La tradizione italiana dal dopoguerra fino agli anni Novanta ha mantenuto l’Europa (variamente) unita come ideale e interesse prevalente, raccontata attraverso una narrazione spesso apologetica e acritica, indiscussa. Soltanto dopo Tangentopoli, con gli sviluppi seguiti al Trattato di Maastricht, al grande allargamento all’Europa centro-orientale, all’introduzione dell’euro e alla questione migratoria, la narrazione dell’Europa è cambiata prima in parte e poi in modo sempre più accentuato, sino ad arrivare ad una prevalenza di un racconto critico o contrario, che utilizza spesso strumentalmente informazioni errate, perché gli elettori, da europeisti e federalisti convinti, sono diventati nella gran parte scettici o contrari. Molti storici stanno studiando le motivazioni che hanno portato a un cambiamento tanto radicale del concetto di Europa in Italia; l'obiettivo di questo saggio è quello di riflettere sulla continuità, perché se trovo interessante il cambiamento che è avvenuto, ritengo che sia molto più complesso capire come mai sia durata così a lungo una narrazione positiva, granitica, di Europa unita. Dunque, il saggio tenta di cogliere gli elementi e le scelte che hanno radicato all’Europa l’Italia che prendeva forma come repubblicana e democratica; l’influenza che le idee di Europa unita o cooperativa hanno avuto nella creazione della nuova identità nazionale, non soltanto come politica estera, ma come veri e propri riferimenti identitari nazionali. La domanda che sottende la ricerca è quindi sulla profondità delle radici dell’idea di Europa nella creazione dell’Italia repubblicana per capire la continuità di questa scelta nelle sue articolazioni ideali, ideologiche e di interesse nazionale. La ricerca si è basata sull’analisi del ruolo che giocò la visione dell’Europa unita come legame indissolubile e strumento fondamentale nella costruzione dell’Italia democratica del dopoguerra, per comprendere quanto profonda fu la scelta europea come caratteristica identitaria stessa della nuova Repubblica ed evidenziarne gli elementi di lunga durata.

Una religione civile per l’Europa? Repubblica italiana e costruzione europea

giuliana laschi
2020

Abstract

La tradizione italiana dal dopoguerra fino agli anni Novanta ha mantenuto l’Europa (variamente) unita come ideale e interesse prevalente, raccontata attraverso una narrazione spesso apologetica e acritica, indiscussa. Soltanto dopo Tangentopoli, con gli sviluppi seguiti al Trattato di Maastricht, al grande allargamento all’Europa centro-orientale, all’introduzione dell’euro e alla questione migratoria, la narrazione dell’Europa è cambiata prima in parte e poi in modo sempre più accentuato, sino ad arrivare ad una prevalenza di un racconto critico o contrario, che utilizza spesso strumentalmente informazioni errate, perché gli elettori, da europeisti e federalisti convinti, sono diventati nella gran parte scettici o contrari. Molti storici stanno studiando le motivazioni che hanno portato a un cambiamento tanto radicale del concetto di Europa in Italia; l'obiettivo di questo saggio è quello di riflettere sulla continuità, perché se trovo interessante il cambiamento che è avvenuto, ritengo che sia molto più complesso capire come mai sia durata così a lungo una narrazione positiva, granitica, di Europa unita. Dunque, il saggio tenta di cogliere gli elementi e le scelte che hanno radicato all’Europa l’Italia che prendeva forma come repubblicana e democratica; l’influenza che le idee di Europa unita o cooperativa hanno avuto nella creazione della nuova identità nazionale, non soltanto come politica estera, ma come veri e propri riferimenti identitari nazionali. La domanda che sottende la ricerca è quindi sulla profondità delle radici dell’idea di Europa nella creazione dell’Italia repubblicana per capire la continuità di questa scelta nelle sue articolazioni ideali, ideologiche e di interesse nazionale. La ricerca si è basata sull’analisi del ruolo che giocò la visione dell’Europa unita come legame indissolubile e strumento fondamentale nella costruzione dell’Italia democratica del dopoguerra, per comprendere quanto profonda fu la scelta europea come caratteristica identitaria stessa della nuova Repubblica ed evidenziarne gli elementi di lunga durata.
2020
2 giugno Nascita, storia e memorie della Repubblica. vol. 4. L’Italia del 1946 vista dall’Europa
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giuliana laschi
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