Negli ultimi anni il Csm si è dedicato alla definizione e diffusione di linee guida e buone prassi a supporto della funzionalità degli uffici giudiziari. L’interesse del Csm per questi nuovi strumenti ha diverse finalità, meritevoli di considerazione, ma pone anche vari interrogativi sul ruolo assunto dall’organo di governo della magistratura. L’ampliamento delle competenze del Csm in materia di innovazione e organizzazione, infatti, non solo rende più incerto il confine con le attribuzioni del Ministero della giustizia ma porta anche il Csm a confrontarsi direttamente con istituti e tematiche prettamente processuali. Esemplificative al riguardo sono proprio le linee guida in materia di esame preliminare delle impugnazioni, ove il Csm suggerisce di introdurre il filtro in appello in materia penale pur non essendo tale meccanismo previsto da alcuna norma di legge. Con l'ampliamento delle sue funzioni il Csm diviene di fatto corresponsabile dell'organizzazione e del funzionamento degli uffici giudiziari insieme al Ministro della giustizia. Si può parlare di co-gestione dell’organizzazione degli uffici giudiziari da parte dei due organi, perché le competenze si integrano, si confondono ed è obbiettivamente difficile trovare una linea di demarcazione tra i compiti dell’uno e dell’altro organo. Tutto ciò induce a ritenere che sia in atto una vera e propria trasformazione del ruolo del Csm verso un nuovo modello di organo di governo della magistratura, più simile a quello dei Paesi del Nord Europa, con una serie di implicazioni sul piano ordinamentale e costituzionale. L’articolo mette in luce questa trasformazione e le principali conseguenze che ne derivano.
Daniela Cavallini (2020). Linee guida e best practices in materia organizzativa e processuale: le nuove frontiere del Csm. ARCHIVIO PENALE, 3(settembre-dicembre 2020), 1-37.
Linee guida e best practices in materia organizzativa e processuale: le nuove frontiere del Csm
Daniela Cavallini
2020
Abstract
Negli ultimi anni il Csm si è dedicato alla definizione e diffusione di linee guida e buone prassi a supporto della funzionalità degli uffici giudiziari. L’interesse del Csm per questi nuovi strumenti ha diverse finalità, meritevoli di considerazione, ma pone anche vari interrogativi sul ruolo assunto dall’organo di governo della magistratura. L’ampliamento delle competenze del Csm in materia di innovazione e organizzazione, infatti, non solo rende più incerto il confine con le attribuzioni del Ministero della giustizia ma porta anche il Csm a confrontarsi direttamente con istituti e tematiche prettamente processuali. Esemplificative al riguardo sono proprio le linee guida in materia di esame preliminare delle impugnazioni, ove il Csm suggerisce di introdurre il filtro in appello in materia penale pur non essendo tale meccanismo previsto da alcuna norma di legge. Con l'ampliamento delle sue funzioni il Csm diviene di fatto corresponsabile dell'organizzazione e del funzionamento degli uffici giudiziari insieme al Ministro della giustizia. Si può parlare di co-gestione dell’organizzazione degli uffici giudiziari da parte dei due organi, perché le competenze si integrano, si confondono ed è obbiettivamente difficile trovare una linea di demarcazione tra i compiti dell’uno e dell’altro organo. Tutto ciò induce a ritenere che sia in atto una vera e propria trasformazione del ruolo del Csm verso un nuovo modello di organo di governo della magistratura, più simile a quello dei Paesi del Nord Europa, con una serie di implicazioni sul piano ordinamentale e costituzionale. L’articolo mette in luce questa trasformazione e le principali conseguenze che ne derivano.File | Dimensione | Formato | |
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