale i rischi per la sicurezza degli individui e degli insediamenti. La mancata prevenzione, un’inadeguata gestione dei processi di trasformazione territoriali e la scarsa attenzione alla tutela dell’ambiente costruito determinano il carattere dell’emergenza degli impatti dei cambiamenti climatici a scala urbana. Alla scala urbana, infatti, le vulnerabilità di tipo fisico e ambientale si sommano a quelle sociali ed economiche, strettamente legate al benessere e alla qualità di vita della popolazione (IPPC, 2014) rendendo necessaria una specifica declinazione del concetto di “resilienza al cambiamento climatico”1 in riferimento al sistema urbano come sistema complesso interdipendente dall’ecosistema naturale (Rees et al., 2010). La resilienza urbana, intesa come capacità di resistere a cambiamenti imprevisti (UNISDR, 2013), è pertanto sempre legata a specifici fattori locali, alle caratteristiche del patrimonio costruito, alle reti infrastrutturali, ai sistemi di governance e si configura non tanto come la capacità di recupero nei confronti degli impatti ma come quella di adattarsi ai fattori di stress climatico e ambientale. Il resilient thinking (Walker e Salt, 2008) come approccio olistico alla pianificazione territoriale e urbanistica (Cook, 2013), sottolinea la necessità di una visione sistemica multidisciplinare alla trasformazione dell'ambiente costruito, in cui le discipline architettoniche sono chiamate a concentrarsi sull'individuazione e la comunicazione di soluzioni adattative a garanzia di uno sviluppo sostenibile in un mutevole scenario climatico. Gli attuali processi territoriali quali la crescita urbana, l’aumento delle superfici impermeabili, la riduzione della vegetazione e dei suoli naturali, lo smaltimento delle precipitazioni nel sistema fognario provocano una rottura del naturale ciclo dell’acqua di evaporazione/infiltrazione/precipitazione (piccolo ciclo dell’acqua), con evidenti effetti a scala urbana (isola di calore, alterazione del microclima, allagamenti). Le emergenze derivanti dagli eventi climatici imprevisti possono di conseguenza essere limitate dal rafforzamento della resilienza urbana attraverso una duplice strategia di “mitigazione” (riduzione delle emissioni climalteranti) delle cause antropogeniche e di “adattamento” al cambiamento climatico (processo di adeguamento al mutato scenario climatico). Tra tali tipi di azioni, un innovativo management della risorsa acqua all’interno dell’ambiente costruito è di centrale importanza per integrare le misure di prevenzione dei rischi e di risposta agli eventi estremi con la progettazione di edifici e spazi urbani in grado di dialogare con la necessità di ripristino degli equilibri ecologici rafforzando così la capacità adattiva del sistema urbano. La potenzialità di una progettazione ambientale orientata nell’ innescare processi di rigenerazione sostenibile dell’ambiente costruito è dimostrata da numerosi progetti urbani che secondo una logica multi-scalare agiscono creando un sostanziale miglioramento nella qualità architettonica degli spazi unita all’ efficacia sociale economica e ambientale delle scelte adottate (ReBuild by Design, New York; WSUD Melbourne; Innovative Water Concepts, Berlin). Il Water Sensitive Urban Design (WSUD) è un modalità emergente per la progettazione urbana e ambientale di spazi aperti ed edifici finalizzata a minimizzare gli impatti idrologici dello sviluppo urbano sull'ambiente (Hoyer at al,2011). Tale metodologia progettuale a scala urbana e dell’edificio interviene considerando il naturale ciclo dell’acqua di evaporazione/infiltrazione/precipitazione puntando al suo ripristino all’interno dell’ambiente costruito attraverso un’ adeguata progettazione tecnologica ambientale finalizzata all’aumento delle superfici permeabili, sviluppo della vegetazione e della biodiversità, smaltimento decentralizzato delle acque reflue, riciclo dell’acqua grigia e piovana. L’intento della ricerca è quello quindi di sviluppare soluzioni progettuali valide per la rigenerazione di contesti urbani degradati, declinando politiche e pratiche sostenibili europee sensibili alla scala locale, al fine di dimostrare come una visione sistemica ed esigenziale prestazionale per la governance dei processi di tutela e trasformazione dell’ambiente costruito possa costituire un approccio efficace per la realizzazione dell’obiettivo della resilienza urbana al cambiamento climatico.

Cristina Visconti (2015). Water Sensitive Urban Design as resilience practice: misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici per una rigenerazione sostenibile di edifici e spazi aperti. Siracusa : Lettera 22 Edizioni.

Water Sensitive Urban Design as resilience practice: misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici per una rigenerazione sostenibile di edifici e spazi aperti

Cristina Visconti
Primo
2015

Abstract

Il recente alluvione di Genova, unitamente ad altri disastri naturali di tipo idrogeologico e alle violente ondate di calore che colpiscono ciclicamente il territorio nazionale, rendono gli effetti del cambiamento climatico tangibili a scala locale ed evidenziano la pericolosità degli impatti non solo sugli equilibri del sistema ecologico ma soprattutto sulla funzionalità stessa dei sistemi urbani, accrescendo in maniera esponenziale i rischi per la sicurezza degli individui e degli insediamenti. La mancata prevenzione, un’inadeguata gestione dei processi di trasformazione territoriali e la scarsa attenzione alla tutela dell’ambiente costruito determinano il carattere dell’emergenza degli impatti dei cambiamenti climatici a scala urbana. Alla scala urbana, infatti, le vulnerabilità di tipo fisico e ambientale si sommano a quelle sociali ed economiche, strettamente legate al benessere e alla qualità di vita della popolazione (IPPC, 2014) rendendo necessaria una specifica declinazione del concetto di “resilienza al cambiamento climatico”1 in riferimento al sistema urbano come sistema complesso interdipendente dall’ecosistema naturale (Rees et al., 2010). La resilienza urbana, intesa come capacità di resistere a cambiamenti imprevisti (UNISDR, 2013), è pertanto sempre legata a specifici fattori locali, alle caratteristiche del patrimonio costruito, alle reti infrastrutturali, ai sistemi di governance e si configura non tanto come la capacità di recupero nei confronti degli impatti ma come quella di adattarsi ai fattori di stress climatico e ambientale. Il resilient thinking (Walker e Salt, 2008) come approccio olistico alla pianificazione territoriale e urbanistica (Cook, 2013), sottolinea la necessità di una visione sistemica multidisciplinare alla trasformazione dell'ambiente costruito, in cui le discipline architettoniche sono chiamate a concentrarsi sull'individuazione e la comunicazione di soluzioni adattative a garanzia di uno sviluppo sostenibile in un mutevole scenario climatico. Gli attuali processi territoriali quali la crescita urbana, l’aumento delle superfici impermeabili, la riduzione della vegetazione e dei suoli naturali, lo smaltimento delle precipitazioni nel sistema fognario provocano una rottura del naturale ciclo dell’acqua di evaporazione/infiltrazione/precipitazione (piccolo ciclo dell’acqua), con evidenti effetti a scala urbana (isola di calore, alterazione del microclima, allagamenti). Le emergenze derivanti dagli eventi climatici imprevisti possono di conseguenza essere limitate dal rafforzamento della resilienza urbana attraverso una duplice strategia di “mitigazione” (riduzione delle emissioni climalteranti) delle cause antropogeniche e di “adattamento” al cambiamento climatico (processo di adeguamento al mutato scenario climatico). Tra tali tipi di azioni, un innovativo management della risorsa acqua all’interno dell’ambiente costruito è di centrale importanza per integrare le misure di prevenzione dei rischi e di risposta agli eventi estremi con la progettazione di edifici e spazi urbani in grado di dialogare con la necessità di ripristino degli equilibri ecologici rafforzando così la capacità adattiva del sistema urbano. La potenzialità di una progettazione ambientale orientata nell’ innescare processi di rigenerazione sostenibile dell’ambiente costruito è dimostrata da numerosi progetti urbani che secondo una logica multi-scalare agiscono creando un sostanziale miglioramento nella qualità architettonica degli spazi unita all’ efficacia sociale economica e ambientale delle scelte adottate (ReBuild by Design, New York; WSUD Melbourne; Innovative Water Concepts, Berlin). Il Water Sensitive Urban Design (WSUD) è un modalità emergente per la progettazione urbana e ambientale di spazi aperti ed edifici finalizzata a minimizzare gli impatti idrologici dello sviluppo urbano sull'ambiente (Hoyer at al,2011). Tale metodologia progettuale a scala urbana e dell’edificio interviene considerando il naturale ciclo dell’acqua di evaporazione/infiltrazione/precipitazione puntando al suo ripristino all’interno dell’ambiente costruito attraverso un’ adeguata progettazione tecnologica ambientale finalizzata all’aumento delle superfici permeabili, sviluppo della vegetazione e della biodiversità, smaltimento decentralizzato delle acque reflue, riciclo dell’acqua grigia e piovana. L’intento della ricerca è quello quindi di sviluppare soluzioni progettuali valide per la rigenerazione di contesti urbani degradati, declinando politiche e pratiche sostenibili europee sensibili alla scala locale, al fine di dimostrare come una visione sistemica ed esigenziale prestazionale per la governance dei processi di tutela e trasformazione dell’ambiente costruito possa costituire un approccio efficace per la realizzazione dell’obiettivo della resilienza urbana al cambiamento climatico.
2015
La ricerca che cambia: Atti del primo convegno nazionale dei dottorati italiani dell’architettura, della pianificazione e del design,
253
270
Cristina Visconti (2015). Water Sensitive Urban Design as resilience practice: misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici per una rigenerazione sostenibile di edifici e spazi aperti. Siracusa : Lettera 22 Edizioni.
Cristina Visconti
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