Il settore dell’ortofrutta in Romagna è fondamentale per le economie dirette (produzioni alimentari) e indirette (settore della trasformazione, imballaggio, conservazione e distribuzione) sia locali che nazionali che gravitano attorno ad essa. L’inevitabile sfruttamento del suolo e l’utilizzo di pesticidi, strumenti necessari all’intensa attività agricola della Romagna, è di particolare interesse per le Società scientifiche come il Gruppo di Ricerca Italiano Fitofarmaci e Ambiente – GRIFA – che si occupano del monitoraggio delle condizioni di salute dell’ambiente su cui impattano le attività agricole. Questo studio riporta i risultati dell’elaborazione di dati residuali di pesticidi su campioni di ortofrutta di largo consumo (pomodoro, pianta di borlotto, pianta di pisello, pesca, pera, pianta di fagiolino, brattea di mais, susina e mela) in fase di pre-raccolta per il decennio 2007-2016 provenienti dalla Romagna (ca. 3200 campioni, quasi un milione di dati analitici su pesticidi) e, per confronto, dall’Italia (ca. 5600 campioni, più di 1 milione e mezzo di dati analitici). I dati sono stati forniti dal Laboratorio Centrale di Analisi Chimiche, dotato delle certificazioni per l’analisi dei pesticidi in autocontrollo, della Società Cooperativa Agricola Conserve Italia, cooperativa di riferimento per molte aziende ortofrutticole romagnole. Dal confronto dei campioni di ortofrutta in pre-raccolta provenienti dalla Romagna rispetto a quelli provenienti dall’intero territorio nazionale si è osservato per la Romagna un quantitativo medio più elevato di residui di insetticidi e fungicidi per almeno otto anni di osservazione (2009-2016). Per lo stesso periodo, le quantità di insetticidi e fungicidi che mediamente residuano nelle colture correlano con le vendite sia a livello locale che nazionale (fonte ISTAT). Al contrario, non sono state invece osservate correlazioni tra i residui di insetticidi e fungicidi nelle colture in pre-raccolta con le medie annue delle temperature massime e con le precipitazioni annue cumulative né a livello locale né nazionale per i dieci anni di osservazione. Il numero di pesticidi (principi attivi) osservati nei campioni romagnoli aumenta dal 2007 al 2016 ed è più elevato rispetto a quanto si osserva nei campioni nazionali. I principi attivi osservati con maggior frequenza nei campioni di ortofrutta in Romagna sono caratterizzati da tempi di carenza anche brevi, mettendo in evidenza la tendenza ad effettuare trattamenti a ridosso della vendita. Solo due dei pesticidi rilevati più frequentemente nelle colture in pre-raccolta coincidono con quelli ritrovati nelle acque superficiali e profonde (report ISPRA). Dal confronto del numero di residui di pesticidi nelle colture in pre-raccolta, sia locali che nazionali, con il numero di residui negli alimenti (monitoraggi del Ministero della Salute) negli anni 2007-2016 emerge che il maggiore numero di pesticidi nelle colture in pre-raccolta rispetto a quanto si osserva negli alimenti è coerente con lo scarto temporale tra i due monitoraggi. I dati analitici prodotti sulle colture in pre-raccolta possono essere uno strumento efficace per il monitoraggio della qualità dei prodotti alimentari, fornire dati certificati per la valutazione del rischio all’esposizione ambientale e dare informazioni dell’utilizzo in campo dei pesticidi su singola coltura. Il maggiore ritrovamento di pesticidi sia per quantità che per numero di principi attivi nell’ortofrutta proveniente dalla Romagna rispetto ai campioni provenienti dal territorio italiano, se non contrastato, espone il settore produttivo romagnolo a perdere competitività in un mercato in espansione quale è quello delle produzioni di frutta e verdura a “residuo zero”. Diverse importanti aziende agricole italiane stanno infatti già investendo in questo settore di ricerca per poter contrastare le patologie vegetali tramite la messa a punto di protocolli di difesa che utilizzino un minor quantitativo di pesticidi e principi attivi con bassi tempi di carenza.

SONIA BLASIOLI, E.B. (2019). PESTICIDI SU COLTURE IN CAMPO IN ROMAGNA DAL 2007 AL 2016. STUDI ROMAGNOLI, LXX, 307-327.

PESTICIDI SU COLTURE IN CAMPO IN ROMAGNA DAL 2007 AL 2016

SONIA BLASIOLI
Primo
Conceptualization
;
ENRICO BUSCAROLI
Secondo
Writing – Original Draft Preparation
;
ILARIA BRASCHI
Ultimo
Supervision
2019

Abstract

Il settore dell’ortofrutta in Romagna è fondamentale per le economie dirette (produzioni alimentari) e indirette (settore della trasformazione, imballaggio, conservazione e distribuzione) sia locali che nazionali che gravitano attorno ad essa. L’inevitabile sfruttamento del suolo e l’utilizzo di pesticidi, strumenti necessari all’intensa attività agricola della Romagna, è di particolare interesse per le Società scientifiche come il Gruppo di Ricerca Italiano Fitofarmaci e Ambiente – GRIFA – che si occupano del monitoraggio delle condizioni di salute dell’ambiente su cui impattano le attività agricole. Questo studio riporta i risultati dell’elaborazione di dati residuali di pesticidi su campioni di ortofrutta di largo consumo (pomodoro, pianta di borlotto, pianta di pisello, pesca, pera, pianta di fagiolino, brattea di mais, susina e mela) in fase di pre-raccolta per il decennio 2007-2016 provenienti dalla Romagna (ca. 3200 campioni, quasi un milione di dati analitici su pesticidi) e, per confronto, dall’Italia (ca. 5600 campioni, più di 1 milione e mezzo di dati analitici). I dati sono stati forniti dal Laboratorio Centrale di Analisi Chimiche, dotato delle certificazioni per l’analisi dei pesticidi in autocontrollo, della Società Cooperativa Agricola Conserve Italia, cooperativa di riferimento per molte aziende ortofrutticole romagnole. Dal confronto dei campioni di ortofrutta in pre-raccolta provenienti dalla Romagna rispetto a quelli provenienti dall’intero territorio nazionale si è osservato per la Romagna un quantitativo medio più elevato di residui di insetticidi e fungicidi per almeno otto anni di osservazione (2009-2016). Per lo stesso periodo, le quantità di insetticidi e fungicidi che mediamente residuano nelle colture correlano con le vendite sia a livello locale che nazionale (fonte ISTAT). Al contrario, non sono state invece osservate correlazioni tra i residui di insetticidi e fungicidi nelle colture in pre-raccolta con le medie annue delle temperature massime e con le precipitazioni annue cumulative né a livello locale né nazionale per i dieci anni di osservazione. Il numero di pesticidi (principi attivi) osservati nei campioni romagnoli aumenta dal 2007 al 2016 ed è più elevato rispetto a quanto si osserva nei campioni nazionali. I principi attivi osservati con maggior frequenza nei campioni di ortofrutta in Romagna sono caratterizzati da tempi di carenza anche brevi, mettendo in evidenza la tendenza ad effettuare trattamenti a ridosso della vendita. Solo due dei pesticidi rilevati più frequentemente nelle colture in pre-raccolta coincidono con quelli ritrovati nelle acque superficiali e profonde (report ISPRA). Dal confronto del numero di residui di pesticidi nelle colture in pre-raccolta, sia locali che nazionali, con il numero di residui negli alimenti (monitoraggi del Ministero della Salute) negli anni 2007-2016 emerge che il maggiore numero di pesticidi nelle colture in pre-raccolta rispetto a quanto si osserva negli alimenti è coerente con lo scarto temporale tra i due monitoraggi. I dati analitici prodotti sulle colture in pre-raccolta possono essere uno strumento efficace per il monitoraggio della qualità dei prodotti alimentari, fornire dati certificati per la valutazione del rischio all’esposizione ambientale e dare informazioni dell’utilizzo in campo dei pesticidi su singola coltura. Il maggiore ritrovamento di pesticidi sia per quantità che per numero di principi attivi nell’ortofrutta proveniente dalla Romagna rispetto ai campioni provenienti dal territorio italiano, se non contrastato, espone il settore produttivo romagnolo a perdere competitività in un mercato in espansione quale è quello delle produzioni di frutta e verdura a “residuo zero”. Diverse importanti aziende agricole italiane stanno infatti già investendo in questo settore di ricerca per poter contrastare le patologie vegetali tramite la messa a punto di protocolli di difesa che utilizzino un minor quantitativo di pesticidi e principi attivi con bassi tempi di carenza.
2019
SONIA BLASIOLI, E.B. (2019). PESTICIDI SU COLTURE IN CAMPO IN ROMAGNA DAL 2007 AL 2016. STUDI ROMAGNOLI, LXX, 307-327.
SONIA BLASIOLI, ENRICO BUSCAROLI, KATIA DI PRODI, ILARIA BRASCHI
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
BRASCHI-BLASIOLI ET AL.pdf

accesso riservato

Tipo: Postprint
Licenza: Licenza per accesso riservato
Dimensione 233.7 kB
Formato Adobe PDF
233.7 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/793588
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact