Lo studio che presento descrive gli allestimenti spaziali e narrativi delle organizzazioni prodotti a partire dallo sportello al pubblico di una Pubblica Amministrazione locale e si interroga sul lavoro delle soglie nell’attivazione degli spazi organizzativi. In primo luogo, l’obiettivo è quello di comprendere il modo in cui un’organizzazione e le sue norme si iscrive e spazializza nelle pratiche quotidiane, e come le pratiche ne trasformano l’esistenza. In secondo luogo, si tratta di capire in che modo un oggetto prende parte alla formazione del discorso organizzativo. Osservando le dinamiche che lo sportello innesca nella prestazione del servizio pubblico, la domanda di ricerca che verrà posta non sarà dunque quali valori lo spazio fisico incarna o evoca, bensì come gli attori umani e non umani attivano e negoziano in pratica specifiche disposizioni spaziali, a un tempo discorsive e materiali. Ciò di cui si intende render conto è dunque l’agire, l’agire situato, e in particolare la capacità pratica degli oggetti. Il discorso del design riguarda in questo caso il ruolo di un oggetto nel mantenimento e nella trasformazione del tessuto di relazioni nelle organizzazioni. Cosa fa un oggetto nei processi organizzativi? Quale ruolo ha il materiale di cui è fatto e la forma che gli è stata data nell’attivare configurazioni spaziali, umane e normative? E, per cominciare, in che senso ad un oggetto è dato di agire?

Coletta C (2009). La disciplina trasgressiva dello sportello al pubblico. Trasparenza e discrezionalità. E/C, 3/4, 195-204.

La disciplina trasgressiva dello sportello al pubblico. Trasparenza e discrezionalità

Coletta C
2009

Abstract

Lo studio che presento descrive gli allestimenti spaziali e narrativi delle organizzazioni prodotti a partire dallo sportello al pubblico di una Pubblica Amministrazione locale e si interroga sul lavoro delle soglie nell’attivazione degli spazi organizzativi. In primo luogo, l’obiettivo è quello di comprendere il modo in cui un’organizzazione e le sue norme si iscrive e spazializza nelle pratiche quotidiane, e come le pratiche ne trasformano l’esistenza. In secondo luogo, si tratta di capire in che modo un oggetto prende parte alla formazione del discorso organizzativo. Osservando le dinamiche che lo sportello innesca nella prestazione del servizio pubblico, la domanda di ricerca che verrà posta non sarà dunque quali valori lo spazio fisico incarna o evoca, bensì come gli attori umani e non umani attivano e negoziano in pratica specifiche disposizioni spaziali, a un tempo discorsive e materiali. Ciò di cui si intende render conto è dunque l’agire, l’agire situato, e in particolare la capacità pratica degli oggetti. Il discorso del design riguarda in questo caso il ruolo di un oggetto nel mantenimento e nella trasformazione del tessuto di relazioni nelle organizzazioni. Cosa fa un oggetto nei processi organizzativi? Quale ruolo ha il materiale di cui è fatto e la forma che gli è stata data nell’attivare configurazioni spaziali, umane e normative? E, per cominciare, in che senso ad un oggetto è dato di agire?
2009
E/C
Coletta C (2009). La disciplina trasgressiva dello sportello al pubblico. Trasparenza e discrezionalità. E/C, 3/4, 195-204.
Coletta C
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