Per la comprensione delle dinamiche geopolitiche dell’Italia settentrionale tra III e VIII secolo appare indispensabile focalizzare l’attenzione sullo spazio geografico tra Adda e Ticino. In quest’area, già a partire dal I secolo a.C., si definiscono i territori di quattro città (Milano, Como, Pavia, Lodi). Spicca per complessità e varietà dei paesaggi il territorio di Milano, che includeva nella Tarda Antichità, da sud a nord, la fascia delle risorgive, ampie pianure agricole e boschive, le brughiere delle Groane, le colline moreniche della Brianza, il gruppo dei piccoli laghi prealpini (Varese, Comabbio, Monate, Alserio, Pusiano, Annone, Segrino) e i margini meridionali dei laghi alpini (Verbano, lago di Lecco, lago di Lugano). Lo sviluppo di una rete di infrastrutture viabilistiche promosse Mediolanum in epoca tardoantica a snodo importante nella rete dei collegamenti del settore occidentale dell’impero romano. La città è ben collegata – oltre che con Cremona e Piacenza, le due città fondative del controllo romano della pianura Padana – con il versante adriatico e tirrenico della penisola; è però so- prattutto inserita sull’asse est-ovest che scorre da Aquileia ad Aosta. Facilitata dai vettori lacustri, Mediolanum fruisce di collegamenti con le direttrici nord-sud grazie al sistema Ticino-Verbano e all’asse del Lario. La città è pure inserita nel circuito padano della navigazione interna, grazie ad un accurato ridisegno del sistema idrografico, che tra Adda e Ticino vede presenti i tre principali bacini di Olona, Nirone e Lambro. Grazie a un sistema di canali e di innesti Mediolanum è raggiungibile da chiatte e battelli che si muovono su corsi d’acqua di portata costante con flussi controllati. In età giulio-claudia una delicata operazione aveva permesso di alimentare il fossato delle mura urbane con le acque del Nirone, il principale di un fascio di piccoli corsi d’acqua generati dalle Groane; successivamente un sistema di canali permise di captare le acque dell’Olona e di sfruttare per la navigazione un affluente navigabile (Vettabbia o Vectabilis) del Lambro.
M. David, C.C. (2019). Un GIS per la Topografia Tardoantica. Insediamenti, infrastrutture e risorse ambientali nel territorio di Mediolanum tra III e VIII secolo d.C. TEMPORIS SIGNA, 14, 1-22.
Un GIS per la Topografia Tardoantica. Insediamenti, infrastrutture e risorse ambientali nel territorio di Mediolanum tra III e VIII secolo d.C.
M. David;E. Rossetti
2019
Abstract
Per la comprensione delle dinamiche geopolitiche dell’Italia settentrionale tra III e VIII secolo appare indispensabile focalizzare l’attenzione sullo spazio geografico tra Adda e Ticino. In quest’area, già a partire dal I secolo a.C., si definiscono i territori di quattro città (Milano, Como, Pavia, Lodi). Spicca per complessità e varietà dei paesaggi il territorio di Milano, che includeva nella Tarda Antichità, da sud a nord, la fascia delle risorgive, ampie pianure agricole e boschive, le brughiere delle Groane, le colline moreniche della Brianza, il gruppo dei piccoli laghi prealpini (Varese, Comabbio, Monate, Alserio, Pusiano, Annone, Segrino) e i margini meridionali dei laghi alpini (Verbano, lago di Lecco, lago di Lugano). Lo sviluppo di una rete di infrastrutture viabilistiche promosse Mediolanum in epoca tardoantica a snodo importante nella rete dei collegamenti del settore occidentale dell’impero romano. La città è ben collegata – oltre che con Cremona e Piacenza, le due città fondative del controllo romano della pianura Padana – con il versante adriatico e tirrenico della penisola; è però so- prattutto inserita sull’asse est-ovest che scorre da Aquileia ad Aosta. Facilitata dai vettori lacustri, Mediolanum fruisce di collegamenti con le direttrici nord-sud grazie al sistema Ticino-Verbano e all’asse del Lario. La città è pure inserita nel circuito padano della navigazione interna, grazie ad un accurato ridisegno del sistema idrografico, che tra Adda e Ticino vede presenti i tre principali bacini di Olona, Nirone e Lambro. Grazie a un sistema di canali e di innesti Mediolanum è raggiungibile da chiatte e battelli che si muovono su corsi d’acqua di portata costante con flussi controllati. In età giulio-claudia una delicata operazione aveva permesso di alimentare il fossato delle mura urbane con le acque del Nirone, il principale di un fascio di piccoli corsi d’acqua generati dalle Groane; successivamente un sistema di canali permise di captare le acque dell’Olona e di sfruttare per la navigazione un affluente navigabile (Vettabbia o Vectabilis) del Lambro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.