Il 9 maggio di settant’anni fa l’allora ministro degli esteri francese, Robert Schuman, diffuse la sua nota dichiarazione (concordata con Adenauer e redatta da Jean Monnet), in base alla quale la Francia si rese capofila dell’accordo che due anni più tardi avrebbe condotto alla nascita della Ceca. Spesso indicata come una svolta decisiva nell’esperienza della “costruzione europea”, a uno sguardo storicamente più accorto essa appare piuttosto come il passaggio intermedio di un percorso di integrazione infrastrutturale ed economica che iniziò a svilupparsi perlomeno dall’ultimo quarto dell’Ottocento. Il processo di integrazione continentale va pertanto inserito in una cornice cronologica più ampia di quanto solitamente non si faccia. Questo è quello che proviamo a tratteggiare in questa introduzione al numero 51 di Zapruder intitolato "Finis Europae" da noi curato.
«L'Europa non è mai esistita»
mattia frapporti;roberto ventresca
2020
Abstract
Il 9 maggio di settant’anni fa l’allora ministro degli esteri francese, Robert Schuman, diffuse la sua nota dichiarazione (concordata con Adenauer e redatta da Jean Monnet), in base alla quale la Francia si rese capofila dell’accordo che due anni più tardi avrebbe condotto alla nascita della Ceca. Spesso indicata come una svolta decisiva nell’esperienza della “costruzione europea”, a uno sguardo storicamente più accorto essa appare piuttosto come il passaggio intermedio di un percorso di integrazione infrastrutturale ed economica che iniziò a svilupparsi perlomeno dall’ultimo quarto dell’Ottocento. Il processo di integrazione continentale va pertanto inserito in una cornice cronologica più ampia di quanto solitamente non si faccia. Questo è quello che proviamo a tratteggiare in questa introduzione al numero 51 di Zapruder intitolato "Finis Europae" da noi curato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.