A partire dalla constatazione dell’intrinseca indeterminatezza concettuale di quella categoria di “storia della lingua”, tanto apparentemente ovvia, quanto concretamente vaga - come ricordava anche Alberto Vàrvaro, che, nel 1972, in un saggio meritatamente celebre, l’aveva definita, appunto, “controversa” -, l’articolo che qui si presenta analizza dettagliatamente le principali opere di storiografia linguistica sul portoghese prodotte, in Portogallo e in Brasile, dalla metà del Novecento ai nostri giorni. In particolare, attraverso una puntuale messa a fuoco del concetto di storia della lingua di volta in volta espressamente assunto come riferimento dai singoli autori di quei compendi luso-brasiliani – da Serafim da Silva Neto a Carlos Alberto Faraco, passando per Paul Teyssier e Ivo Castro - e che ne ha poi, dunque, orientato, invero non sempre coerentemente, le loro ricognizioni diacroniche, questo mio contributo non si limita a studiare le strutture portanti e gli aspetti differenziali di ognuno di quei testi, ma ne traccia altresì, sia pure "a negativo", le possibili linee di forza evolutive, individuandole in un superamento di quella ormai sterile compartimentazione storiografica tra Portogallo e Brasile, così da poter finalmente ripensare il secolare percorso della lingua portoghese in un’ottica autenticamente plurale.
Mulinacci, R. (2020). PROLEGÔMENOS PARA UMA HISTÓRIA LINGUÍSTICA DA LUSOFONIA (DES)UNIDA. SÃO PAULO : PARÁBOLA.
PROLEGÔMENOS PARA UMA HISTÓRIA LINGUÍSTICA DA LUSOFONIA (DES)UNIDA
MULINACCI, ROBERTO
2020
Abstract
A partire dalla constatazione dell’intrinseca indeterminatezza concettuale di quella categoria di “storia della lingua”, tanto apparentemente ovvia, quanto concretamente vaga - come ricordava anche Alberto Vàrvaro, che, nel 1972, in un saggio meritatamente celebre, l’aveva definita, appunto, “controversa” -, l’articolo che qui si presenta analizza dettagliatamente le principali opere di storiografia linguistica sul portoghese prodotte, in Portogallo e in Brasile, dalla metà del Novecento ai nostri giorni. In particolare, attraverso una puntuale messa a fuoco del concetto di storia della lingua di volta in volta espressamente assunto come riferimento dai singoli autori di quei compendi luso-brasiliani – da Serafim da Silva Neto a Carlos Alberto Faraco, passando per Paul Teyssier e Ivo Castro - e che ne ha poi, dunque, orientato, invero non sempre coerentemente, le loro ricognizioni diacroniche, questo mio contributo non si limita a studiare le strutture portanti e gli aspetti differenziali di ognuno di quei testi, ma ne traccia altresì, sia pure "a negativo", le possibili linee di forza evolutive, individuandole in un superamento di quella ormai sterile compartimentazione storiografica tra Portogallo e Brasile, così da poter finalmente ripensare il secolare percorso della lingua portoghese in un’ottica autenticamente plurale.File | Dimensione | Formato | |
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