Questo saggio indaga l’esperienza identitaria indigena nel Canada contemporaneo alla luce del rinnovato interesse turistico che, negli ultimi anni, ha portato molti indigeni ad inserirsi nel circuito di promozione di quella che, nell’immaginario occidentale, resta la terra dei grandi laghi, delle immense pianure e della natura “da cartolina”. Riappropriarsi di una industria del turismo definita come “autenticamente indigena” vuol anche dire trasformare l’autorappresentazione identitaria in una agenzia utile alla rinascita socioeconomica di aree e comunità povere, tenute per lungo tempo ai margini del sistema industriale e culturale creato, nella sua ossatura, dai governi coloniali. Ai fini di queste prime riflessioni, diventa concettualmente stimolante rileggere l’interesse per il turismo indigeno anche alla luce di una idea complessa di “migrazione”, ovvero di un ripensamento dell’idea di “migrazione” che tenga conto della Storia delle popolazioni indigene per cogliere un’idea complessa di “mobilità culturale”; un’idea che è oggi al centro di percorsi di riappropriazioni identitarie postcoloniali che toccano la nazione canadese nel suo complesso e, in modo particolare, le comunità delle origini. Le nuove produzioni artistiche e letterarie indigene del ventunesimo secolo traducono, infatti, la resilienza culturale in discorsi tesi a immaginare un futuro diverso e inclusivo.

“Ladri di canoe. Turismo, migrazione e identità indigena in Canada”.

Elena Lamberti
2020

Abstract

Questo saggio indaga l’esperienza identitaria indigena nel Canada contemporaneo alla luce del rinnovato interesse turistico che, negli ultimi anni, ha portato molti indigeni ad inserirsi nel circuito di promozione di quella che, nell’immaginario occidentale, resta la terra dei grandi laghi, delle immense pianure e della natura “da cartolina”. Riappropriarsi di una industria del turismo definita come “autenticamente indigena” vuol anche dire trasformare l’autorappresentazione identitaria in una agenzia utile alla rinascita socioeconomica di aree e comunità povere, tenute per lungo tempo ai margini del sistema industriale e culturale creato, nella sua ossatura, dai governi coloniali. Ai fini di queste prime riflessioni, diventa concettualmente stimolante rileggere l’interesse per il turismo indigeno anche alla luce di una idea complessa di “migrazione”, ovvero di un ripensamento dell’idea di “migrazione” che tenga conto della Storia delle popolazioni indigene per cogliere un’idea complessa di “mobilità culturale”; un’idea che è oggi al centro di percorsi di riappropriazioni identitarie postcoloniali che toccano la nazione canadese nel suo complesso e, in modo particolare, le comunità delle origini. Le nuove produzioni artistiche e letterarie indigene del ventunesimo secolo traducono, infatti, la resilienza culturale in discorsi tesi a immaginare un futuro diverso e inclusivo.
2020
Elena Lamberti
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