La relazione intende presentare un progetto di sperimentazione educativa che prende il via da attività di analisi delle diverse caratteristiche della lingua scritta e orale per poi accompagnare gli allievi, attraverso attività di revisione e riscrittura, a migliorare le proprie abilità di produzione scritta. Gli interventi didattici a cui si fa riferimento sono parte del più ampio progetto Osservare l’interlingua, promosso dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, che attualmente coinvolge 12 scuole primarie e 3 secondarie di primo grado, 28 insegnanti e 32 classi, per un totale di circa 650 alunni (interlingua.comune.re.it). Il contesto in cui si svolgono le sperimentazioni è caratterizzato da una forte presenza di alunni bilingui per i quali l’italiano è spesso una seconda lingua. I percorsi non prevedono però interventi differenziati per parlanti nativi e non nativi ma, al contrario, sono strutturati così da poter essere proposti a classe intera, nel rispetto dei diversi bisogni linguistici. Ciascun alunno infatti, a partire dall’osservazione della possibile ricchezza e varietà delle modalità espressive, ha modo di costruire passo passo nuove conoscenze e competenze, fino ad appropriarsi dei meccanismi anche più fini di funzionamento della lingua. I percorsi didattici realizzati nell’A.S. 2016/2017, con le dovute variazioni legate ai singoli contesti e ai diversi ordini di scuola, prevedono inizialmente la produzione, da parte degli allievi, di un testo narrativo - prima scritto, poi orale - stimolato dalla visione di una sequenza del film La fabbrica di cioccolato, per arrivare poi attraverso diverse attività di analisi basate sia sulle produzioni della classe, sia sulla versione letteraria di Roald Dahl, alla revisione e riscrittura migliorativa dei propri testi. Nel complesso, la sperimentazione educativa ruota intorno alle produzioni dei bambini, che diventano il punto di partenza di un approfondito lavoro di analisi linguistica. Le esplorazioni testuali, condotte inizialmente in modo spontaneo e via via riorganizzate in modo più strutturato, contribuiscono, oltre che allo sviluppo di competenze metalinguistiche e metacomunicative, a individuare strumenti per una narrazione efficace, da applicare proficuamente e consapevolmente alla produzione linguistica, anche attraverso attività di scrittura e riscrittura. Per entrare maggiormente nel dettaglio dei percorsi didattici, nella prima fase, dopo aver raccolto i testi orali e scritti di ciascun allievo, gli insegnanti selezionano due dei testi prodotti, uno scritto e uno orale, e invitano gli alunni a gruppi a confrontare le due produzioni e prendere nota di somiglianze e differenze. Gli alunni osservano e fanno ipotesi sul funzionamento della lingua e sulla variazione legata al canale comunicativo. Sulla base delle riflessioni emerse, l’insegnante guida la classe a individuare punti di attenzione condivisi, che diventano lo stimolo per ripetere l’osservazione individualmente o a coppie sulle proprie produzioni. Equipaggiato di nuove consapevolezze, ciascun allievo torna sul proprio testo scritto e, con il supporto di un compagno, lo revisiona. Nella seconda fase di lavoro, i bambini confrontano i propri testi revisionati con la versione letteraria di Dahl e a individuano le scelte linguistiche strategiche che caratterizzano il testo del romanziere e lo rendono in qualche misura diverso da quelli prodotti dagli alunni, quali ad esempio un maggior uso del discorso diretto, che mima l’oralità in una dimensione letteraria. Nella terza fase i bambini producono un testo di gruppo in cui si mettono alla prova ‘come fossero romanzieri’, utilizzando strumenti caratteristici dell’espressione scritta, quali scaletta e appunti di classe basati sulle varie analisi condotte nelle diverse fasi di lavoro. Il percorso si conclude con la lettura a grande gruppo dei loro prodotti e con un’attività di confronto tra i racconti dei bambini e l’originale di Dahl. L’obiettivo generale delle sperimentazioni è sviluppare negli alunni forme di consapevolezza metalinguistica e metacomunicativa che consentano loro di diventare osservatori di fatti linguistici, con particolare riferimento a ciò che caratterizza la lingua scritta rispetto a quella parlata, e la lingua letteraria rispetto a quella spontanea. I vari cicli di riflessione servono nel complesso a mettere in luce le caratteristiche dei due canali comunicativi, a riconoscere gli elementi a cui è necessario fare attenzione quando si racconta per iscritto, e ad apprezzare i vantaggi che la parola scritta offre rispetto a quella parlata.

Pallotti Gabriele, F.S. (2020). Raccontare con la penna e con la voce, cosa è uguale e cosa cambia?. Firenze : Franco Cesati.

Raccontare con la penna e con la voce, cosa è uguale e cosa cambia?

Borghetti Claudia
2020

Abstract

La relazione intende presentare un progetto di sperimentazione educativa che prende il via da attività di analisi delle diverse caratteristiche della lingua scritta e orale per poi accompagnare gli allievi, attraverso attività di revisione e riscrittura, a migliorare le proprie abilità di produzione scritta. Gli interventi didattici a cui si fa riferimento sono parte del più ampio progetto Osservare l’interlingua, promosso dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, che attualmente coinvolge 12 scuole primarie e 3 secondarie di primo grado, 28 insegnanti e 32 classi, per un totale di circa 650 alunni (interlingua.comune.re.it). Il contesto in cui si svolgono le sperimentazioni è caratterizzato da una forte presenza di alunni bilingui per i quali l’italiano è spesso una seconda lingua. I percorsi non prevedono però interventi differenziati per parlanti nativi e non nativi ma, al contrario, sono strutturati così da poter essere proposti a classe intera, nel rispetto dei diversi bisogni linguistici. Ciascun alunno infatti, a partire dall’osservazione della possibile ricchezza e varietà delle modalità espressive, ha modo di costruire passo passo nuove conoscenze e competenze, fino ad appropriarsi dei meccanismi anche più fini di funzionamento della lingua. I percorsi didattici realizzati nell’A.S. 2016/2017, con le dovute variazioni legate ai singoli contesti e ai diversi ordini di scuola, prevedono inizialmente la produzione, da parte degli allievi, di un testo narrativo - prima scritto, poi orale - stimolato dalla visione di una sequenza del film La fabbrica di cioccolato, per arrivare poi attraverso diverse attività di analisi basate sia sulle produzioni della classe, sia sulla versione letteraria di Roald Dahl, alla revisione e riscrittura migliorativa dei propri testi. Nel complesso, la sperimentazione educativa ruota intorno alle produzioni dei bambini, che diventano il punto di partenza di un approfondito lavoro di analisi linguistica. Le esplorazioni testuali, condotte inizialmente in modo spontaneo e via via riorganizzate in modo più strutturato, contribuiscono, oltre che allo sviluppo di competenze metalinguistiche e metacomunicative, a individuare strumenti per una narrazione efficace, da applicare proficuamente e consapevolmente alla produzione linguistica, anche attraverso attività di scrittura e riscrittura. Per entrare maggiormente nel dettaglio dei percorsi didattici, nella prima fase, dopo aver raccolto i testi orali e scritti di ciascun allievo, gli insegnanti selezionano due dei testi prodotti, uno scritto e uno orale, e invitano gli alunni a gruppi a confrontare le due produzioni e prendere nota di somiglianze e differenze. Gli alunni osservano e fanno ipotesi sul funzionamento della lingua e sulla variazione legata al canale comunicativo. Sulla base delle riflessioni emerse, l’insegnante guida la classe a individuare punti di attenzione condivisi, che diventano lo stimolo per ripetere l’osservazione individualmente o a coppie sulle proprie produzioni. Equipaggiato di nuove consapevolezze, ciascun allievo torna sul proprio testo scritto e, con il supporto di un compagno, lo revisiona. Nella seconda fase di lavoro, i bambini confrontano i propri testi revisionati con la versione letteraria di Dahl e a individuano le scelte linguistiche strategiche che caratterizzano il testo del romanziere e lo rendono in qualche misura diverso da quelli prodotti dagli alunni, quali ad esempio un maggior uso del discorso diretto, che mima l’oralità in una dimensione letteraria. Nella terza fase i bambini producono un testo di gruppo in cui si mettono alla prova ‘come fossero romanzieri’, utilizzando strumenti caratteristici dell’espressione scritta, quali scaletta e appunti di classe basati sulle varie analisi condotte nelle diverse fasi di lavoro. Il percorso si conclude con la lettura a grande gruppo dei loro prodotti e con un’attività di confronto tra i racconti dei bambini e l’originale di Dahl. L’obiettivo generale delle sperimentazioni è sviluppare negli alunni forme di consapevolezza metalinguistica e metacomunicativa che consentano loro di diventare osservatori di fatti linguistici, con particolare riferimento a ciò che caratterizza la lingua scritta rispetto a quella parlata, e la lingua letteraria rispetto a quella spontanea. I vari cicli di riflessione servono nel complesso a mettere in luce le caratteristiche dei due canali comunicativi, a riconoscere gli elementi a cui è necessario fare attenzione quando si racconta per iscritto, e ad apprezzare i vantaggi che la parola scritta offre rispetto a quella parlata.
2020
Orale e scritto, verbale e non verbale: la multimodalità nell’ora di lezione
213
226
Pallotti Gabriele, F.S. (2020). Raccontare con la penna e con la voce, cosa è uguale e cosa cambia?. Firenze : Franco Cesati.
Pallotti Gabriele, Ferrari Stefania, Borghetti Claudia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/805985
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