Il lavoro descrive, in una prospettiva storica, un’area cruciale sotto il punto di vista della evoluzione delle tecniche di bonifica e di canalizzazione. L’area si trova sul corso terminale del Po, lungo quello che un tempo era il confine tra l’Impero e il Papato. Dopo la grande bonificazione ferrarese, i terreni sottratti alle acque erano stati concessi in uso ai capitani di ventura che avevano poi guadagnato titoli nobiliari ed avevano costruito palazzi signorili in mezzo alle campagne. Con il processo democratico postbellico, i latifondi erano passati nelle mani di ricchi commercianti e le stanze del palazzo in questione affittate ai braccianti. Da questa situazione parte la mia analisi, attraverso la storia della mia famiglia che lì ha vissuto per generazioni e dove anch’io sono nata. La personale esperienza offre quindi lo spunto per ripercorrere l’evoluzione economico-sociale dell’Italia degli ultimi anni del secondo millennio. Premessa Per affrontare il tema dei territori contesi, abbiamo rivolto la nostra attenzione ad un sito conteso per ragioni politiche e motivi ambientali. I moventi politici affondano le loro radici nelle storiche controversie tra Papato e Impero, lungo il confine naturale della linea del Po; le cagioni fisiche del contendere risiedono nelle difficoltà comportate dallo scolo delle acque degli immissari del Po, in quanto, la bizzarria del confine faceva sì che i territori del dominio imperiale dovessero necessariamente scolare nei territori pontifici posti a sud, nel comprensorio di Bondeno. La gravità delle condizioni di impaludamento è testimoniata dalla fatidica “rotta di Ficarolo” del 1152 e dalla grande operazione del “taglio” di Porto Viro conclusosi nel 1604. Le necessità di opere di canalizzazione comportavano costi che davano adito a controversie, in quanto sin dai primi secoli del Millennio e, con vicende alterne sino all’unità d’Italia, vennero a confrontarsi su tale territorio ben quattro Signorie tra Modena-Reggio, Ferrara, Mantova e Mirandola. Introduzione Il punto più cruciale delle inondazioni, in cui le acque degli immissari confluivano a fatica nel Po, per il progressivo abbassarsi del livello della pianura padana, corrispondeva al comprensorio di Burana che era soggetto pure alle inondazioni del Reno, che, sebbene sfociasse direttamente in mare, proprio verso questa zona si incurvava con ampio meandro. Il processo di bonifica delle basse terre deltizie, iniziato dalla classe al potere nel Ferrarese durante il Rinascimento, aveva portato alla costituzione della grande proprietà terriera, resistita fino alla formazione della mezzadria o della piccolissima proprietà, derivata quest’ultima dall’azione della bonifica integrale, programmata dalla Legge Serpieri del 1933. Con l’evoluzione economica della società postunitaria, i latifondi erano entrati nelle mani della borghesia mercantile che aveva attuato il progressivo abbandono degli impegnativi palazzi nobiliari, posti a governo del territorio. Le residenze nobiliari erano state così occupate da nullatenenti o venivano concesse in affitto ai braccianti che se ne ripartivano in maniera comunitaria i numerosi vani. L’intenzione del presente lavoro è quindi quella di ripercorrere le fasi che hanno portato alla attuale situazione di completo abbandono di una struttura economica ed architettonica rappresentativa di uno status sociale non più attuale, sita nel comune di Bondeno in provincia di Ferrara.

Galvani A. (2009). Il Palazzo. POLLENZA : Università di Urbino,Comune di Pollenza, AIIG Marc.

Il Palazzo

GALVANI, ADRIANA
2009

Abstract

Il lavoro descrive, in una prospettiva storica, un’area cruciale sotto il punto di vista della evoluzione delle tecniche di bonifica e di canalizzazione. L’area si trova sul corso terminale del Po, lungo quello che un tempo era il confine tra l’Impero e il Papato. Dopo la grande bonificazione ferrarese, i terreni sottratti alle acque erano stati concessi in uso ai capitani di ventura che avevano poi guadagnato titoli nobiliari ed avevano costruito palazzi signorili in mezzo alle campagne. Con il processo democratico postbellico, i latifondi erano passati nelle mani di ricchi commercianti e le stanze del palazzo in questione affittate ai braccianti. Da questa situazione parte la mia analisi, attraverso la storia della mia famiglia che lì ha vissuto per generazioni e dove anch’io sono nata. La personale esperienza offre quindi lo spunto per ripercorrere l’evoluzione economico-sociale dell’Italia degli ultimi anni del secondo millennio. Premessa Per affrontare il tema dei territori contesi, abbiamo rivolto la nostra attenzione ad un sito conteso per ragioni politiche e motivi ambientali. I moventi politici affondano le loro radici nelle storiche controversie tra Papato e Impero, lungo il confine naturale della linea del Po; le cagioni fisiche del contendere risiedono nelle difficoltà comportate dallo scolo delle acque degli immissari del Po, in quanto, la bizzarria del confine faceva sì che i territori del dominio imperiale dovessero necessariamente scolare nei territori pontifici posti a sud, nel comprensorio di Bondeno. La gravità delle condizioni di impaludamento è testimoniata dalla fatidica “rotta di Ficarolo” del 1152 e dalla grande operazione del “taglio” di Porto Viro conclusosi nel 1604. Le necessità di opere di canalizzazione comportavano costi che davano adito a controversie, in quanto sin dai primi secoli del Millennio e, con vicende alterne sino all’unità d’Italia, vennero a confrontarsi su tale territorio ben quattro Signorie tra Modena-Reggio, Ferrara, Mantova e Mirandola. Introduzione Il punto più cruciale delle inondazioni, in cui le acque degli immissari confluivano a fatica nel Po, per il progressivo abbassarsi del livello della pianura padana, corrispondeva al comprensorio di Burana che era soggetto pure alle inondazioni del Reno, che, sebbene sfociasse direttamente in mare, proprio verso questa zona si incurvava con ampio meandro. Il processo di bonifica delle basse terre deltizie, iniziato dalla classe al potere nel Ferrarese durante il Rinascimento, aveva portato alla costituzione della grande proprietà terriera, resistita fino alla formazione della mezzadria o della piccolissima proprietà, derivata quest’ultima dall’azione della bonifica integrale, programmata dalla Legge Serpieri del 1933. Con l’evoluzione economica della società postunitaria, i latifondi erano entrati nelle mani della borghesia mercantile che aveva attuato il progressivo abbandono degli impegnativi palazzi nobiliari, posti a governo del territorio. Le residenze nobiliari erano state così occupate da nullatenenti o venivano concesse in affitto ai braccianti che se ne ripartivano in maniera comunitaria i numerosi vani. L’intenzione del presente lavoro è quindi quella di ripercorrere le fasi che hanno portato alla attuale situazione di completo abbandono di una struttura economica ed architettonica rappresentativa di uno status sociale non più attuale, sita nel comune di Bondeno in provincia di Ferrara.
2009
Territori Contesi. Campi del sapere, identità locali, istituzioni, progettualità paesaggistica
148
154
Galvani A. (2009). Il Palazzo. POLLENZA : Università di Urbino,Comune di Pollenza, AIIG Marc.
Galvani A.
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