Il libro (Daniela Ciaffi, Luca Davico, Silvia Crivello, Alfredo Mela, "Torino. Economia, governo e spazi urbani in una città in trasformazione, Rubbettino, Soveria Mannelli 2019, ISBN 9788849856996) fa parte della collana Sociologia delle città italiane; ideata dal Consiglio Scientifico della Sezione Territorio e Ambiente dell’Associazione Italiana di Sociologia, consiste di brevi volumi di taglio divulgativo che però non rinunciano all’analisi dei cambiamenti della forma fisica e dell’identità delle città, così come dell’organizzazione e delle relazioni sociali. Viene subito ricordato il lungo periodo di capitale svolto dalla città, prima per il regno sabaudo e poi per quello italiano. Dal 1864 Torino perde questo ruolo ma comincia a consolidare quello di grande centro industriale. Diventa così nel Novecento la città italiana che, soprattutto per essere sede della Fiat, incarna con più evidenza il modello fordista: nei suoi caratteri produttivi, nell’organizzazione delle relazioni sociali, in quella dei modi di vita quotidiana. Ma come e quanto è cambiata Torino negli ultimi decenni? Il libro cerca di dare risposta soprattutto a queste domande, attraverso temi legati all’economia urbana e all’occupazione (cap. 2), alle trasformazioni urbanistiche e della geografia sociale (cap. 3), alla governance urbana e le forme di partecipazione (cap. 4), ai cambiamenti nella sfera culturale (cap. 5). Quali possibili scenari per il futuro di Torino? Gli autori provano a elaborarne due. Il primo è quello di una shrinking city, una città in contrazione che resterebbe un po’ ai margini del nuovo sviluppo italiano, ma sarebbe anche caratterizzata da un’elevata vivacità culturale, una forte coesione sociale, una governance attiva e preoccupata della qualità della vita dei suoi cittadini. Il secondo scenario è l’integrazione della città in un contesto territoriale più vasto: una macroregione urbana che la unirebbe a Milano. Va però compreso quale ruolo potrebbe svolgere Torino in tale contesto, e su questo lo scenario giunge ad un ulteriore bivio. Il capoluogo piemontese potrebbe essere “relegato” a una funzione residenziale, facilitata dal costo più basso degli immobili e dal rafforzamento dei collegamenti ferroviari con la metropoli lombarda. Potrebbe però, anche, come i torinesi si auspicano, valorizzare i suoi punti di forza storici e recenti. Occorre però che riprenda slancio la messa in rete di questi, contrastando una tendenza alla frammentazione e all’eccesso di competizione che è sempre latente in molti settori della società locale.

Gabriele Manella (2020). Torino "sospesa" tra fordismo e postfordismo: una lettura sociologica. ATTI E RASSEGNA TECNICA, 153 LXXIV(1), 92-98.

Torino "sospesa" tra fordismo e postfordismo: una lettura sociologica

Gabriele Manella
2020

Abstract

Il libro (Daniela Ciaffi, Luca Davico, Silvia Crivello, Alfredo Mela, "Torino. Economia, governo e spazi urbani in una città in trasformazione, Rubbettino, Soveria Mannelli 2019, ISBN 9788849856996) fa parte della collana Sociologia delle città italiane; ideata dal Consiglio Scientifico della Sezione Territorio e Ambiente dell’Associazione Italiana di Sociologia, consiste di brevi volumi di taglio divulgativo che però non rinunciano all’analisi dei cambiamenti della forma fisica e dell’identità delle città, così come dell’organizzazione e delle relazioni sociali. Viene subito ricordato il lungo periodo di capitale svolto dalla città, prima per il regno sabaudo e poi per quello italiano. Dal 1864 Torino perde questo ruolo ma comincia a consolidare quello di grande centro industriale. Diventa così nel Novecento la città italiana che, soprattutto per essere sede della Fiat, incarna con più evidenza il modello fordista: nei suoi caratteri produttivi, nell’organizzazione delle relazioni sociali, in quella dei modi di vita quotidiana. Ma come e quanto è cambiata Torino negli ultimi decenni? Il libro cerca di dare risposta soprattutto a queste domande, attraverso temi legati all’economia urbana e all’occupazione (cap. 2), alle trasformazioni urbanistiche e della geografia sociale (cap. 3), alla governance urbana e le forme di partecipazione (cap. 4), ai cambiamenti nella sfera culturale (cap. 5). Quali possibili scenari per il futuro di Torino? Gli autori provano a elaborarne due. Il primo è quello di una shrinking city, una città in contrazione che resterebbe un po’ ai margini del nuovo sviluppo italiano, ma sarebbe anche caratterizzata da un’elevata vivacità culturale, una forte coesione sociale, una governance attiva e preoccupata della qualità della vita dei suoi cittadini. Il secondo scenario è l’integrazione della città in un contesto territoriale più vasto: una macroregione urbana che la unirebbe a Milano. Va però compreso quale ruolo potrebbe svolgere Torino in tale contesto, e su questo lo scenario giunge ad un ulteriore bivio. Il capoluogo piemontese potrebbe essere “relegato” a una funzione residenziale, facilitata dal costo più basso degli immobili e dal rafforzamento dei collegamenti ferroviari con la metropoli lombarda. Potrebbe però, anche, come i torinesi si auspicano, valorizzare i suoi punti di forza storici e recenti. Occorre però che riprenda slancio la messa in rete di questi, contrastando una tendenza alla frammentazione e all’eccesso di competizione che è sempre latente in molti settori della società locale.
2020
Gabriele Manella (2020). Torino "sospesa" tra fordismo e postfordismo: una lettura sociologica. ATTI E RASSEGNA TECNICA, 153 LXXIV(1), 92-98.
Gabriele Manella
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