Sono ormai diversi anni che provo a formulare una teoria semiotica dell’enunciazione impersonale, che sia capace di rendere conto di tutte le dimensioni che, storicamente, sono state pensate sotto questa nozione (cfr. Colas-Blaise, Perrin, Tore 2016)1. Con “impersonale”, intendo una teoria dell’enunciazione che sia fondata sull’“egli”, che, nella teoria classica di Benveniste – poi posta a fondamento di quella semiotica – era proprio la categoria della “non-persona” (da cui “impersonale”). In questo articolo provo a riassumere questa teoria e ad applicarla al disco Wish you were here dei Pink Floyd.
PAOLUCCI CLAUDIO (2020). Wish you were here. Dai Pink Floyd all’enunciazione impersonale. E/C, 14(29), 117-127.
Wish you were here. Dai Pink Floyd all’enunciazione impersonale
PAOLUCCI CLAUDIO
2020
Abstract
Sono ormai diversi anni che provo a formulare una teoria semiotica dell’enunciazione impersonale, che sia capace di rendere conto di tutte le dimensioni che, storicamente, sono state pensate sotto questa nozione (cfr. Colas-Blaise, Perrin, Tore 2016)1. Con “impersonale”, intendo una teoria dell’enunciazione che sia fondata sull’“egli”, che, nella teoria classica di Benveniste – poi posta a fondamento di quella semiotica – era proprio la categoria della “non-persona” (da cui “impersonale”). In questo articolo provo a riassumere questa teoria e ad applicarla al disco Wish you were here dei Pink Floyd.| File | Dimensione | Formato | |
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